Che strana danza di emozioni quella che si è vista a Genova. Claudio Burlando, l’ex sindaco che ha fatto di tutto tranne che restare nel suo ufficio, ha esplicitato con una saggezza degna di un guru: “Il centrodestra non è il Real Madrid”. Perché si sa, il paragone con le squadre di calcio è il nuovo modo per analizzare la politica. Certo, all’ombra di questa affermazione un po’ patetica, la nuova sindaca, Silvia Salis, esulta: “Il centrosinistra unito può vincere qualsiasi elezione, anche nazionale.” Ma, chissà, forse non girare troppo l’acqua sul tema delle vittorie, visto il passato recentissimo del suo partito.
Non possiamo non notare i ringraziamenti della sindaca. Silvia si rivolge a suo marito, il regista Fausto Brizzi, dicendo che “ci ha sempre creduto sin dall’inizio”. Che bel gesto, eppure la sensazione è che ci sarebbe piaciuto sentirlo prima di questa grandiosa vittoria. E, ahimè, eccoci a questo triste momento emozionale: la scomparsa di papà, pochi giorni prima dell’inizio della campagna. “Ci ha visto più uniti”, dice, come se la disperazione possa portare a un colpo di genio politico. Ma chi lo sa, potremmo anche chiederci se la campagna fosse stata migliore se papà fosse stato lì a fare campagna elettorale con sua figlia.
Cosa ci resta di tutto ciò? Ah, niente come un bel colpo di scena finale: il marito che chiude il capitolo “E’ già domani” mentre lancia il nuovo slogan: “Primadonna”. Guai a chi lo trova inopportuno, perché siamo in una fase dove il teatro e la politica si intrecciano in modi che a volte rasentano il ridicolo. Ma chi ha bisogno del rispetto della memoria di un padre quando puoi sfoggiare uno slogan indimenticabile come questo?



