La mitica casa automobilistica francese Renault annuncia con un certo entusiasmo una perdita monstre di circa 9,5 miliardi di euro solo nel primo semestre. Ma attenzione, non si tratta di un disastro improvviso: è tutto merito di un simpatico cambio di regole contabili sull’investimento detenuto in Nissan Motor. Un’impresa di trasformismo, insomma.
Per chi fosse curioso, Renault detiene il 35,7% di Nissan, un valore suddiviso tra un 17,05% diretto e il resto nascosto in un trust, una di quelle formule che suonano bene in bilancio ma spesso nascondono torbide trame finanziarie. Nonostante il taglio netto nelle modalità di contabilizzazione dell’investimento, la casa francese ci rassicura: gli effetti sulle casse del gruppo saranno nulli, perché ogni oscillazione nel valore della quota finirà direttamente a gonfiare o sgonfiare il patrimonio netto, senza sfiorare l’utile netto o i dividendi. Fantastico, no?
Ora, la ciliegina sulla torta: Renault sta gradualmente riducendo la sua esposizione in Nissan, non per scelta o strategia, ma perché l’azienda giapponese è alle prese con un vero e proprio incubo fatto di vendite che crollano e problemi di liquidità degni di un film drammatico banale. Un calvario, insomma.
Nonostante questo scenario da film horror aziendale, Renault assicura che niente cambierà nella collaborazione operativa tra le due aziende. Una dichiarazione che suona quasi come un mantra per convincerci che tutto è sotto controllo, mentre dietro le quinte probabilmente si inciampa già nel caos.
In sintesi, siamo al paradosso finanziario perfetto: Renault dichiara una perdita mastodontica solo grazie a un cambio di prospettiva contabile, mentre l’operatività resta illesa sulla carta. Nel frattempo, il valore della sua quota in Nissan affonda come un sasso nel mare agitato della crisi, ma la sinfonia della sinergia ufficiale continua a suonare allegra. Il tutto senza ripercussioni tangibili sugli utili o i dividendi, almeno finché la musica non si ferma davvero.



