Alto Adige spara 773 milioni per rincorrere l’inflazione: perché il portafoglio dei dipendenti dovrebbe essere una ruota panoramica?

Alto Adige spara 773 milioni per rincorrere l’inflazione: perché il portafoglio dei dipendenti dovrebbe essere una ruota panoramica?

Avanti tutta lenti, come sempre: la contrattazione collettiva per i dipendenti pubblici in Alto Adige fa piccoli passi, così piccoli che forse non li noterete neanche. Il presidente della Provincia, Arno Kompatscher, con la solita grinta da campagna elettorale, vuole assolutamente mantenere le promesse della lettera di intenti firmata quel magico 15 aprile. E con un tempismo degno di un colpo di scena, meno di due mesi dopo, annuncia in una seduta straordinaria della giunta un disegno di legge che magicamente mette sul piatto la bellezza di 773 milioni di euro (pronunciare con toni trionfali) nell’assestamento di bilancio 2025.

Ovviamente, la cifra totale è un mega-mix: fondi per i Comuni (che ne avevano proprio bisogno, eh), edilizia pubblica, residenziale, infrastrutture varie, scuole e sanità. Ma aspettate, la parte più gustosa arriva ora: 340 milioni di euro – sì, avete letto bene, 340 milioni – saranno dedicati alla contrattazione, ossia una donazione generosa per adeguare finalmente gli stipendi all’inflazione, cioè ai cari vecchi aumenti dei prezzi che tutti conosciamo (e amiamo).

Il disegno di legge: balle e numeri

Il meraviglioso disegno di legge sull’assestamento di bilancio 2025 si porta appresso l’avanzo del 2024 e una mirabolante ricalcolatura delle entrate, con relativa spartizione come in una partita di Monopoli. Le formalità da seguire saranno la solita parifica del rendiconto all’inizio di luglio da parte della solenne Corte dei conti, poi l’esame della commissione legislativa competente del consiglio provinciale e infine, come ciliegina sulla torta, l’approvazione tutto sommato banale verso la fine del mese prossimo.

Nel frattempo, la giunta provinciale con grande affidabilità promette di reperire fondi per finanziare il sempre necessario Deposito dei beni culturali (perché anche l’arte ha bisogno di spazio) e altri sporadici investimenti culturali, museali e infrastrutturali. Un capitolo a parte meritano poi i docenti di sostegno, quelli sì che sono una priorità: stabilizzarli in diversi istituti scolastici va bene, purché non ostacolino troppo la burocrazia. Tutto questo grazie all’avanzo record del rendiconto 2024 e a un andamento festoso delle entrate fiscali, ce lo dicono sia a livello provinciale (grazie alla solita economia locale che si crede forte e invincibile) sia statale, perché la festa si fa in due.

I sindacati: applaudono ma chiedono di più

Con la solita saggezza sindacale, già il 10 aprile – poco prima di questa parata di buone intenzioni – le varie rappresentanze sindacali hanno avuto il tempo di battere un mezzo applauso diplomatico. La nostra cara sindacalista Angelika Hofer si è lasciata andare a un commento dal sapore tanto consolatorio quanto da riunione di condominio:

«È un passo importante, certo, ma a dire il vero servirebbero più risorse per fare davvero la differenza».

Insomma, il classico messaggio “grazie per ora, ma non ci bastate”. Il che significa che per ora ci si accontenta, ma la solita lotta per − oh, che novità − migliori condizioni di lavoro e salari più adeguati continua con la solita calma olimpica di chi sa che mesi e mesi di chiacchiere ci aspettano ancora.

In definitiva, abbiamo la solita danza delle cifre e delle promesse dalla giunta provinciale, con l’aggiunta di qualche teatrino sindacale più o meno sincero. Tutto mentre i dipendenti pubblici aspettano, pazienti e obbligati, che l’inflazione non divori definitivamente ciò che resta dei loro stipendi e che i fondi promessi non si perdano nel magico calderone della burocrazia.

Ovviamente, i sindacati non sono ancora soddisfatti e già alzano la voce per ricordare che quella benedetta lettera di intenti presenta qualche postilla da rinegoziare a partire da martedì. Ah, e un messaggio ben chiaro al mondo politico: nonostante i milioni piovuti, la coperta resta corta e non basterà certo a cancellare il danno economico accumulato tra il 2022 e il 2024.

L’ironia dell’adeguamento: Hofer dalla Cgil prende la parola

Angelika Hofer, uomo-ombra della Cgil Agb nella trattativa, mette sul tavolo il suo cinico realismo: un «passo in avanti», certo, ma che lascia intendere come servirebbero fiumi di risorse, nonostante quei milioni già sparsi sul tavolo. Con la generosa somma a disposizione, il sogno sarebbe un adeguamento salariale dell’11,5% a fronte dell’inflazione reale (sempre secondo i calcoli sacri di Hofer) del 14,64% negli ultimi tre anni. Insomma, un bel taglio camuffato da “regalo”.

Naturalmente, la buona volontà della Provincia nessuno la mette in dubbio, soprattutto perché l’inflazione del biennio 2022-2024 è stata, diciamo, un’esperienza da armageddon economico. Quindi, favorita la fretta: queste risorse devono essere disponibili «subito», appena fatte le formalità di rito con la Corte dei conti e il Consiglio provinciale, dateci ‘sto denaro, prego! Il 17 giugno, in vista del prossimo round con l’Agenzia provinciale per le relazioni sindacali, Hofer promette un sistema «progressivo» di distribuzione, ovvero: ai meno pagati di più, ai più pagati qualcosa in meno — roba da applausi da giocolieri della equità.

Perché, dice la nostra sindacalista, «evitare che la forbice salariale si allunghi» è fondamentale. Giustamente, propone anche un piccolo miracolo: portare l’adeguamento direttamente in busta paga, così, magari, si vede tutto quel che arriva. Lo stile da contratto collettivo lo richiede, e lei prova a dare una svolta. Che dire? Coraggio, Angelika: qualche spicciolo immediato ci vuole come l’aria.

Scrinzi della Cisl: più soldi ora, meno favole sul lungo termine

Claudio Scrinzi, il volto della Cisl per il pubblico impiego, passa in rassegna la sceneggiata finanziaria con un’occhiata pragmatica: ci sono 125 milioni all’anno in più per contrattazione collettiva, oltre a quelli già previsti dal Bilancio. Suona bene, ma sottolinea una piccola falla nel sogno dorato: senza considerare un’inflazione da urlo, spera che si possa arrivare all’adeguamento totale prima possibile, preferibilmente con un intervento annuale e non un’impossibile somma triennale sputata con il contagocce.

In altre parole? Basta con i giochi dilatori e le promesse da sindacato di un altro pianeta dove magari tutto si aggiusta da sé: i soldi devono arrivare subito, e per tutti, senza scuse prefissate. Un appello forse rivolto più alla politica che alla Provincia stessa, perché la politica ha la straordinaria abilità di fare promesse e poi trasformarle in menzogne amministrative pulite.

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