Emilia-Romagna: l’assessore al Bilancio promette miracoli – risparmi senza tagliare la sanità e zero tasse nuove, parola di Corte dei Conti

Emilia-Romagna: l’assessore al Bilancio promette miracoli – risparmi senza tagliare la sanità e zero tasse nuove, parola di Corte dei Conti

L’assessore Davide Baruffi ci regala una piccola perla di realismo economico degna di nota, soprattutto dopo che la Regione Emilia-Romagna ha archiviato il rendiconto 2024 con un bel saldo positivo di 191,5 milioni di euro. Peccato che sotto sotto si nasconda il piccolo dettaglio di un disavanzo corrente di 378 milioni, scaturito dalla solita magagna sanità. Ovviamente, la solerte Corte dei Conti si è premurata di avvertirci che “bisogna agire sul contenimento della spesa”. Che novità.

Baruffi reagisce con la calma olimpica di chi ha già imparato a convivere con il controsenso. Il bilancio, ci tiene a specificare, è stato “parificato senza osservazioni e senza condizioni”, un dettaglio non da poco, visto che la Corte avrebbe tranquillamente potuto imporre clausole di aggiustamento o far tornare in Assemblea i conti da correggere. Ma niente di tutto ciò è successo. Anzi, ci informa con una punta di ironia nera che ci sono Regioni che non riescono a chiudere i conti da anni, mentre noi ci crogioliamo in questo dibattito ultra-specialistico su un bilancio che va bene così com’è. Un capolavoro di ottimismo o, forse, di spericolata autosufficienza.

Quando gli si chiede se la Corte dei Conti è troppo severa con l’Emilia-Romagna, Baruffi risponde con quella sana dose di cinismo che tutti ormai amiamo. Sì, la Corte “fa il suo lavoro”, certo, ma per noi si alza il livello della sfida: “ci chiedono di saltare con l’asticella a 2 metri e 20, mentre altri si accontentano di 40 centimetri”. Una magnifica immagine per spiegare che, insomma, la Regione ha standard da atleta olimpionica… o almeno così ci raccontano.

Il legittimo dubbio però resta: quel bel campanello d’allarme sul disavanzo sanitario, lanciato con tono grave dal presidente della sezione di controllo della Corte dei Conti dell’Emilia-Romagna, Marcovalerio Pozzato, non sembra un dettaglio da prendere alla leggera.

Baruffi ci spiega, come se fosse la cosa più normale del mondo, che “come ha detto il presidente Michele de Pascale quest’anno, consapevoli che il problema fosse strutturale, abbiamo messo in piedi una manovra fiscale che, in parte nel 2025 e in parte nel 2026, aumenta strutturalmente le entrate della Regione.” Traduzione: ci siamo detti ‘ora si fa la voce grossa coi cittadini’ e magari, così, per magia, i conti tornano. Che ingenuo ottimismo.

Che loro denunciano rispetto alla fotografia finale, prima del riequilibrio fatto con risorse di bilancio extra sanitarie e con il payback farmaceutico, noi lo assicuriamo strutturalmente. Una parte della manovra fiscale agisce sul 2025 con ticket e Irpef, mentre Irap e bollo a partire dal 2026, quando quell’equilibrio strutturale sarà pienamente realizzato.

Non pensate dunque ad agire sulla spesa con una spending review sui costi della sanità emiliano-romagnola? O ritenete davvero che non ci sia nulla da tagliare?

«Tagliare è possibile, ci sono altre Regioni in Italia che lo stanno facendo, ma per noi resta sbagliato e non lo facciamo. Abbiamo fatto questa manovra fiscale proprio per non tagliare la sanità, è una scelta politica. D’altra parte la stessa Corte dei Conti ha parlato di un sotto finanziamento della sanità, loro per primi dicono che il Fondo sanitario nazionale sta crescendo in misura insufficiente per coprire l’inflazione. Come si può rispondere a tutto ciò? O tagliando, o mettendoci più soldi, che magari non è una scelta popolare ma è un sacrificio che serve a garantire gli stessi servizi. Tutt’altra discussione è la qualificazione della spesa, su quello la penso come loro. Di certo a fronte di un Fondo sanitario nazionale che cresce in termini nominali, ma cala in termini reali rispetto al Pil, non è che puoi fare una manovra fiscale ogni due anni… Sono il primo a esserne consapevole. Per questo il tema è riorganizzare e riqualificare la spesa, ma anche governare la domanda in termini di appropriatezza».

Non è che tra qualche anno sarete costretti a una nuova manovra fiscale per tenere il punto sulla sanità emiliano-romagnola?

«Non possiamo aumentare le tasse ogni tre anni, è una scelta che non rifaremo in questa legislatura. A me tocca fare il guardiano dei conti e l’ho detto chiaramente a tutti in giunta: le tasse si alzano soltanto una volta. Abbiamo fatto un ragionamento di respiro, perché riteniamo che tagliare la spesa sanitaria sia sbagliato, ma l’impegno è a lavorare sull’offerta e governare meglio la domanda. Dopo il Covid come Regioni, anche in Emilia-Romagna, abbiamo registrato un’esplosione della domanda, si prescrive molto e in modo inappropriato».

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