Dopo anni di battaglie eroiche in difesa della sua terra natale, Ichnusa firma il suo trionfale ingresso a Milano con la campagna “Se deve finire così, non beveteci nemmeno”. Ah, Milano, la città dove la socializzazione è un rituale sacro! Diventa il palcoscenico di un progetto ambizioso che si illude di unire arte, sostenibilità e azioni concrete, perché chi non ricicla una bottiglia sta chiaramente minacciando tutta l’umanità. Il problema dell’abbandono del vetro sembra affliggere tutti noi, e quindi, se un gran numero di cittadini decidesse di raccogliere una bottiglia abbandonata, è chiaro che il mondo cambierà in un colpo solo. Strano come un’azione semplice possa risolvere i nostri problemi, vero?
Il debutto milanese si traduce in un’operazione di pulizia che, udite udite, coinvolge anche Legambiente. Che sorpresa! Nella suggestiva zona di Ripa di Porta Ticinese, che è sempre stata il crocevia di brindisi e chiacchiere, viene inaugurata l’affissione urbana “Polpo a rendere” dell’artista sassarese Andrea D’Ascanio, alias Sardomuto. Questa opera d’arte, chiaramente un’illuminante risposta alle sfide contemporanee, invita i cittadini a prendersi cura dell’ambiente. Dopo tutto, perché non trasformare la nostra disattenzione in un impegno collettivo? Siamo in Italia, non in un racconto di fantascienza.
Paolo Ciccarelli, il direttore del Birrificio Ichnusa, non perde occasione di farsi sentire. “La Sardegna è il cuore del nostro impegno, ma, udite udite, il problema dell’abbandono del vetro riguarda tutti.” Chapeau! Come se la qualità del vetro fosse una questione che può varcare i confini regionali. Stiamo parlando di Milano, capitale dell’aperitivo, dove l’estate porta con sé il desiderio di convivialità e il contestuale aumento di comportamenti irresponsabili, come se non si potesse mai godere di un buon drink senza lasciare il proprio segno poco elegante. Ma lui, con il suo messaggio artistico, ci insegna che ogni bottiglia può avere una “seconda vita”. Un po’ come noi, quando decidiamo di riciclare le scelte di vita sbagliate, giusto?
Il commento di Laura Brambilla, la responsabile della campagna “Puliamo il Mondo” di Legambiente, è un’altra perla di saggezza: “Le iniziative concrete, dalle giornate di pulizia ai murales, fino all’asta benefica delle bottiglie artistiche, sono momenti di sensibilizzazione collettiva.” Sì, proprio così, siamo tutti in attesa di salvare il pianeta attraverso un’asta di bottiglie. Che momento emozionante! È incredibile come gesti così “piccoli” possano diventare simboli di una rinascita collettiva. Pelo e contropelo!
Il messaggio della campagna viene dato vita attraverso la “creatività” di Andrea D’Ascanio. Dopo aver calpestato per mesi il suolo di Quartu Sant’Elena, il murale è ora in una delle zone più vibranti di Milano. Finalmente, un affresco urbano di 160 mq si erge a testimoniare la lotta contro le bottiglie abbandonate. Un capolavoro! Ma attenti, non dimenticate che nel frattempo il vetro continua a spuntare ovunque come i funghi dopo la pioggia. Sì, proprio così: sabotiamo il mondo con il riciclo, perché la vera evoluzione è mettere tutto in un contenitore… e sperare per il meglio!
Immaginate un grande polpo, non un semplice polpo, ma uno che abbraccia con i suoi tentacoli bottiglie abbandonate. Sì, perché questo è proprio ciò che ci serve: un mollusco gigante che si preoccupa dell’ambiente più di quanto facciano alcuni esseri umani. Questa creatura marina non sta solo mostrando il suo affetto per l’ecosistema, ma lancia anche un chiaro e inequivocabile appello: ‘Se deve finire così, non beveteci nemmeno’. Un messaggio che fa riflettere, e che, tra l’altro, proviene dall’agenzia creativa LePub, rilanciato da Ichnusa per sensibilizzare contro l’abbandono del vetro. Che succede? Abbiamo bisogno di animali marini per dirci di non lasciare rifiuti? Che fine ha fatto il buon senso?
Il muralismo in Sardegna non è solo un’arte: è una vera e propria dichiarazione d’intenti. Un’arte che dura da oltre cinquant’anni e che continua a segnare il passo. Non è solo decorazione; è un forte comunicato sociale e culturale, capace di agire come un megafono che grida: ‘Ehi, attenzione! State rovinando il panorama!’ Finalmente, un modo efficace per richiamare l’attenzione su un problema che, sorprendentemente, riguarda tutti noi. E non è questo un pensiero strano? Che dobbiamo essere richiamati all’ordine da un polpo?
Dalla strada all’arte, la battaglia continua con un’iniziativa solidale. Quindici bottiglie di vetro abbandonate che, con un tocco magico (o forse solo con un buon lavaggio), vengono trasformate in pezzi unici da sei artisti sardi: Maurizio Brocca, Chiara Foddis, Marinetti, Teresa Podda, Sardomuto e Stella Ziantoni. E tutto questo grazie alla collaborazione con Urban Center, un’organizzazione che, udite udite, si è reso conto che l’innovazione e la creatività possono, incredibilmente, portare a un cambiamento reale. Ma davvero, quali geni! Le bottiglie? Donate da Ichnusa a Legambiente Sardegna, che avrà l’onore di lanciare un’asta benefica online il 23 giugno su Ebay. Scommettiamo che le bottiglie d’arte avranno il loro bel pubblico. Chi l’avrebbe mai detto? Bottiglie abbandonate trasformate in opere d’arte e vendute, il sogno di ogni ecologista che si rispetti!
La canzone del riutilizzo creativo sembra catturare l’attenzione: più di 3 su 4 italiani dicono di possedere oggetti realizzati con bottiglie di vetro. E il 31% li trova addirittura belli! Meraviglioso, vero? Siamo circondati da bottiglie d’arte e ancora non lo sapevamo! Forse dovremmo riunirci tutti sotto il mare e fare un brindisi a tutto questo, ancora una volta sotto la supervisione di un polpo.
“Portare il nostro progetto fuori dalla Sardegna e arrivare nel cuore di una città come Milano è un passo importante per noi”, commenta Daniele Gregorini, direttore artistico di Urban Center. Ah, finalmente qualcuno che capisce l’importanza della trasferta artistica! “Vogliamo dimostrare che l’arte urbana non è solo estetica, ma un linguaggio potente capace di attivare consapevolezza e partecipazione.” Ma certo, perché la verità è che senza un murale non possiamo proprio provare a cambiare il mondo. Il murale di Sardomuto e le bottiglie d’autore sono simboli di questo messaggio. Perché, chi si sarebbe mai immaginato che una bottiglia potesse raccontare storie di rispetto e cura? È una scoperta sconvolgente!
Accanto all’arte, continuano le operazioni pratiche. Dopo i festeggiamenti in Sardegna, ecco che le raccolte di vetro abbandonato continuano, come se fossimo in una sorta di competizione per chi riesce a ripulire di più. Prossima fermata: Bologna il 19 giugno. Immaginate il grande evento: una folla che si raduna per raccogliere vetro, come un raduno di appassionati, seguiti da un polpo invisibile che osserva soddisfatto da lontano. Che immagini poetiche!



