Ecco il colpo di scena: anche l’assessora all’istruzione, quella del partito della serietà e dei valori rassicuranti, Francesca Gerosa di Fratelli d’Italia, ha finalmente smesso di brontolare contro l’assegno decennale per il terzo figlio — almeno formalmente. Fino a ieri mattina, infatti, la nostra paladina della prudenza non aveva nascosto le sue perplessità, chiedendo peraltro al governatore una sospensione della misura. Poi, con un lampo di genialità, ha proposto una mediazione: tagliare la durata del bonus da dieci a tre anni e, udite udite, rimettere in gioco la cosiddetta «dote finanziaria», quella chicca che era stata sacrificata per trovare i soldi del bonus terzo figlio (che, a regime, costerà alla sanissima Provincia la bellezza di 37 milioni annui).
Il trionfo dell’immobilismo: la manovra approvata senza un minimo di modifica
Nonostante tutto, il nostro appassionato governatore non ha perso tempo in inutili chiacchiere: il provvedimento è stato approvato così com’era, nella sua forma originale e pura. Nessuna sospensione, nessuna rimodulazione della durata, nessun vero cambiamento degno di nota. Fugatti ha lasciato intendere che nemmeno la richiesta di Gerosa è stata presa in considerazione — perché qui si fanno le cose serie, mica si perde tempo a mediare!
Ovviamente, la solita strategia da manuale: Gerosa può dormire sonni quasi tranquilli perché, udite udite, ha ottenuto soltanto che venga fatto un «attento monitoraggio» a tre e cinque anni per vedere se il bonus funziona davvero oppure no. Sì, avete letto bene: verrà controllato il tutto… tra qualche anno. Una brillante mossa per far finta che ci si stia preoccupando, mentre in realtà si lascia correre tutto com’è, perché poi, insomma, soldi ce ne sono e quei 37 milioni l’anno mica sono noccioline.
Fugatti, in una versione meno decisa del solito, ha poi aggiunto, quasi con aria candida, che un controllo a qualche anno dall’avvio del contributo «è ragionevole». Ma attenzione! Attenzione! Non venga nessuno a rompere le scatole mettendo lo strumento in discussione: il bonus rimane sacro e intoccabile, roba che si discute solo nelle migliori famiglie.
Ah, la “dote finanziaria”, quel misterioso tesoro per i giovani che sembra più un gioco di prestigio politico che una reale fortuna. Da un lato, Gerosa ci racconta con fierezza di un “impegno ottenuto” per mantenere questa dote, nata per sostenere l’indipendenza dei giovani alla nascita del primo e secondo figlio. Peccato che sia stata abrogata in favore della misura per il terzo figlio, perché, diciamocelo, le risorse finiscono sempre per miracolo dove più conviene. Ovviamente, Gerosa giura che si stanno anche analizzando “le criticità” accumulate in un anno e mezzo, con la promessa di “modifiche migliorative”. Mica poco.
Fugatti, invece, con la sua proverbiale chiarezza da governatore navigato, risponde che tutto questo è in realtà una questione “finanziaria”, come se il denaro fosse una misteriosa entità indipendente dalla serietà delle misure che si vogliono adottare. E come ciliegina sulla torta, promette che la maggioranza discuterà se mantenere o migliorare la dote. Naturalmente, “miglioramenti” saranno introdotti “da qui all’avvio del confronto in consiglio”, frase che tradotta significa “ve lo faremo sapere quando sarà comodo”.
Il toccante commento di Gerosa
Da parte sua, Gerosa non si fa pregare e spara a zero sull’assestamento definendolo “un’ottima manovra che dà importanti risposte ai trentini”. Peccato che non ci dica quali risposte, forse gli stessi trentini devono essere contenti di un misterioso impegno mantenuto a parole? E subito dopo si lancia in una profonda riflessione da manuale di politica: “Preciso che interpretare il nostro ruolo con chiarezza e trasparenza non significa venire meno alla parola data”. Bellissimo, il mantra della coerenza! Peccato che quel “ci siamo presentati insieme nel 2023 e continueremo a lavorare insieme fino a fine legislatura” suoni più come una scommessa su chi si tradirà prima, dato che “su alcuni temi abbiamo opinioni diverse”. Ma guarda un po’, un po’ di discussione è una “ricchezza” secondo Gerosa. Magnifico.
E quindi, ora la “palla” passa al consiglio. Dopo la solita passerella con la presentazione dei contenuti del provvedimento, la prima commissione si lancerà a capofitto nella manovra, per poi approdare al gran finale in Aula venerdì 18 luglio, dove potremo finalmente ascoltare la relazione del governatore. Magari fra una promessa di miglioramenti e qualche elegante salto della quaglia.


