A Torino, studenti e immigrati cattolici si uniscono per i referendum: la lotta disperata per diritti e posti di lavoro continua

A Torino, studenti e immigrati cattolici si uniscono per i referendum: la lotta disperata per diritti e posti di lavoro continua

Il mondo studentesco, sempre così ottimista, sembra pensare che la straordinaria affluenza dell’87% nel primo turno per l’elezione del nuovo rettore dell’Università sia un traguardo facile da raggiungere in futuro. Tra l’altro, cosa importa se l’affluenza è stata alta solo grazie a pochi^1 eventi pubblici? La vera domanda è: quanto durerà questa “fede”?

Amer Al-Taie, un energico quarantenne iracheno, si è fatto sentire al parco del Valentino durante una manifestazione. La sua affermazione che «non essere cittadini italiani significa avere meno libertà» è alquanto interessante, se non fosse per il fatto che… da quando otteniamo la cittadinanza, non è automatico che ci vengano regalate libertà e diritti. Ma no, certo, perché in fondo, cosa sono trenta o quaranta anni in più di attesa?

Al-Taie, che ha finalmente ottenuto la cittadinanza nel 2023 dopo un viaggio che potrebbe far impallidire anche il più navigato dei viaggiatori, avrà ora l’onore di esercitare il suo diritto di voto. Che meraviglia, non trova? Cosa c’è di meglio di un voto che può potenzialmente cambiare le sorti di un’intera nazione, scrivendo le leggi che ci governano, vestito da un passato di quasi dodici anni di burocrazia?

Parkinson, il famoso scienziato dell’attesa burocratica, dovrebbe avere un premio intitolato a lui per l’incertezza che infligge a molti. E ora, con questo referendum che propone di dimezzare i tempi per diventare cittadini, è chiaro che i “nuovi italiani” e i giovani under 30 sono a un passo dall’entrare nel paradiso della cittadinanza. Che idee brillanti, non è vero? Chi non vorrebbe avere il diritto di diventare cittadino in cinque anni? Chissà se saranno così facili anche le pratiche e i documenti.

«Sento dire che con la nostra proposta si regala la cittadinanza, ma non è affatto vero», afferma Al-Taie, rivelando che il sogno di diventare cittadino non è proprio una passeggiata. È bello sapere che ci sarà un netto ribasso nei tempi, ma probabilmente molto pochi potranno godere di questa opportunità. Infondo, le leggi e le procedure rimangono un labirinto da percorrere, spesso più intricato dell’amore eterno per i dolci italiani.

Una Nuova Generazione Politica

Che sorpresa, ora ci si aspetta l’emergere di «una nuova generazione politica» pronta a sostenere i quesiti sul lavoro. I professori Francesco Ramella e Sonia Bertolini ci danno speranze, sebbene il contesto non sembri esattamente roseo. La ricerca «Il Giovane Piemonte» sarà il faro per illuminare il cammino di questi giovani politici? Se guardiamo la storia, i “giovani” e il “politico” spesso fanno a cazzotti. Ma, hey, mai dire mai!

In conclusione, mentre ci aspettiamo che i “nuovi italiani” affollino le urne e che i giovani si lancino in un mondo di possibilità, non dimentichiamo che l’ottimismo è bellissimo, ma a volte può essere solo un miraggio nel deserto delle scelte politiche.

^1 Considerare eventi pubblici come fattori determinanti in un contesto statistico è decisamente un modo interessante per “manipolare” la narrativa.

Se solo i giovani piemontesi potessero trasformare la loro frustrazione in potere elettorale, staremmo assistendo a un autentico miracolo politico. Ma ecco che, a dispetto di una realtà più convenzionale, questi ragazzi sembrano essersi risvegliati, almeno per quanto riguarda le proteste di piazza, petizioni e boicottaggi. Si fanno notare con un’adesione alla partecipazione pubblica che supera la media italiana, con un brillante 63% rispetto al 56,4% nazionale. “Chissà quanti di loro andranno effettivamente a votare — commenta Ramella —. Da un lato, c’è un’enorme voglia di disertare le urne, soprattutto quando si tratta di momenti più ‘seriosi’.” Eppure, pare che un angolo di ribellione stia germogliando. A Torino, e nel resto del Piemonte, i diritti sociali e degli immigrati stanno acquisendo maggiore visibilità, temi di sicuro interesse per una generazione precaria che avrebbe altro da fare che restare in silenzio.

Anche la galassia cattolica, che di solito si dedica ad affari ben più boring, ha deciso di mettersi in moto per sostenere i referendum. Domani sera, Diocesi e Azione Cattolica organizzano un incontro online per approfondire i quesiti. Un’iniziativa che non fa altro che dimostrare quanto gli adulti si sentano in dovere di ‘istruire’ i giovani. Interessante l’appello sul sito dell’Ufficio pastorale migranti dell’Arcidiocesi di Torino: “Non sprechiamolo l’8 e il 9 giugno. Ricordiamoci di andare a votare. Sarà un voto anche contro il razzismo.” Oh, fantastico! Quasi come se l’idea di votare fosse un gesto di coraggio, o peggio, un atto quasi eroico.

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