Il Presidente della Repubblica ha deciso, in un colpo di genio degno di nota, di aprire il sacro scrigno del Palazzo del Quirinale a tutta la plebaglia curiosa. A partire dal 23 giugno, quindi, il prestigioso monumento – che per decenni ha ospitato festini istituzionali e riunioni da élite – sarà visitabile tutti i giorni, tranne il lunedì e il giovedì. Cosa sarà mai un po’ di coerenza nei giorni di apertura? Dalle 9:30 fino alle 16:00, i turisti potranno finalmente ammirare ciò che in passato era riservato a pochi fortunati eletti.
Il progetto, con un nome tanto originale quanto ambizioso, “Aperti per Voi”, è gestito dal mitico Touring Club. L’obiettivo – mica da poco – è quello di rendere visitabili “luoghi storici e culturali” che altrimenti rimarrebbero chiusi, probabilmente per mantenere quell’alone mistico di inaccessibilità che piace tanto a chi dirige questo paese.
Ah, il Quirinale: non solo dimora del capo dello Stato, ma anche tesoro Nazionale da mostrare a chi, fino ad oggi, poteva solo sognare di varcare quelle porte sorvegliate ossessivamente. Non che il pubblico abbia mai potuto accedere con facilità, ma ora, finalmente, ci si può consolare con qualche breve visita guidata. Non sia mai che il patrimonio storico e simbolico venga davvero vissuto da chi lo paga con le tasse.
La scelta dei giorni di chiusura – proprio il lunedì e il giovedì – lascia un po’ interdetti: forse per non stancare troppo le guardie o per concedere qualche giorno di “pigrizia istituzionale”. Comunque vada, avremo più tempo per prenotare la visita, e magari scattare qualche foto con la solita aria smarrita da turista, ammirando lampadari e quadri che per decenni sono stati rintanati dietro la carta da parati della riservatezza.
Insomma, un gran passo avanti verso la trasparenza e l’accessibilità culturale… o almeno così ci vogliono far credere. Perché, alla fine, non c’è niente di più rassicurante che vedere un palazzo aperto quasi ogni giorno, tranne quei due giorni strategici in cui a nessuno verrebbe mai in mente di bussare alla porta del potere.



