Fulvio Martusciello, segretario regionale di Forza Italia in Campania e, per chi se lo fosse dimenticato, anche europarlamentare, ha deciso di regalarci una perla di saggezza politica durante l’apertura della nuova sede del partito a Durazzano, un luogo simbolico dove, evidentemente, si tirano le somme su chi merita applausi e chi invece solo qualche fischio. Ecco il suo verdetto senza mezzi termini.
Secondo Martusciello la famigerata Giunta De Luca sarebbe un vero e proprio orticello di mediocrità da cui, stranamente, si salvano solo due nomi: Caputo e Fortini. Il resto? Un esercito di «signor nessuno», persone così messe a caso che pare non sappiano nemmeno dove mettere i piedi, figuriamoci capire il territorio o le comunità di cui dovrebbero occuparsi. Troviamo un complimento stentato a Antonio Marchiello, definito appena sopra la sufficienza, e una dichiarazione d’ammirazione verso Nicola Caputo, che, ahimè, ha il coraggio di vantare ben 42mila voti alle Europee: un dettaglio che fa la differenza quando si parla di eccellenze in un mare di anonimato.
Dal resto del manipolo, invece, Martusciello non salverebbe letteralmente nessuno. E non è finita: anche i manager pubblici finisco nel mirino di questa critica spietata che li accusa di totale incapacità di innovare. Una vera novità, direte voi, visto che l’arte dell’immobilismo sembra ormai il mantra ufficiale in quei corridoi.
E come perla finale, il segretario di Forza Italia suggerisce a De Luca di studiare l’esperienza di Rastrelli, che, secondo lui, rappresenterebbe il manuale imprescindibile di qualsiasi politico che voglia davvero imparare qualcosa di utile. Manco fosse un oracolo o il guru perduto della politica campana.
In sintesi, la giunta di De Luca sembra uscire da questo giudizio come un insieme di amministratori “anonimi”, incapaci di fare quel miracolo di innovazione tanto reclamato ma mai raggiunto, salvandosi solo chi ha dimostrato un po’ di polso elettorale o, chissà, un minimo di visibilità sul territorio. Una bella fotografia di un panorama politico dove la mediocrità si maschera in performance appena sufficienti, mentre il consiglio finale di cercare ispirazione in un passato politico suggerisce che, forse, il futuro in Campania è davvero ancora tutto da scrivere… o da riscrivere con ironia e sarcasmo.