Restare sul podio non è poi così male, anzi, soprattutto se si parla di un calo minimi che passa quasi inosservato. Luca Zaia mantiene il suo posto come uno dei governatori più amati d’Italia con un indice di gradimento del 66%, stando al glorioso sondaggio “Governance Poll 2025” pubblicato dal Sole 24 Ore. Certo, non è più primo, ma secondo, sempre con quel misero 0,5% di distacco da chi gli siede sopra. Il primo posto se l’è preso un altro trionfatore della Lega, Massimiliano Fedriga, presidente del Friuli-Venezia Giulia e della sempre illuminante Conferenza delle Regioni, che stappa lo champagne a quota 66,5%.
Luca Zaia commenta con la classe di chi sa che i sondaggi sono come i vai e vieni del vento:
“I sondaggi trovano il tempo che trovano — be hanno fatti tre, su due sono il primo, su uno sono il secondo per lo zero virgola qualcosa. Va bene, tutto quello che non strozza ingrassa.”
Giù il cappello per tanta modestia. Però, se guardiamo la luna nel pozzo, rispetto al 2020, data rosa del suo insediamento, il suo consenso ha preso una vacanza piuttosto lunga: un calo del 10,8%, passando dal 76,8% al 66%. Ma non dispera, visto che comunque il podio è ancora suo e il sempre disponibile Matteo Salvini non tarda a dar manforte con parole d’oro:
“Siamo orgogliosi del nostro buon governo, a tutti i livelli.”
I sindaci che galleggiano (o meno)
Se la Lega si autoaccarezza per i suoi presidenti regionali, lo stesso non può non dirsi per i sindaci leghisti. Mario Conte, al secondo mandato a Treviso, si ritrova quinto con un dignitoso 60%, ma occhio al segno meno: ha perso il 4,8% rispetto all’ultimo sondaggio. Conte però resta ottimista e dichiara:
“Questi dati ci spingono a impegnarci per fare sempre meglio.”
Risultati che suonano come un monito agli altri amministratori locali: la più applaudita sindaca veneta, Valeria Cittadin di Rovigo, mostra la pagella in crescita, guadagnando lo 0,9% e raggiungendo un apprezzamento del 59%. Poco più giù, al 25° posto, si trova Sergio Giordani di Padova che, ahimè, perde un altro 2,4% scendendo al 56%. Se volete incontrare un altro sindaco veneto dovrete scendere fino al 52°, dove Giacomo Possamai, esponente del PD, sfodera un sorriso con un +3,5% e il 54% di consenso. Poco sotto, al 59°, troviamo un altro veneto, Oscar De Pellegrin, con un robusto +2,3% e un 53% di gradimento.
Ma come sempre, le cose non possono andare lisce per tutti. Se da un lato alcuni sono in ascesa, dall’altro il declino è plateale per altri. Naturalmente non poteva mancare il caso clamoroso del sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, che nel 2022 dominava la scena con un impressionante 65% di gradimento. Oggi? Oscilla all’oscurità del 73° posto. Supponiamo che l’inchiesta della procura, con tanto di indagine per corruzione, abbia avuto un effetto marginale sul suo crollo, vero?
E dulcis in fundo, in fondo alla classifica al 89° posto, ecco il sindaco di Verona, Damiano Tommasi, crollato di un ben poco glorioso 6,4% con solo il 47% di consenso. Un vero trionfo di popolarità, non c’è che dire.


