Ianeselli promette la nuova Trento a colpi di opere e cultura, mentre le opposizioni stanno già con le fiaccole accese

Ianeselli promette la nuova Trento a colpi di opere e cultura, mentre le opposizioni stanno già con le fiaccole accese

Una Trento sicura, connessa da colossali opere e, ovviamente, senza dimenticare nessuno. Questa, almeno, è la fiabesca rappresentazione che la Giunta comunale ci ha gentilmente offerto per la “città del futuro”. Il sindaco Franco Ianeselli, sempre pronto a nuove meraviglie, ha deciso di regalarci la sua visione in un attesissimo intervento in Consiglio comunale, lo scorso 2 luglio. Naturalmente, le minoranze non hanno perso tempo a svelare la facciata patinata e a mettere sotto accusa questa brillante narrazione.

Le grandi opere

Nel suo secondo mandato, il nostro caro sindaco e la sua squadra di giunta promettono una “azione continua di fondazione”. Davvero edificante. Ma a cosa si traduce tutto questo nel concreto? Ovviamente nelle grandi opere di mobilità, indispensabili per la missione di “città moderna” (pardon, futuristica). Dal prossimo anno, preparatevi a rivoluzioni epocali: dall’ex Sit, all’ascensore verso Mesiano, alla passerella sul fiume Adige, per non parlare della futuristica cabinovia verso il Monte Bondone. Sembra quasi un parco giochi pensato per spostarsi con stile. Ma non finisce qui! I parcheggi di attestamento diventano la panacea di tutti i mali del traffico cittadino; pronti a spuntare come funghi a Mesiano, nelle mirabolanti località di Corallo, Bermax e allo svincolo di Canova, strategicamente posizionati lungo la linea del fantasmagorico Brt.

Giovani, cultura e innovazione

Ma che fosse tutto solo asfaltato e cemento sarebbe riduttivo. Il secondo mandato di Ianeselli non può certo ignorare le anime belle della città: i giovani, la cultura e, naturalmente, l’onnipresente innovazione. Per rendere tutto più tangibile, sta per aprire il Centro giovani e l’Urban Center nel compendio Santa Chiara, perché nulla urla più “avanguardia” di una rimessa a nuovo di spazi istituzionali. Al capitolo start-up e imprese innovative si aggiunge il Polo nell’ex facoltà di Lettere, perché nulla dice “futuro” come occupare edifici storici per incubare idee nuove. Non poteva mancare la punta di diamante dell’offerta sportiva: il rinnovato centro acquatico Manazzon aprirà presto le porte, mentre la piscina olimpica alle Ghiaie è destinata a diventare realtà, o almeno così si spera. E dulcis in fundo, per far contenti tutti i genitori, arriverà finalmente un sistema di nidi che riesca a soddisfare la domanda di posti, grazie all’apertura dell’ormai mitico Orsetto Pandi e all’inevitabile estensione delle strutture esistenti.

Ah, il progetto 0-6 ci promette di azzerare quasi totalmente le liste d’attesa, come se fosse una magia istantanea e non il risultato di anni di promesse vaghe e scaricabarile tra amministrazioni. Che fortuna, siamo a un passo dal miracolo, o almeno così ci dicono.

Passiamo al giochino della sicurezza: naturalmente, si tratta di rafforzare il presidio delle forze dell’ordine, attività che fa tanto “ordine e disciplina”, e aggiungere un po’ di prevenzione, oltre a strutture di sostegno sociale come il “drop-in” — perché nulla dice “sicurezza” come un nome d’osteria — tutto per “migliorare la qualità della vita degli utenti” e, soprattutto, per limitare il “fastidio” che queste persone causerebbero alla comunità. Quanto amore per il prossimo!

Ianeselli aggiunge con una serenità disarmante che bisogna “ripensare le politiche di accoglienza”, ovvero quelle competenze di Piazza Dante che, guarda caso, hanno concentrato tutti i richiedenti asilo nella bella città di Trento e, contemporaneamente, hanno demolito i servizi di accoglienza e integrazione. Risultato? Un cocktail esplosivo di disagio sociale che alimenta inciviltà, illegalità e perfino crimine. Complimenti per la strategia a prova di bomba!

Questi splendidi pezzi di programma sono tenuti insieme da quella che viene sponsorizzata come una “visione di città del domani”: sentite questa… “Dobbiamo sentirci responsabili del problema di renderla abitabile” in ogni angolo, trasformando strade e quartieri in spazi “protetti, accoglienti, dedicati alle relazioni e alla socialità”. Insomma, roba da film, per non dire da fiaba, soprattutto se pensiamo che la medesima visione include estensione delle zone 30, un Piano del verde e l’ingombrante presenza del Comune in Itea per rilanciare l’emergenza casa. Parole grandiose, ma la solita brillante abilità di mescolare concetti nobili con la disorganizzazione.

Il commento dell’opposizione: scordatevi l’unità

Naturalmente, l’opposizione non poteva farsi mancare una bella bacchettata. La capogruppo di Fratelli d’Italia, Ilaria Goio, tira fuori il classico j’accuse: niente visione di città unitaria, solo proposte sparse senza un filo conduttore. Che shock, chiedere concretezza e un’identità forte per una città che dovrebbe imparare a “farsi scegliere” — esattamente, come se Trento fosse Tinder e dovesse finalmente ricevere qualche match.

Il capogruppo della Lega, Devid Moranduzzo, si mette a difesa dei negozianti che, a quanto pare, hanno sofferto tremendamente per le famigerate zone 30, le ZTL e le piste ciclabili, che ovviamente hanno paralizzato il commercio locale. Ecco, prima la sicurezza, poi l’economia, ma niente paura: “chiediamo azioni concrete e risultati tangibili. Basta promesse”. Suona familiare, vero?

Per concludere, rispondendo a un’affilata interrogazione di Ilaria Goio, l’assessore all’economia Alberto Pedrotti ha annunciato la nascita del tanto atteso fondo per rimborsare commercianti vittime di spaccate. Il bando? Arriverà tra fine luglio e inizio settembre, con validità retroattiva per attività colpite da almeno due furti dall’inizio del 2025. Tradotto: arriveremo in soccorso dopo mesi di danni e indignazione pubblica.

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