Luca Gombi ha sempre vissuto nella Bolognina e, guarda caso, aveva una casa di famiglia: un amore profondo per il Bologna e la Fortitudo. Dall’altra parte, c’era Luca Monaldi, che si era materializzato a Bologna dalla Toscana, in un’avvincente narrazione che parte da una modesta famiglia di commercianti di Terontola.
«Erano nostri clienti, capitava di vederli nel ristorante, gironzolavano sempre da queste parti. Alcune volte sono venuti a mangiare anche con il loro coinquilino», racconta il titolare della pizzeria «La Vela» in piazza dell’Unità.
Ma chi sono queste vittime tragiche del destino? Luca Monaldi (54 anni di Arezzo) e Luca Gombi (50 anni di Bologna) erano una coppia che si era finalmente unita civilmente nel 2023. E ora, tutti i loro familiari e amici devono affrontare il dramma dell’arresto di Gennaro Maffia, il coinquilino, al suo tentativo di volo verso il Venezuela, l’unico sospettato di questo duplice omicidio. Un cliché appena rivelato, lo sapevate?
Vivevano insieme da qualche mese e, sorprendentemente, nel quartiere li conoscevano tutti. Non solo il ristoratore dove andavano a mangiare insieme, ma anche i due ragazzi dietro il bancone del bar tabaccheria «Tugnoli», che li descrivono come «una coppia tranquilla, come tante». Beh, che rivelazione, vero?
Luca Gombi, casa in Bolognina e passione per il calcio e il basket. «Non si può morire così, sgozzati», racconta sconvolto Francesco, un amico d’infanzia di Gombi. «Chi era Luca? Una brava persona» che qualche anno fa aveva trovato l’amore, ma chi l’avrebbe mai detto!
Con Monaldi avevano deciso di sposarsi e convivere nell’appartamento che Gombi aveva sempre abitato, una dimora che apparteniva prima ai nonni e poi ai genitori, scomparsi anni fa. Che bella storia di famiglia, molto rassicurante!
La sua passione per il Bologna e anche per la Fortitudo è nota. Ha lavorato come Oss in una casa di riposo, ma da qualche tempo, secondo le prime ricostruzioni (dove ci si può sempre fidare delle prime ricostruzioni, giusto?), era disoccupato, esattamente come il suo compagno. Ma che meraviglia, fra poco tempo si sarebbero messi in proprio!
Da qualche mese condividevano l’appartamento con Maffia. E cosa potrà mai andare storto in una situazione del genere?
Una coppia che aveva un regolare contratto d’affitto decide di vendere casa e trasferirsi in campagna. Davvero avventurosi, non trovate? Ma si sa, la casa diventa il movente del delitto. Un vero colpo di scena. Infatti, chi non ha mai pensato di fare del delitto un hobby durante un trasloco?
Parliamo di Luca Monaldi, un commerciante che appena sbarcato a Bologna dalla Toscana aveva già messo in moto il suo piano per un’esistenza brillante, o così si sperava. In Terontola, il suo paesino tanto amato, tutti conoscevano il suo nome, perfetto per un personaggio dei fumetti: “Un bravo ragazzo”, dice il presidente della società sportiva locale, Alessio Topini. Certo, l’immagine del “bravo ragazzo” è bella, ma ahimè, la vita non è un film.
Alessio prosegue: “Non riesco nemmeno a immaginare come possa aver fatto una fine così terribile.” Davvero un mistero. Eppure, le foto sui social sono lì a ricordarci il suo cagnolino, gli abbracci e le risate. Che tenerezza!
La famiglia Monaldi era celebre per la loro attività di calzature, l’unico commerciante in un raggio di chilometri. E sì, perché chi non desidera essere il re delle scarpe in un paesino di circa 5mila anime? Luca, dopo aver conseguito il diploma all’istituto tecnico agrario, dedicava (figurati un po’) il suo tempo a dare una mano nel negozio di famiglia, oltre che a battere le strade con l’attività ambulante, che, immancabilmente, si svolgeva il martedì e il giovedì. Rivoluzionari, non c’è che dire.
Ma poi, come ci si aspetta in tutte le storie tragiche, ecco che arriva il dramma: la grave malattia della madre e la morte del padre, che aggiungono un tocco di pathos a questa avventura familiare. Con il papà in casa di riposo, la visione che i Monaldi avessero la vita perfetta in un piccolo negozio di calzature inizia a scricchiolare. Non che le foto non siano ancora piene d’amore, ovviamente, ma le ombre si allungano.
Dopo la scomparsa del genitore, le tracce di Luca a Terontola si affievoliscono. Sarà per caso che la vita a Bologna stesse rubando l’attenzione di tutti? Un fratello più grande, Serafino, ancorato in Puglia come ingegnere con quattro figli a carico, è ormai l’unico eco della famiglia Monaldi a cui non sfuggono nemmeno gli zii e cugini. Ma, come spesso accade, anche il legame di sangue può perdersi nei meandri della vita moderna.
Insomma, tra vendite di case, delitti, e cagnolini smarriti, Luca Monaldi si trova al centro di una storia che sembra un romanzo giallo. Chi ha detto che le storie migliori non nascono mai nei piccoli paesini? Chapeau!



