Quale meraviglia vedere anche in montagna le solite dispute tra le forze politiche, dove il concetto di “difendere la montagna” sembra tanto un mantra quanto un’allegra farsa. Chiunque pensi che i vari partiti stiano semplicemente cercando di salvaguardare le alture, è probabilmente caduto da un sentiero. Le proposte si affollano: da un lato, c’è chi propone deroghe per facilitare i soccorsi e dall’altro chi teme la fine del mondo con tutte quelle maledette jeep e cacciatori in giro. Insomma, un vero e proprio brogliaccio di controsensi informato dal litigio di chi si contenderebbe anche l’aria fresca.
Ma la vera battaglia si gioca all’interno del consiglio regionale. Mentre il voto è totalmente appannaggio della Regione, c’è sempre un eroe locale pronto a svegliare le coscienze: Roberto Rigoni Stern, sindaco di Asiago, si lancia contro le proposte regionali con ferocia da gladiatore. «Fermatevi!» sembra dire, mentre si oppone a qualunque cosa possa alterare l’equilibrio ambientale, come se fosse l’unico custode della montagna. Tra un grido di protesta e l’altro, invita la Regione Veneto a concentrarsi su questioni davvero rilevanti, come il devastante spopolamento della zona, perché non si tratta solo di far cassa, si tratta di salvare un ecosistema, no? Ma certo, chi ha tempo per questi dettagli?
Martedì, nel consiglio regionale, si preannuncia la proposta di legge di Possamai, il leghista di turno, che con un ironico entusiasmo chiama le sue modifiche alla viabilità silvo-pastorale. Che bella trovata! Mentre il centrosinistra grida al pericolo, definendola la legge delle «suv e jeep dei cacciatori», il centrodestra intende invece agevolare chi si occupa della conservazione delle bellezze naturali, ovviamente a modo loro. Gli ambientalisti e i comitati di protesta, ben sapendo come gira il vento, non sembrano affatto convinti. La combinazione di Cai, Legambiente, Italia Nostra e Wwf si trasforma nel loro grido di battaglia. E non si può fare a meno di notare che nelle menti di alcuni, il concetto di “tutela” si traduce facilmente in “liberi tutti per finalità turistiche”, perché il motocross è un’arte, giusto?
Quindi sì, prepariamoci a una tempesta di emendamenti, perché se c’è una cosa che i nostri politici sanno fare è procrastinare. E chissà, forse la prossima volta in montagna non avremo solo i panorami mozzafiato, ma anche una gravità legale che potrebbe farci volare via, insieme a tutte quelle promesse mai mantenute. Certo, la propaganda elettorale è un hobby eccitante, soprattutto quando si gioca con la vita e l’ambiente. Ma chi se ne importa, giusto? La cosa più importante è far sì che ci siano abbastanza jeep per tutti!
Immaginate un luogo dove la sicurezza viabilistica, la tutela del territorio e la fruizione sostenibile delle aree montane sono considerati aspetti così delicati che toccarli potrebbe scombussolare l’intero ecosistema. Benvenuti nel mondo di Asiago, dove si è creato un “equilibrio” quasi mitologico, faticosamente costruito negli anni, ma naturalmente, sembra proprio che qualcuno stia cercando di rovinare tutto.
Il sindaco non ha peli sulla lingua e ha deciso di fare chiarezza, o forse solo di scrivere su un foglio. Secondo lui, il territorio è già ben regolamentato grazie a specifici provvedimenti autorizzativi: i cacciatori, quel gruppo di nobili guerrieri della nostra era moderna, vengono elogiati come figure fondamentali. Certo, perché chi non ama vedere i cacciatori sfrecciare indisturbati nelle aree sensibili, giusto?
«I cacciatori non hanno di certo bisogno di concessioni strumentali», dice il sindaco, quasi a volerci rassicurare. Ma la verità è che chi ha mai avuto davvero bisogno di permessi quando si è in possesso di leggi che già garantiscono tutto? Dunque, il Comune si erge come baluardo del rispetto e della collaborazione istituzionale, mentre in realtà sembra più che altro un castello di carte che potrebbe crollare alla minima brezza.
La legge del ’92, quel pezzo di storia che qualcuno vorrebbe cambiare, è diventata il punto di riferimento della venerabile gerarchia comunale. Modificarla, dice il sindaco, è un atto di inaccettabile ingerenza. Ma quale ingerenza? Forse quella di cercare di bilanciare il potere di un’amministrazione con le esigenze dei cittadini? Un concetto davvero attuale.
Il sindaco ci ricorda anche che molte aree coinvolte sono affette da diritti di uso civico, prezioso patrimonio collettivo. Ma chi ha davvero bisogno di spazi liberi da manovre elettorali, quando si può invece utilizzare la retorica della salvaguardia ambientale per giustificare la stagnazione e la mancanza di visione? Insomma, custodire i territori con serietà e responsabilità è una cosa seria… quando e se conviene.
Rimanete sintonizzati, perché sembra che in Asiago la questione delle concessioni comunali stia prendendo un colpo di scena da far impallidire le migliori soap opera. E chissà, magari un giorno l’equilibrio presunto potrebbe rivelarsi solo un castello di sabbia.


