Cirio annuncia modifiche alla legge sanitaria: la destra sfida i comitati referendari con un colpo da maestro

Cirio annuncia modifiche alla legge sanitaria: la destra sfida i comitati referendari con un colpo da maestro

Il centrodestra piemontese è davvero un maestro nel dare calci nel sedere ai referendum regionali sulla sanità pubblica. Entro la settimana, promette di presentare una legge che manda in soffitta l’articolo 23 della normativa vigente dal 2012, il quale regola la gestione sperimentale dei servizi sanitari in partnership pubblico-privato. Così, mentre un comitato – con oltre 5.000 firme e un parere positivo dalla commissione di garanzia – si batteva per far abolire questa norma attraverso una consultazione popolare, la maggioranza decide di bypassare il voto. Ottima strategia, non trovate?

È stato Gianluca Vignale, assessore ai rapporti con il consiglio regionale, a comunicare questa splendida novità a un gruppo di rappresentanti del comitato riuniti davanti a Palazzo Lascaris, lì a sperare che il referendum fosse preso sul serio. Vignale, in un atto di magnanimità, ha promesso di approvare la norma in tempi record. Certo, molti alludono già ironicamente a questa come la “legge spugna”, concepita per rendere il referendum completamente inutile, svuotandolo di ogni significato. Che affare!

Non appena la notizia ha iniziato a circolare, il governatore del Piemonte, Gianluca Vignale e il collega alla sanità, Federico Riboldi, si sono uniti per difendere l’indifendibile. Hanno affermato che questa legge contestata era stata «approvata a suo tempo dal centrosinistra». È davvero incredibile come il centrodestra si prenda la libertà di riscrivere la storia come meglio crede. Gli uffici della giunta, nel frattempo, sono già al lavoro per confezionare il progetto di legge che probabilmente sarà sottoposto al voto in commissione e aula la settimana successiva. Chissà, raccoglierà anche le istanze di persone che non contano nulla nella loro visione di sanità pubblica?

Nato un anno e mezzo fa dalla geniale iniziativa di sindacati e di ben 40 associazioni di volontariato, il comitato promotore sembra aver colto nel segno le dinamiche politiche locali. Hanno subito attribuito una dimensione quasi storica all’impegno del governo regionale, come se si trattasse di una missione epocale. “Abbiamo sempre avuto ragione”, hanno affermato con una sicurezza che rasenta il ridicolo, lamentando l’assenza di un referendum. Ma ecco il colpo di scena: la politica, si sa, è spaventata dal voto dei cittadini. La loro preoccupazione è palpabile, eh!

In un clamoroso crescendo, il comitato chiude con la promessa che non si tirerà indietro, pronte a combattere usando ogni tipo di strumento disponibile: da referendum secondari a leggi di iniziativa popolare e, naturalmente, mobilitazioni regionali. Perché? Perché lottare per la democrazia è sempre un’ottima scusa per far parlare di sé.

E non è finita qui! I consiglieri delle opposizioni, uniti nell’arte del dramma, si sono presentati in aula imbavagliandosi con lo scotch. Un gesto simbolico che grida “guardateci, siamo repressi!”. Alice Ravinale (Avs) ha strillato che non esisteva “alcuna ragione logica” per non votare, come se si stesse parlando di un gelato piuttosto che di una questione politica seria. Ma la chicca è arrivata da Sarah Disabato (M5s), che ha osservato come, dopo aver accettato il dibattito, la maggioranza abbia deciso di mettere in pausa tutto. Incredibile, vero? Le promesse in politica sono come le nuvole: appaiono imponenti e poi svaniscono nel nulla!

In questo marasma, Silvio Magliano (Lista Cirio) ha cercato di dare una risposta rapida alla situazione, sostenendo che “abrogare l’oggetto del contendere” fosse la chiave per ogni problema. Certo, chi non vorrebbe risolvere questioni complesse con una semplice cancellazione? È proprio il metodo di governo ideale, niente da dire.

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