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L’Alto Adige dice no ai nuovi cittadini: il sociologo avverte, ma chi teme davvero il cambiamento?

11 Giugno 2025
L’Alto Adige dice no ai nuovi cittadini: il sociologo avverte, ma chi teme davvero il cambiamento?

Il commento di Adel Jabbar sull’esito del referendum è stato un vero e proprio colpo di genio: «La crescente presenza di stranieri in Alto Adige sta sostituendo un senso di familiarità con un’apocalisse di insicurezza». Certo, perché i cittadini locali, si sa, sono abituati a vivere nel loro rassicurante mondo di campanile, e ora che qualche nuovo volto si fa avanti, ecco che il dramma esplode!

Jabbar, sociologo con un talento speciale per la riflessione, ha messo in luce come questa nuova interferenza di gruppi etnici – immaginate, un cocktail sbalorditivo di culture! – stia generando una sorta di ostilità ben fondata nei confronti degli stranieri! E chi può biasimare gli indigeni? Dopo tutto, è chiaro che la loro vita sarebbe perfetta se solo l’immigrazione non esistesse, giusto?

Il referendum sulla cittadinanza, che in effetti sembrava un grande evento per cambiare le carte in tavola, si è rivelato un fiasco. Bastava poco: una soglia di partecipazione che, a quanto pare, era più alta delle aspettative. E così, l’Alto Adige è emerso come il campione d’eccezione, superando perfino le storiche battaglie di Calabria e Sicilia, con il suo deciso NO.

Per Jabbar, i requisiti per ottenere la cittadinanza non si esauriscono certo nella residenza: no, no, è un po’ più complicato. È necessario un reddito accettabile, una fedina penale immacolata e, in alcuni casi, la conoscenza della lingua italiana. Ma dai, chi non ama questo meraviglioso gioco di regole? È come un quiz di cultura generale dove si vince un posto in società.

E non fatemi parlare di immigrazione! Si chiacchiera tanto, ma come al solito, si sa, l’ignoranza regna sovrana. Molti pensavano che approvare questa legge avrebbe significato regolarizzare gli immigrati irregolari. Ah, dolce illusione! Si trattava solo di piccole modifiche nei requisiti! Un gran bel nulla!

L’impatto dei flussi migratori

Prima di ricevere la tanto agognata cittadinanza, gli stranieri con permesso di soggiorno già godono di diritti invidiabili: accesso ai servizi sociali, alla sanità e persino alla pensione. E allora da dove deriva questa malsana paura che circola riguardo alla concessione della cittadinanza? Potrebbe stupire, ma il reale spauracchio è il diritto di voto. Già, perché in fondo, chi ha paura di permettere agli stranieri di votare? Forse perché, come dimostrano esempi in giro per l’Europa, quando si dà loro questo diritto, tendono a interessarsi delle stesse cose che interessano a tutti gli altri. Che disastro!

Da circa quarant’anni, Bolzano è diventato un magico crocevia di flussi migratori, accogliendo persone da ogni angolo del pianeta. Eventualmente, dall’inizio degli anni ’80, questa immigrazione ha cominciato a essere vista come un’emergenza pubblica. E come potrebbero non esserci paure? Il timore di rompere le abitudini sta imperversando: la sempre crescente presenza di stranieri trasforma il dolce profumo di familiarità in un tremolante sentore di insicurezza. Per non parlare della stabilità precaria fra diversi gruppi linguistici, che potrebbe crollare all’arrivo di nuove culture. Oh, poverini!

Nella sua opera Nuovi volti e vecchi luoghi, che avrà l’onore di essere presentata mercoledì 11 giugno, Jabbar non si tira indietro e sviscera anche il fatidico impatto dell’immigrazione sull’economia locale. Basta guardarsi intorno per accorgersi che gli stranieri sono ormai parte integrante del tessuto economico, occupandosi di lavori di cura e servizi, come badanti e camerieri, fino a mestieri di alto profilo, come medici e docenti universitari. Ma ci mancherebbe altro, non è mai stato uno scandalo, vero?

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