Ah, che soddisfazione vedere la giunta provinciale all’opera nella sua instancabile corsa a rincorrere un’agognata equitĂ salariale per i dipendenti pubblici. Dopo il tanto atteso aumento per gli insegnanti statali della scorsa settimana, ieri mattina, l’8 luglio, si è dato il via libera a un lauto bonifico una tantum: poco piĂą di 1.745 euro da corrispondere a settembre a ben 44mila dipendenti pubblici. E tutto questo dopo un bel regalo di ben 4.004,75 euro ricevuto a febbraio – un anticipo generoso, non c’è che dire. L’importo complessivo della manovra è un modesto 75 milioni di euro, roba da far impallidire i banchieri.
Chi sono i fortunati? Pare di tutto: dipendenti dell’Amministrazione provinciale, operatori del Servizio sanitario, 2.200 insegnanti provinciali (mica pochi, grazie all’assessore all’Istruzione Philipp Achammer per la precisazione), oltre al personale dei Comuni, delle ComunitĂ comprensoriali, delle residenze per anziani, senza scordare i poveri dell’Istituto per l’edilizia abitativa (Ipes) e i dipendenti di quelle prodezze turistiche che rispondono al nome di Azienda di Soggiorno e Turismo di Bolzano e Merano. Insomma, un intervento di pura equitĂ , giusto per sanare l’enorme ferita inferta dal duo infernale dell’inflazione e della perdita del potere d’acquisto nel triennio 2022-2024.
Ma non finisce qui: la giunta ha in mente di andare oltre, con l’occhio attento al futuro. Nel giorno della seconda riunione con i sindacati, si parla di un aumento salariale strutturale, quella cosa che per fortuna si sa già , è organizzata in base a nove qualifiche che segmentano l’intero esercito delle professioni pubbliche. Decisamente un capolavoro pianificato con cura da chi sa ascoltare – o almeno così ci raccontano.
L’incontro con i sindacati e la farsa delle tabelle
Ieri pomeriggio, i magnanimi vertici dell’Agenzia provinciale per le relazioni sindacali hanno ufficialmente presentato alle parti sociali quelle che vengono già osannate come “tabelle aggiornate” e numeri stupefacenti, frutto di un primo incontro ricco di consenso – o almeno così vorrebbero far credere. Testo dell’accordo? Ancora un miraggio: niente di scritto, ma il direttore dell’agenzia, Hermann Troger, ha promesso lumi e bozze per far sognare i sindacati prima del prossimo appuntamento del 22 luglio. La strategia, naturalmente condivisa con le sigle, è un vero esempio di equità progressiva: percentuali di aumento più generose per chi occupa le qualifiche funzionali più basse, e più magre per i gran capi delle qualifiche alte. In questo modo si garantisce un “adeguamento equilibrato” – ovvero, i poveri ci guadagnano, i privilegiati prendono di meno. Maestro davvero.
Angelika Hofer, impegnata nella trattativa per la CGIL, ammette candidamente: «Non abbiamo ancora ricevuto bozze di testo, ma in linea generale siamo d’accordo». A quanto pare la proposta è di partire da 280 euro al mese per la prima qualifica funzionale, salendo fino a 395 euro lordi per il nono livello, riferiti a lavoratori a tempo pieno. Un generosissimo gesto di magnanimità , ovviamente.
Claudio Scrinzi, portavoce della CISL per il pubblico impiego, si limita a ribadire una supplica ormai rituale: «L’urgenza di ricevere al più presto il documento per poter presentarsi preparati al prossimo confronto e magari avanzare proposte di modifica all’Agenzia provinciale». Insomma, il solito valzer tra promesse, richieste e rinvii.
I tempi da favola e la campagna trionfalistica
Parlando di tempi, l’obiettivo dichiarato è sempre il solito: “erogare i fondi entro la fine dell’anno”. E questa volta non è mica una boutade, visto che i soldi sono miracolosamente garantiti dall’assestamento di bilancio, parola della stessa assessora Magdalen Amhof. Ci mancherebbe altro.
Il presidente Arno Kompatscher non perde occasione per rivendicare questo sforzo economico degno di un paladino del popolo, sottolineando come solo la spesa per la scuola abbia avuto un aumento “costante” – e come la spesa corrente per gli stipendi sia passata da 586,5 a 763,5 milioni di euro. Un incremento degno delle migliori economie emergenti, peccato per quei piccoli dettagli come l’inflazione galoppante e le tasche vuote dei lavoratori.


