Regionali: Tosi si lancia nelle urne con la faccia tosta della grande sorpresa che nessuno aspettava

Regionali: Tosi si lancia nelle urne con la faccia tosta della grande sorpresa che nessuno aspettava

L’ex primo cittadino di Verona non perde tempo e si lancia in una scalata degna dei migliori thriller politici: «L’obiettivo è essere centrali nel centrodestra della prossima legislatura, sia in Consiglio che in Giunta». Evidentemente, il ruolo di comparsa gli sta stretto, e pretende il centro del palco.

Sabato scorso si è cimentato in un incontro a dir poco mozzafiato con ben ottanta segretari di sezione, dimostrando che il verbo del partito passa, ovviamente, attraverso di lui. Lunedì toccherà al leader nazionale, Antonio Tajani, fare tappa in Veneto, perché si sa: niente urla più forti del canto del gallo quando l’elezione si avvicina.

Forza Italia finalmente si scrolla di dosso la polvere e mollano gli ormeggi in vista del voto, con il segretario Flavio Tosi che si lancia in previsioni da paura: «Saremo la sorpresa. In cinque anni siamo passati dal 3,5% al 9% dei consensi in Veneto e saliremo ancora». Eh già, perché nulla dice “vincente” come triplicare il consenso partendo da percentuali ridicole.

La lunga marcia verso le elezioni – e dintorni

Sarà pure il 2025, ma inutile nascondersi: le Regionali sono il piatto principale, e il vento già soffia forte. Si parla di candidati governatori, ma, spoiler: è una lotta all’ultimo sangue tra Fratelli d’Italia, Forza Italia e la Lega. Ognuno vuole il suo trofeo, tutta una questione di potere e prese di posizione fatte a colpi di selfie.

Tosi non si lascia intimidire e assicura che «i rapporti numerici tra i partiti cambieranno, per noi in meglio». Ovviamente, senza fornire dettagli, perché si sa, le previsioni politiche sono più misteriose dei pronostici del meteo di Pietro il mago di turno.

Risposte imperturbabili e battaglie interne

A chi si permette di alzare la voce, come il sindaco di Treviso Mario Conte, Tosi risponde con la calma glaciale di un monaco zen: «Abbiamo mosso critiche su due punti in cinque anni di governo regionale: l’aumento dell’Irap – che stranamente non abbiamo votato e che punta dritto alla Pedemontana – e la gestione della sanità pubblica». Già, perché dare la colpa a chi governa senza essere nei posti dove si decide è il nuovo sport par excellence.

Si scopre così che la Pedemontana sta costando più del previsto (nessuna novità, ma a chi importa?) e che le liste d’attesa nelle aziende sanitarie rimangono lunghissime. Tutto merito della scelta strategica di Zaia: tenere fuori Forza Italia da giunta e commissioni, così da evitare qualsiasi fastidioso confronto durante le riunioni. Un allontanamento che però ha il vantaggio di trasformarli magicamente in “portatori di voti gratis”. Sì, avete capito bene: zero responsabilità, zero doveri, solo applausi incondizionati dal pubblico.

Campagna elettorale: la solita danza

Certamente, nessuna campagna elettorale può dirsi tale senza la solita mistura di promesse, minacce e sguardi intensi rivolti al futuro. I partiti si preparano, si agitano e si scaldano, mentre gli elettori guardano con quel misto di speranza e scetticismo che da sempre accompagna le urne. Perché se c’è una regola non scritta della politica veneta, è che nulla cambia ma tutti fingono che invece sarà tutto diverso.