Genova, Brizzi e l’inaspettato abbraccio con la nuova sindaca Salis: un’opera da Oscar?

Genova, Brizzi e l’inaspettato abbraccio con la nuova sindaca Salis: un’opera da Oscar?

Fausto Brizzi, il neo-marito della sindaca, non perde tempo a elogiare la consorte: “È una spugna, sa fare tutto: impara qualsiasi cosa alla velocità della luce.” Chissà, magari il segreto del suo successo politico sta nel fairplay che ha assimilato nel mondo dello sport. O forse è solo una coincidenza che gli avversari l’abbiano attaccata con insulti personali non proprio eleganti.

“Ancora per oggi sono il marito della sindaca e il papà del piccolo Eugenio. Domani? Torno a Roma a fare il regista.” Fausto Brizzi ha messo da parte la sua carriera, almeno a modo suo, per lanciare sua moglie, Silvia Salis, nel caotico mondo della politica. Ma chi può dire che non utilizzi la campagna elettorale come una sceneggiatura in fase di scrittura? Magari, con un colpo di genio, tutto questo diventerà il soggetto di un suo prossimo film.

Il titolo è già pronto: “Primadonna”. “La campagna elettorale è un backstage ancora inesplorato nel cinema italiano. Ci penserò”, riflette interrogandosi sul futuro. Potrebbe, per esempio, decidere di girare un film su Genova. D’altronde, ha avuto qualche esperienza nel mischiare politica e cinema; è stato regista di alcune famose commedie legate a Matteo Renzi. Magari un po’ di quella “creatività” gli è rimasta.

“Le mie idee sono sempre state di centrosinistra, non l’ho mai nascosto”, dice. Ma non preoccupatevi, non interferirà mai nelle scelte della moglie. Certo, è rassicurante avere un regista a casa che non si intromette nelle decisioni politiche. Un uomo di visione, che “concorda assolutamente” con le scelte della sindaca, ma dalla sicurezza di un divano.

Il regista ammette di aver assistito a tutta la frenesia della campagna elettorale, sempre in campo neutro, dietro le quinte. “Qual è il segreto di Salis?” chiede. E lui risponde con una metafora: “È una spugna. Impara tutto rapidamente. Dopo un attimo sa fare quella cosa meglio di te.” Immagino che la pratica sportiva di Salis — con dieci titoli italiani nel lancio del martello e due partecipazioni ai Giochi olimpici — non le abbia mai insegnato a tenere a bada le stonature politiche. O forse sì.

Ma quelle stonature, ahimè, non sono piaciute per nulla in famiglia. “Ho sentito tanti attacchi…” E chi non lo farebbe, in una corsa al potere che somiglia più a una commedia degli errori che a un dramma epico? Ma il vero spettacolo è l’arte della politica, con tanto di colpi di scena e risate, tutte prerogative di un buon film.

Lo spumeggiante Brizzi, sempre pronto a criticare, afferma che alcuni comportamenti recenti siano “davvero indegni”. Ma chi se ne frega? Non servivano e, ancora meglio, sembra che si siano rivelati controproducenti. Proprio chi ha governato questa città per otto anni avrebbe dovuto considerare argomenti più rilevanti. Ma, evidentemente, sembra che avessero esaurito le idee.

Nel frattempo, la Salis si è molto risentita; i suoi avversari l’hanno anche accusata di vittimismo. Ma il marito, in un atto di empatia inaspettato, spiega: “Lei ha applicato il fairplay del linguaggio, proprio come nello sport. Se fai fallo, vai fuori dal campo, mica continui a giocare!” Ah, la politica! Un perfetto far west, dove le regole si applicano solo a piacimento.

In famiglia, comunque, non hanno mai avuto dubbi sulla vittoria. E lunedì sera, dopo una sfrenata festa per le strade di Genova, con cori e canti che risuonavano fino a Palazzo Tursi, marito e moglie si sono ritrovati soli a casa di Quinto. Lì, tra un abbraccio tenero e l’altro, i pensieri sono volati a Eugenio Salis, il padre della sindaca. “È mancato all’improvviso poco prima della campagna elettorale” racconta il regista, “Silvia avrebbe voluto regalargli la riconquista del Comune. Ne sarebbe stato così orgoglioso.”

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