La nuova giunta di Claudio Corrarati ha finalmente svelato i suoi sei assessori, anche se qualche incarico di secondo piano e la presidenza del consiglio comunale sembrano ancora materia di negoziazione. Ci sarà da divertirsi a leggere le circa trenta pagine che sintetizzeranno le priorità di questa improbabile alleanza tra centrodestra e Südtiroler Volkspartei. Nel frattempo, spiccano due soli volti con esperienza: Stephan Konder e Johanna Ramoser, gli unici che non si sono buttati a capofitto nell’ignoto politico. Gli altri cinque, però, costituiscono per le opposizioni la più eclatante fragilità di questa giunta a sette teste. E non mancano stroncature anche sulle ammirevoli iniziative sulla mobilità, sulle partecipate e sulla crisi abitativa che Bolzano – udite udite – non sembra proprio voler affrontare.
Il Partito Democratico, sempre pronto a lanciare frecciate, insiste sul fatto che l’Italia sia penultima in Europa per numero di laureati. Afferma il consigliere Stefano Fattor con una punta di sarcasmo crudo:
«Questa giunta con un solo laureato su sette è lo specchio perfetto del problema nazionale: un esecutivo che sembra escogitato più per sbaglio che per competenza. Fragilità a tutti i livelli, soprattutto nella classe dirigente, sia qui che a Roma.»
Ma non finisce qui: Fattor non risparmia la sua vena critica anche sulle aziende partecipate, punto dolente per chiunque voglia gestire risorse pubbliche senza trasformarle in un eterno “postificio”. È soddisfatto per la conferma di Paolo Berlanda all’Eco Center (un primo svecchiamento a cui però aveva già contributo il suo partito), ma teme già cosa potrebbe succedere in luglio, quando toccherà a Seab, Alperia e persino alla gloriosa Autobrennero.
In altre parole, il rischio che quelle importanti realtà strategiche si trasformino in comode poltrone per amici e sodali è sempre dietro l’angolo. Davvero una grande rivoluzione copernicana in salsa bolzanina.
Nel frattempo, le perplessità del Team K non tardano a farsi sentire, intrecciandosi con le critiche mosse dal consigliere dem. Soprattutto su questioni di mobilità, dove l’assessore Juri Andriollo ha raccolto più di uno sbadiglio dalla platea: «Errori grossolani» ha chiosato con la solita delicatezza del politicamente corretto.
E non è finita: il Team K, che non si fa scrupoli a denunciare l’ennesimo scivolone, ritiene un autentico capolavoro di sprovvedutezza lasciare la delicata gestione dell’urbanistica nelle mani fidate della SVP, come se il passato non avesse insegnato nulla di nulla.