Il gigante dello streaming, che tutti conosciamo come Netflix, ha deciso di investire più di un miliardo di euro in Spagna nei prossimi quattro anni. Un annuncio fatto con tanta fervore dal co-amministratore delegato Ted Sarandos, proprio mentre si trovava a Madrid. Chissà come mai, visto il grande successo di pubblico e critica della serie “La casa di carta”.
“Con questo investimento, saremo in grado di contribuire ancora di più all’economia spagnola, creare più posti di lavoro spagnoli, raccontare più grandi storie Made in Spain”, ha dichiarato Sarandos, come se il suo generoso gesto fosse la soluzione a tutti i problemi del paese. Meraviglioso!
Accanto a lui, il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez, che ha colto l’occasione per festeggiare il decimo anniversario dell’arrivo di Netflix in Spagna, probabilmente pensando a quanto questa “celebrazione” possa realmente migliorare la vita quotidiana degli spagnoli. Una manciata di posti di lavoro in cambio di un bilancio di produzione satirico. Non male, no?
Dopo aver aperto i suoi studi vicino a Madrid nel 2019, Netflix ha dato vita a un centro di produzione di 22.000 metri quadrati, chiaramente più utile di una nuova opera pubblica o di investimenti in infrastrutture. Naturalmente, da allora, ha creato oltre 20.000 posti di lavoro, perché nulla dice “sviluppo sostenibile” come un’industria che sembra volare tra le nuvole con le sue serie originali.
Insomma, quando parliamo di investimenti, è chiaro che Netflix ha tutto sotto controllo: posti di lavoro, storie “Made in Spain” e un’economia che si rilancia con il potere delle serie tv. Perché, in fondo, chi ha bisogno di un sistema industriale solido quando possiamo goderci un’altra stagione di realtà distorta su schermi luminosi?
