Referendum e il dramma del voto oltre confine: la ricercatrice Alessandra Cignarella costretta a partire per Bruxelles per ottenere le schede, mentre il consolato fa scena muta.

Referendum e il dramma del voto oltre confine: la ricercatrice Alessandra Cignarella costretta a partire per Bruxelles per ottenere le schede, mentre il consolato fa scena muta.

C’è chi desidera ardentemente di esprimere il proprio voto, si impegna come un ossesso, ma per ora deve rassegnarsi: un classico! E con noi c’è Alessandra Cignarella, 33 anni, ex ricercatrice dell’Università di Torino e ora in Belgio, all’ateneo di Gent. Stando alla logica, il suo plico elettorale doveva arrivare comodamente a casa, pronto da compilare. Spoiler: non è mai arrivato. La sua storia? «Sono iscritta all’Aire da ottobre» – rivela – «vivo nelle Fiandre e sono sotto il consolato generale italiano a Bruxelles. In teoria, non avrei dovuto fare assolutamente nulla, ma evidentemente il “nulla” è la nuova norma.

Senza neanche un minimo di comunicazione! E infatti, sul sito dell’ufficio consolare belga brilla il messaggio: «È in corso la spedizione delle schede elettorali!». Peccato che nessuna di esse abbia mai fatto tappa al suo indirizzo. «Sul sito c’era scritto che se il plico non fosse arrivato entro il 25 maggio, sarei potuta intervenire con una segnalazione via email. L’ho fatto il 27, ma ho ricevuto solo una risposta automatica: impossibile fare qualcosa. Grazie e arrivederci», racconta Alessandra con un pizzico di sarcasmo.

Intanto, c’è chi ha avuto la fortuna di ricevere addirittura quattro schede. Ma chi ha detto che dobbiamo lamentarci, a volte va anche peggio! «Nei prossimi giorni andrò a Bruxelles di persona per ritirare fisicamente le schede e votare al consolato. Spero di riuscirci», continua la nostra eroina. Ma non senza un prezzo: «Mi costerà una trentina di euro tra treni e pullman, più il tempo per arrivarci. Certo, io posso farlo perché ho un lavoro flessibile, ma molti altri? Rischiano così di perdere un diritto fondamentale». E chi non ha quella stessa flessibilità? Ecco, la democrazia in azione!

Il suo caso, peraltro, è lontano dall’essere un’eccezione. «Tra i miei conoscenti, in tanti mi hanno raccontato di situazioni simili. Altri addirittura hanno ricevuto solo quattro schede su cinque: quella sulla cittadinanza non c’era. E non è tutto, perché mia sorella, che vive negli Stati Uniti da 14 anni, e pochi giorni fa ha visto…

Immaginate di dover votare dall’estero per la prima volta senza alcuna guida, piuttosto come cercare di risolvere un puzzle di mille pezzi senza avere l’immagine di riferimento. Già il voto dall’estero è una questione complessa: bisogna farlo in anticipo e, oh sorpresa, il plico deve arrivare al consolato entro il 5 giugno, altrimenti… addio voto. E adesso, aggiungete tutte queste complicazioni e capirete perché diventa un vero e proprio tuffo nell’ignoto.

“In più si è fatta pochissima informazione.” Un concetto così familiare, vero? Per gli studenti in Erasmus o per chi vive lontano dalla propria città natale, era doveroso inviare una richiesta specifica con largo anticipo. Ma chi lo sapeva? Risultato: molti rischiano di rimanere a casa mentre i loro coetanei esercitano un diritto fondamentale. Ma sì, che ci importa del voto, giusto?

Ma attenzione, i problemi non si fermano ai confini nazionali. A Torino, su circa 60 mila fuorisede tra studenti e lavoratori, si sono contati meno di 9 mila richieste per poter votare. “Mi sono iscritto la sera del 4 maggio, all’ultimo momento”, racconta Giacomo Pellicciaro, studente di Giurisprudenza e membro del consiglio di amministrazione di Unito. Sembra quasi che la mobilitazione studentesca sia stata in un letargo profondo, con eventi e attività dedicati al voto che si sono contati sulle dita di una mano. Speriamo che l’ateneo si svegli, perché comunicare in modo efficace può davvero fare la differenza. Un aspetto positivo? Le richieste di voto da fuori sede sono raddoppiate rispetto alle europee dell’anno scorso: un segnale che potrebbe essere incoraggiante, o semplicemente un caso fortuito.

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