Un secondo turno a Taranto che più tragico non si può. Da una parte, il candidato del Partito Democratico con la sua faccia da “io sono quello serio”; dall’altra, l’illustre sconosciuto Francesco Tacente, sostenuto da una serie di liste civiche e da quel “simpaticone” di Matteo Salvini, ma senza il logo della Lega, perché si sa, il branding è overrated.
L’alleanza di centrodestra, già di per sé un bel pasticcio, si ritrova ora a dover fare i conti con la schiacciante superiorità del centrosinistra (ma non fatelo sapere al campo largo, che potrebbe offendersi). Piero Bitetti, ex presidente del Consiglio comunale, ci prova con la sua corazzata composta dal Pd, Avs, Dc e altre cinque liste, riuscendo a sembrare un campione di autentico consenso. Chi può dire di no a una giostra del genere?
Mentre Annagrazia Angolano, la candidata del Movimento 5 Stelle, si frappone nel racconto con il suo vicino e inatteso 11%, fa sapere che, insomma, non sa dove sbattere la testa. Dice: «È mancata la volontà di discutere i temi». Che originalità! E quindi, per non scontentare i cittadini, ha deciso di riunirsi venerdì, ma non a Bari o a Roma, ma direttamente a Taranto. Un concetto di decentralizzazione a dir poco esemplare.
Nel frattempo, Bitetti si dimostra il maestro della diplomazia: «Ci sentiremo per fissare dei punti di caduta sul programma». Grandi velleità, certo. Il secondo turno, insomma, sembra essere un’altra partita, ma le previsioni per le Regionali di autunno appaiono cristalline: il centrosinistra, con il suo campo largo, vince. Senza, beh, è un terno al lotto. A Taranto nel 2025 ci saranno sicuramente più domande che risposte.
Ma torniamo a Tacente, il 42enne dal volto rassicurante, presidente del consorzio dei trasporti tarantini, che si afferma come una sorta di supereroe centrista, allungando su Luca Lazzaro, il candidato dei partiti tradizionali di centrodestra: Fratelli d’Italia, Forza Italia, Noi Moderati, liberali di ogni sorta. E così, l’ex equilibrista dei sondaggi diventa il favorito, quasi come se fosse in missione diplomatica per un’alleanza tra i partiti di una liquorosa miscela politica.
Il colpo di scena non si è fatto attendere: il primo exit poll ad indicare un pareggio tra i due candidati moderati è ormai un lontano ricordo. Con il tempo che passa, Tacente si distacca di almeno dieci punti dal suo avversario di centrodestra. E quella sera, la sensazione di aver concluso un lavoro sporco nei panni del candidato “centrista” è palpabile. Bravo, davvero, ottima strategia!
Ma che bel laboratorio è Tacente! Tra i vari sostenitori della giunta di centrosinistra dell’ex sindaco Rinaldo Melucci, troviamo ben 21 (ventuno) personaggi, tra cui spicca l’assessora Gabriella Ficocelli. Non vi pare un colpo di scena? Intanto, per Bitetti, i nostalgici di Melucci sono solo 15, ma attenzione: ci sono pure quattro sostenitori per Luca Lazzaro. Chissà come si sentirà il povero Lazzaro a scoprire di essere in minoranza!
La Lega, dallo splendido scenario dei due mari, si fa presentare sotto il vessillo di «Prima Taranto». Roberto Marti, senatore e uomo di fiducia di Matteo Salvini in Puglia, ci tiene a precisare che il nuovo marchio è «anche un modo di non offendere l’unità del centrodestra, che è integro e saldo» — come una giacca di un uomo anziano, apparentemente in ottime condizioni, ma con qualche macchia di ruggine.
Tacente ha radici religiose: suo padre era tra i portatori della statua di San Pantaleo in quella grande processione tarantina. Ma, ovviamente, non si può dimenticare il supporto degli industriali. Ecco che il suo profilo centrista inizia a scricchiolare con l’arrivo dell’eurodeputato Roberto Vannacci, che ha addirittura lanciato l’invito di rito a fare una X, cioè «la Decima», sulla scheda elettorale. Tacente non ha potuto esimersi dal rispondere: «Il rifiuto di ogni forma di fascismo è per noi un principio fondante, non uno slogan da rispolverare all’occorrenza» — un bel modo per dire che non ha tempo da perdere con le sciocchezze.
Ma chissà cosa pensa l’aspirante sindaco riguardo alla strampalata idea della Lega pugliese di candidare un non pugliese, Roberto Vannacci, a governatore, riproposta ieri dal neoleghista barese Giuseppe Carrieri. Carrieri, che è stato capogruppo azzurro a Bari, è convinto che il candidato del centrodestra, una volta escluso dal ballottaggio, sosterrà quello in corsa. Meno ottimista il deputato di FdI, Giovanni Maiorano, che ha sentenziato: «L’apparentamento non è un obbligo». La dolce musica della politica continua a suonare! Tacente ammette che «per noi il confronto con il centrodestra è un’ipotesi privilegiata». Perché, come si sa, Bitetti con 25 anni di politica sulle spalle, è quasi un faccia nuova! E, dulcis in fundo, annuncia: «Ci confronteremo anche con i 5 Stelle», così per essere davvero inclusivi. Nel frattempo, tra i sostenitori di Lazzaro, il capogruppo di FdI in Regione, Renato Perrini, sbuffa contro gli alleati, lamentando che «ancora una volta ci hanno fatto scegliere il candidato in extremis». Un po’ come dover decidere all’ultimo minuto cosa mangiare per cena.


