Il sempre affascinante gioco delle nomine ai vertici dell’Autorità di sistema portuale del Mar Tirreno centrale – che riunisce gli scali di Napoli, Salerno e Castellammare di Stabia – sembra finalmente giungere a una conclusione dopo un interminabile balletto di trattative. Il tocco finale arriva, ovviamente, da Matteo Salvini, ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, che ha pensato bene di proporre niente meno che Eliseo Cuccaro come prossimo presidente. Cuccaro, già comandante in aspettativa di Air Campania (eh sì, la gloriosa compagnia regionale di trasporto su gomma), è oggi a capo della Alilauro e si vanta di essere un ben noto vicino del deputato e coordinatore campano della Lega, Gianpiero Zinzi. Un curriculum da cartolina per un uomo che, guarda un po’, arriva da Pignataro Maggiore, provincia di Caserta. Che fortuna incontrare simili talenti nel cuore della Campania.
A questo punto, la palla passa alla Regione Campania, chiamata a esprimere un parere – ovviamente formale, naturalmente – che poi finirà dritto dritto sotto il giudizio delle Commissioni parlamentari, quelle stesse che si divertiranno a ratificare la designazione in un tripudio di efficienza istituzionale. Quanto al posto da segretario generale, si punta sulla riconferma di Giuseppe Grimaldi, il dirigente così amato tra Regione, Comune di Napoli e schiere governative da far quasi pensare a un family business, o quantomeno a un sodalizio davvero incrollabile.
E bonsì, non poteva mancare l’ambizioso ex presidente uscente, Andrea Annunziata, che si è messo in testa di entrare nel coordinamento nazionale delle Autorità portuali, quel mitico organismo dal quale pare dipenda il futuro delle riforme portuali italiane. Un posto al sole, si potrebbe dire, per chi ha già navigato le acque torbide del sistema.
Gianpiero Zinzi, che di certo sa come porsi davanti ai microfoni e alle telecamere, ha così dichiarato:
«È fondamentale che anche la Regione Campania giochi un ruolo da protagonista nell’organizzazione dell’America’s Cup. Serve l’impegno di tutti i livelli istituzionali, una piena responsabilità nelle decisioni più importanti da prendere. Per questo, riteniamo doveroso che a quel tavolo sieda l’Autorità di sistema portuale del Mar Tirreno Centrale, visto l’ingente numero di interventi necessari per la riqualificazione e l’ampliamento dell’offerta diportistica, senza dimenticare l’adeguamento delle infrastrutture esistenti.»
Insomma, non ci resta che attendere un altro round del più classico gioco delle poltrone, perché diciamolo chiaramente: a furia di puntare sempre su nomi simili, la rivoluzione nel porto sembrerebbe più un miraggio che una concreta possibilità. Nel frattempo, la darsena continua il suo lento assedio da parte di una gestione che – nonostante parole altisonanti e proclami – riesce sempre a far sembrare il tutto un complesso gioco di specchi dove nulla cambia, ma tutti si sentono protagonisti di un film già visto. Che spettacolo.
Non poteva mancare l’ultima perla di burocrazia e improvvisazione che si incunea nel già intricato mondo della gestione portuale e ambientale. Un brillante emendamento al decreto Sport, firmato dall’ineffabile Zinzi, ci regala l’assurdo: includere la Regione e l’Autorità Portuale nella gestione della Coppa America, come se finora fossero rimasti fuori da tutto questo caos.
Nel frattempo, al glorioso Porto di Napoli, gli operatori si annusano tra loro e, come in una tragedia greca in salsa contemporanea, si preparano a inscenare proteste e bloccare le attività. Il motivo? Un emendamento – ovviamente parlamentare – che promette di far posare i detriti derivanti dall’escavo dei fondali di Bagnoli proprio vicino alla colmata già contaminata dentro le casse di colmata del porto. Una mossa geniale, se amate sguazzare tra rifiuti tossici e problemi irrisolti.
Ma ecco la chicca: i tecnici dell’Autorità Portuale ci raccontano – a quanto pare con un filo di sconforto – che i volumi disponibili nelle casse di colmata sono ridotti a un lumicino rispetto alle necessità. Come se non bastasse, ricordano che le procedure ambientali finora applicate sono rigorosamente chiare, almeno in teoria: quella del 2008, con l’atteso rilascio del decreto VIA del Ministero dell’Ambiente per la formazione della cassa e dello sporgente, e quella del 2014, che autorizzava l’escavo dei fondali con relativo riempimento in cassa di colmata, non hanno mai contemplato la possibilità – udite udite – di usare i materiali provenienti da Bagnoli.
Tradotto: stanno cercando di infilare un materiale contaminato in un luogo che, secondo le norme esistenti, avrebbe dovuto restare decisamente libero da tali follie. Ma chi se ne importa delle regole, quando c’è una Coppa America da gestire! Il bello è che, da un lato, si pretende il rispetto delle procedure ambientali, dall’altro si emendano leggi per fare esattamente l’opposto. Un capolavoro di coerenza e lungimiranza tutta italiana.
Così, mentre le istituzioni si arrovellano su come spostare detriti e responsabilità, e gli operatori portuali si preparano a far sentire la propria voce (con manifestazioni e blocchi che non vediamo l’ora di applaudire), la partita è tutta aperta. Magari, nel frattempo, qualcuno penserà pure a cosa significa davvero “tutela ambientale” e “sviluppo sostenibile”. Ma forse sarebbe chiedere troppo.


