Giuseppe Conte ha detto: “Questa è la piazza dell’umanità contro lo sterminio sistematico che va avanti da 20 mesi”. Eccolo lì, il leader del M5s, che si erge a paladino della giustizia in un corteo a Roma organizzato da Pd, M5s e Avs. Per la segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, la manifestazione di oggi è “un’enorme risposta di partecipazione per dire basta al massacro dei palestinesi e per dire basta ai crimini del governo di estrema destra di Netanyahu“. Ah, il coraggio di queste parole, quasi si potesse fermare un massacro con un buon slogan e un paio di cartelli.
Ma si sa, agire è così difficile! Certo, manifestare è sempre più facile di quelle noiose e fastidiose negoziazioni diplomatiche. Magari nel mentre, i politici potranno anche postare fantastiche foto sui social per mostrare quanto siano “impegnati” e “sensibili” alle ingiustizie del mondo. Non manca molto che si arrivi a fare un selfie con un palestinese in difficoltà, tanto per aumentare il “cred” e dare quell’immagine di attivismo che non si realizza mai.
E se fosse solo un paio di slogan e qualche fischio a risolvere una crisi complessa? È proprio quello che vogliamo credere, giusto? Certo, la politica alimenta sempre la speranza, quella sensazione di essere in un film drammatico dove appaiono sempre le stesse facce a dire le stesse cose. Certo, chi ha realmente il potere di cambiare le cose è lontano da quel palco.
In fondo, è bene che i cittadini continuino a far sentire la loro voce, mentre i decision-maker pensano ai loro affari. Che sia una manifestazione, una petizione o un commento su un blog, tutta questa passione non sembra mai tradursi in azioni concrete. Ma, hey, almeno si possono scambiare opinioni e farsi due risate sulla situazione in corso, no?



