L’estate 2025 si prospetta un vero salasso per chi sogna una villeggiatura al mare nelle località balneari del Lazio e della Toscana. Niente di nuovo, direte, ma i dati sono sconvolgenti: gli affitti estivi nelle province di Roma, Latina e lungo la costa toscana sono in pieno boom, con aumenti che oscillano tra il 10% e il 15% rispetto all’estate del 2024. E se si vuole fare un salto indietro fino al 2022, il caro affitti si traduce in un incremento vicino al 30%.
Le mete più gettonate, ovvero quelle vicine e comode, sono le preferite dai romani e vedono prezzi impennarsi senza pietà: parliamo di Anzio, Nettuno, Santa Marinella, Sperlonga, San Felice Circeo, Terracina, Capalbio e il Golfo dell’Argentario. Chi sperava in una vacanza low cost ad agosto può già rassegnarsi.
La formula più gettonata? L’affitto mensile a giugno, luglio o agosto, ovviamente. Così i proprietari si assicurano il massimo guadagno, mentre i vacanzieri, spesso disperati, si aggrappano a una sistemazione stabile, magari con accesso diretto alla spiaggia – perché, si sa, il comfort ha un prezzo, mica si può navigare gratis.
La doppia magìa degli aumenti: domanda e tasse
Cosa spinge questi prezzi alle stelle? Come sempre, la solita ricetta infallibile: domanda a valanga e nuove leggi fiscali e burocratiche da sballo. Le località marine situate a portata di mano da Roma non hanno mai perso il loro appeal, anzi, dopo la pandemia sono diventate ancora più desiderate grazie alla moda delle “vacanze di prossimità” e allo smart working che, magicamente, ti permette di lavorare con vista mare—ma a caro prezzo.
Poi si aggiunge il tocco finale: il cameo imperdibile delle nuove regole sugli affitti brevi. Il famigerato CIN (Codice Identificativo Nazionale) ora obbligatorio, e l’aumento della cedolare secca, che dal 21% è schizzata al 26% per il secondo immobile affittato. Chi è il povero cristo che ci rimette? Ovviamente il cliente, che si becca rincari in stile salasso fiscal-burocratico camuffati da affitti estivi.
Così, i proprietari non si limitano ad incassare di più, ma scaricano pure sull’inquilino stagionale oneri burocratici e fiscali da far girare la testa. Ecco il risultato: un bilocale o trilocale ad agosto costa spesso oltre 3.000 euro, con punte da capogiro che sfiorano i 4.500 euro nelle zone più esclusive o a due passi da Roma. Quindi, se speravate in un weekend al mare senza ipotecare casa, c’è da ricredersi.
Per chi si spinge sulle spiagge del Circeo o del litorale sud pontino, la situazione è surreale: i prezzi sono ormai allineati a quelli di rinomate destinazioni turistiche internazionali. Volendo si potrebbe giocare a scambio casa, ma dubitiamo che la Borsa delle vacanze sia ancora quella di una volta.
Insomma, il mercato degli affitti turistici è diventato un labirinto difficilmente districabile per i comuni mortali. Una gestione professionale sembra indispensabile per mettere d’accordo le esigenze di chi vuole incassare e quelle di chi, pur di non rinunciare alla vacanza, si trova a dover fare i conti con prezzi da capogiro. La sostenibilità è un optional, meglio portare il portafogli gonfio o restare a secco.