Aprile porta buone nuove per le vendite al dettaglio, ma non facciamoci ingannare: la Pasqua ha fatto il suo gioco.

Aprile porta buone nuove per le vendite al dettaglio, ma non facciamoci ingannare: la Pasqua ha fatto il suo gioco.

Ad aprile, i dati dell’Istat rivelano che le vendite al dettaglio hanno subito un’impennata dell’0,7% in valore e dello 0,5% in volume. È davvero sorprendente, non trovate? Entrambi i segmenti, alimentari e non alimentari, sono in crescita, con i primi che ottengono un +1,3% in valore e un +0,9% in volume, mentre i secondi si accontentano di un modesto +0,2% e +0,3%. Ma, oh sorpresa, su base annua ci troviamo di fronte a un aumento del 3,7% in valore e dell’1,9% in volume, tutto grazie agli acquisti legati alla Pasqua, perché si sa, le uova di cioccolato fanno miracoli.

Ma attenzione! Se confrontiamo i dati annuali, notiamo che le vendite alimentari sono in netta crescita in valore (+8,6%) e in volume (+5,4%). Ma l’altro lato della medaglia ci mostra i beni non alimentari scendere in picchiata, con una perdita di valore (-0,4%) e di volume (-0,8%). Un vero sogno, non credete? I settori non alimentari si trovano in una spirale negativa, con solo alcuni punti di luce… o forse ombre, come i Prodotti di profumeria e cura della persona, che oscillano verso l’alto (+3,4%), mentre scarpe e giocattoli si schiantano verso il basso (-3,9% e -3,5%, rispettivamente).

“I dati apparentemente positivi sono solo un miraggio,” afferma il presidente dell’Unione nazionale consumatori, Massimiliano Dona, come se fosse una rivelazione epocale. Questo ‘effetto Pasqua’ sembra essere la spiegazione semplice di tutto. Con un ruggito dell’8,6% in valore per le vendite alimentari, mentre quelle non alimentari si avviano verso un triste -0,4% in valore e -0,8% in volume. Dunque, si festeggia la Pasqua, si compra, si esulta… e poi si ritorna alla realtà. Davvero prematuro, quindi, esprimere giudizi troppo ottimisti sui dati odierni. Aspettiamo i prossimi mesi, come se fosse una soap opera, per scoprire il vero andamento del commercio al dettaglio.

Ma non è tutto. Secondo Assoutenti, nei primi quattro mesi dell’anno il comparto alimentare ha visto un calo in volume del -1,2%, pur con un modesto aumento in valore del +1,4%. Questo è il sogno italico: prezzi al dettaglio che esplodono! “Tralasciando la Pasqua,” spiega il presidente Gabriele Melluso, “il trend resta negativo per i beni alimentari.” Dunque, nei primi quattro mesi si registra una riduzione dei volumi del -1,2%, che, tolta l’inflazione, si traduce in una riduzione della spesa per cibo e bevande di 110 euro all’anno per una famiglia media con due figli. Si compra di meno, ma si spende di più, perché nel meraviglioso mondo dell’economia, il trucco sta tutto qui.

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