Forza Italia si schiera con il Pd sullo Ius Scholae, la Lega piange sul latte versato

Forza Italia si schiera con il Pd sullo Ius Scholae, la Lega piange sul latte versato

Ah, l’impareggiabile gioco del rimbalzo politico: torna di nuovo in scena lo Ius scholae, quel piccolo tema innocuo che, come un buon thriller estivo, sa sempre far emergere fratture nella maggioranza e strizzare l’occhio a formazioni politiche opposte. Questa volta sono gli azzurri a rispolverare la loro proposta di riforma sulla cittadinanza, tanto amata da Forza Italia, che riesce persino a ottenere qualche applauso da quella creatura mitologica chiamata “opposizione” — in particolare gli eterni fustigatori del Partito Democratico. Naturalmente, la ben più risoluta e coerente Lega strilla il suo no secco e solenne, come ci si aspetterebbe da chi ha fatto del rifiuto la sua arma primaria.

Prima è il portavoce Raffaele Nevi a fornire lo scoop: «Se il Pd vuole calendarizzare lo Ius scholae, noi siamo pronti ad approvarlo con loro», dichiarazione quanto meno curiosa, visto che è proprio un progetto di Forza Italia. Pochi minuti di silenzio e arriva lui, il leader Antonio Tajani, per mettere un punto alla faccenda con la delicatezza di un elefante in cristalleria, spiegando agli incuriositi cronisti in Senato: «Non è che noi siamo pronti a votare con loro, è il Pd che deve votare la nostra proposta. Chiunque vuole votare la nostra proposta la voti». Insomma, un invito sibillino degno di un torneo medievale, condito da una precisazione che fa capire bene la vera differenza: le proposte di azzurri e dem non coincidono. Ma ecco il colpo di scena politico: Forza Italia getta il cuore oltre l’ostacolo e si dice disposta a dialogare con il Pd e “tutte le altre forze interessate”, per una riforma della cittadinanza basata sul percorso scolastico.

Non c’è niente come una minaccia apparente di cooperazione a rianimare gli animi. Nel Pd, soprattutto all’interno del settore “riformista”, qualcuno fa spazio a sorrisi e piccoli cenni di approvazione verso questa sorprendente apertura. A parlare è il senatore Graziano Delrio, pronto a dispensare ottimismo con la serietà di chi sogna un miracolo: «È un segnale positivo che il Parlamento non può ignorare», ci dice, aggiungendo però, come sempre, quel pizzico di scetticismo da manuale: «È fondamentale che questo impegno sia serio e concreto e non si riduca a una mera dichiarazione di intenti priva di sostanza». Che sollievo, almeno un po’ di prudenza.

E per finire in bellezza, guarda chi si fa avanti: il nostro caro europarlamentare Giorgio Gori, che definisce questa mossa «un passo avanti che merita l’avvio di un confronto libero e costruttivo». Come se la politica italiana non fosse già un’arena di confronto libero, quando non vera giungla.

Nel magico mondo della politica italiana, la deputata Marianna Madia ha deciso che lo “Ius scholae” è un’«ottima notizia». La senatrice Simona Malpezzi rincara la dose con un eloquente «bene», auspicando l’approvazione di una «legge doverosa di civiltà politica». Intanto, l’eurodeputata Pina Picierno lancia un monito agli azzurri: «Ora serve coerenza». Davvero, come potrebbe mancare?

Nel frattempo, il leader di Azione, Carlo Calenda, conferma la solita posizione superconvinta: «Se Forza Italia porterà al voto uno Ius scholae, lo sosterremo convintamente». A fare da gran cerimoniere però ci pensa il segretario di +Europa, Riccardo Magi, che con la delicata ironia che lo contraddistingue esclama: «Prima Antonio Tajani dice che serve una riforma della cittadinanza per rispondere a centinaia di migliaia di giovani, poi propone qualcosa di più restrittivo della legge attuale». Ecco la solita fumosità estiva di Forza Italia: «L’apertura di Nevi mi sembra l’ennesima boutade estiva», chiosa Magi. Ma, per carità, facciamo finta di essere ottimisti: «È bene che si apra il dibattito in Parlamento, ci confronteremo lì anche se temiamo che FI non abbia intenzione di fare sul serio».

Chi invece spera davvero che Tajani e la sua banda non facciano sul serio è la sempre fedele e ottimista Lega. Il capogruppo alla commissione Cultura della Camera, Rossano Sasso, non si fa certo pregare e con piglio da crociato definisce la proposta una «boutade estiva», ma stavolta con toni che sembrano usciti da un manuale di cattiveria politica. «L’integrazione non è un pezzo di carta», ci spiega lui, perché «la cittadinanza italiana va bene così com’è». Nel mezzo della presentazione di una risoluzione contro la fantomatica «islamizzazione delle scuole» – sì, avete letto bene –, siglata insieme all’eurodeputata Silvia Sardone, Sasso bollava il progetto di FI come «tecnicamente sbagliato e irricevibile», proveniente da chi evidentemente «non conosce la realtà delle scuole».

Nel teatrino delle contraddizioni, il salvatore della patria sembra essere Maurizio Lupi di Noi moderati, che prova a mettere un po’ d’ordine nel far west della maggioranza. Uno che, con saggezza dipinta in volto, dichiara: «La nostra posizione sullo Ius scholae è nota: favorevole, però le forzature non servono, sono solo controproducenti e rischiano di far saltare l’unità della coalizione». Insomma, il classico “facciamo tutti finta di volere qualcosa e poi non facciamo nulla, così nessuno litiga troppo”. Geniale.

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