America’s Cup, Manfredi lancia l’ennesimo grido disperato: i soldi non bastano mai

America’s Cup, Manfredi lancia l’ennesimo grido disperato: i soldi non bastano mai

Gaetano Manfredi ha già iniziato a battere cassa con il consueto entusiasmo, ammettendo candidamente che le risorse stanziate per la Coppa America sono «chiaramente insufficienti» per un evento tanto complesso quanto importante. Non solo, si affretta a ricordare che il ritorno economico atteso è superiore al miliardo, con più di 10.000 posti di lavoro creati. Insomma, una pacchia da far girare la testa ai burocrati.

Poi, da vera sorpresa, concede che «saranno necessarie altre risorse economiche», che dovrebbero magicamente comparire in Finanziaria. Peccato che, nel frattempo, il decreto Sport abbia stanziato la bellezza di 7,5 milioni — una manciata di spiccioli, visto il clamore globale dell’evento — per la gestione iniziale del Comitato organizzatore. Ovviamente si tratta solo di una “prima tranche”, perché il sindaco sembra già in preda al panico.

Ma non c’è da stupirsi: tra opere da realizzare per il verde pubblico, il trasporto e lavori a mare, il tempo stringe, e pare che le meravigliose promesse fatte da Palazzo Chigi siano già un ricordo sfumato. Insomma, se il buongiorno si vede dal mattino, la Coppa America rischia già di partire con il piede sbagliato.

Durante un’audizione in Commissione Cultura sul decreto Sport, rispondendo indirettamente all’ironico governatore Vincenzo De Luca — che aveva scherzato sul fatto che della Coppa America a Napoli si parlava più sui giornali che in concreto — Manfredi ha fatto mettere a verbale un dettaglio molto “importante”: la presenza della Regione Campania e della Città Metropolitana durante la realizzazione dell’evento, perché non si tratta solo di Napoli ma anche delle zone litoranee e delle isole di Ischia, Capri e Procida.

A questo punto, torniamo a parlare dei fondi, tema che si incrocia fastidiosamente con la questione dei poteri commissariali, mai riconosciuti al sindaco. Soprattutto per Bagnoli, dove sorgerà il villaggio dell’evento: il misterioso “primo” (che poi rimane l’unico) potere speciale che il sindaco si aspettava ma che, sorpresa delle sorprese, non ha ottenuto.

Insomma, tra richieste di maggiori poteri, bacchettate velate a Roma e la speranza, forse vana, che qualche soldo in più arrivi in extremis, il quadro è chiaro: un evento internazionale che dovrebbe dare lustro a tutti si sta trasformando in una partita a scacchi tra enti, soldi che non ci sono e promesse da marinaio. Ma dopotutto, chi ha detto che organizzare un evento globale sia semplice?

Il cittadino medio può dormire sonni tranquilli: i fondi disponibili per la bonifica e infrastrutturazione del Sin sono esattamente quelli che già abbiamo. Nessun aumento, nessuna magia finanziaria, per cui il Comune non ha fatto richieste supplementari. E se mostriamo entusiasmo per eventuali nuovi soldi, beh, sarebbe come ricevere una manna dal cielo. Peccato però che queste risorse abbiano limiti temporali rigidissimi. Il sindaco ha infatti spiegato, con una chiarezza disarmante, che stiamo aspettando rassicurazioni dalla Ragioneria dello Stato e dal Mef per poter finalmente, forse, ammorbidire questi vincoli nel 2026-27, sperando di poter spacciare soldi sia per gli interventi di infrastrutturazione sia per quei costosissimi extra legati ai servizi per la Coppa America che il Comune dovrà pagare di tasca propria.

Il nostro primo cittadino, evidentemente poco amante della semplicità, ha pure presentato le sue “proposte concrete” a un Governo che, si spera, risponderà a tono. Perché, ovviamente, infrastrutture che servono al territorio e promettono ritorni economici sono una rarità nel Belpaese e meritano tutta l’attenzione possibile.

L’immancabile richiesta di “accelerazione della spesa”

Il sindaco non è troppo modesto: vuole strumenti di accelerazione della spesa “alla Pnrr” o addirittura più sofisticati. No, non solo per Bagnoli, dove parrebbe che gli strumenti previsti siano più che sufficienti (ma evidentemente già troppo lenti), ma soprattutto per tutta l’area del lungomare di Napoli, epicentro della sfida Coppa America. Qui, vista la complessità, servirebbero interventi infrastrutturali che coinvolgono anche l’Autorità portuale, le Ferrovie dello Stato, e anche l’aeroporto. Insomma, un progetto a 360 gradi che richiede poteri speciali, anche se formalmente non commissariali. Con un unico, semplice obiettivo: che il sindaco possa decidere praticamente tutto, non solo a Bagnoli.

Altro che pianificazione partecipata o burocrazia: qui serve solo “snellimento amministrativo” per correre veloce verso una manifestazione che, in fondo, arriverà nel 2027. E non dimentichiamo che il Commissariato, composto da 10 impiegati (sì, avete letto bene), deve miracolosamente gestire una mole di lavoro enorme, tra mare, terra e scadenze contraddittorie.

Naturalmente, l’attuale commissariamento scade a fine 2025, ma tranquilli, ce lo prorogheranno. Perché l’America’s Cup si fa nel 2027 e le opere finiranno anche più tardi. Nel rinnovo della proroga non potrà mancare la richiesta di potenziare il personale, sia tecnico sia amministrativo. Più gente, più poteri, più fondi: la formula magica del “ce la farò… forse”.

Insomma, un altro capitolo della saga italiana sul “fare presto”, che evidentemente significa accumulare dossier, organizzare commissioni e chiedere più risorse solo per poi incapparvi nelle solite, insopportabili limitazioni temporali e burocratiche. Ma almeno abbiamo la gioia di sapere che il sindaco è impegnato a “lottare” per la città, mentre tutti noi attendiamo fiduciosi l’arrivo di quella fantomatica manna che, come al solito, sarà più un’ironia da bar che una vera soluzione.

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