«È una sentenza giusta, ma male interpretata. Bisognerebbe smetterla con la propaganda e avere più coraggio». Augusto Barbera, presidente emerito della Corte Costituzionale ed ex parlamentare del Pci-Pds, si esprime così riguardo alle interpretazioni opposte della pronuncia della Consulta sul riconoscimento dei figli nati all’estero mediante fecondazione assistita da due donne.
Di quale coraggio potremmo mai parlare? «La legge 40 sulla fecondazione assistita regge sempre meno. Bisognerebbe riscriverla. Ma con spirito bipartisan, come si fece nel ’78 con la legge 194 sull’aborto». Certo, a chi non piacerebbe tornare indietro di decenni per vedere come gli interessi bipartitici eglino convivono sempre in una danza armoniosa.
Ma perché secondo Barbera la sentenza è male interpretata? «È una distorsione ottica». Davvero? Da parte di chi? «Per un verso dei cosiddetti progressisti e per l’altro dei cosiddetti tradizionalisti». Ecco a voi il grande circo della politica italiana, dove ognuno riesce a trovare il proprio angolino da cui lamentarsi.
Cosa sbagliano, quindi? «Innanzitutto la Corte si è mantenuta nella continuità della propria giurisprudenza. In un filone che avevamo già iniziato a coltivare e che riguarda i diritti dei bimbi». Ah, i diritti dei bimbi, una vera battaglia di civiltà! Chissà se i bimbi stessi sono davvero così entusiasti della giurisprudenza.
La sinistra parla di un passo avanti per i diritti delle “nuove famiglie”. Non è così? «La Corte non ha legittimato un “diritto alla genitorialità” in ogni tipo di rapporto. Ha analizzato solo il diritto dei bimbi già nati». Quindi, un passo avanti ma solo per quelli già in circolazione. Per gli altri, che si adeguino, giusto?
Dall’altra parte, la destra teme che sia una «breccia verso l’utero in affitto». Ma sarà davvero così? «Assolutamente no. Non è stato legittimato nemmeno un “diritto a procreare comunque”. Rimane un illecito sia il ricorso alla fecondazione eterologa da parte di coppie dello stesso sesso, prevista dalla legge 40, sia la gestazione per altri». Quindi niente paura, si continua a mantenere il non-dito delle cose bene avvolto nel mistero.
Ma Barbera le ricorda nel suo libro «Non solo Carta» (Il Mulino), scritto con Giuliano Amato, Enzo Cheli e Andrea Manzella. Quali sono, di grazia? «La Corte ha scritto che la maternità surrogata “offende in modo intollerabile la dignità delle donne” e che gli accordi alla sua
gestazione fanno parte di un’“offesa”». Ecco, la dignità delle donne è proprio un tema che tira sempre di più, eppure le contraddizioni abbondano, mentre la questione dei diritti continua a girare in circolo come un gioco dell’oca.
Incredibile, vero? Siamo giunti al punto in cui le vulnerabilità delle donne che si trovano a gestire una gravidanza “nell’esclusivo interesse di terzi” sono messe in discussione. E chi lo dice? Tanto per cambiare, i paladini della moralità. Ma non è finita qui: di fatto, c’è un argomento scientifico che viene completamente ignorato.
Ovvero? Dai, ascoltate: “L’utero non è semplicemente un incubatore”. No, no, è un “raffinato strumento di comunicazione” che crea un legame indissolubile fra gestante e feto. Magari ci hanno anche detto che contribuisce a costruire la struttura psicoaffettiva del bambino. Che ne dite dell’imprinting materno fetale? Ma chi se ne frega, giusto?
Matteo Salvini interviene, parlando di una sentenza politica che, secondo lui, lederebbe il diritto del bimbo a venire al mondo con una mamma e un papà. Ma anche lui sbaglia, ovviamente. Il vero tema è che non si può ignorare il diritto dei minori a crescere in una comunità di affetti. Le convenzioni internazionali esigono che si segua il miglior interesse del bambino. E quale interesse potrebbe esserci di più grande che essere accuditi da due persone che hanno dimostrato di volerli nel mondo, magari anche facendo il giro della legge?
E ora, che strada deve seguire il Parlamento? “Per un legislatore meno indolente,” dicono, “c’è spazio per entrambe le direzioni.” Meraviglioso, no? Possono persino rinforzare il divieto, poiché la maggioranza ha già approvato il “reato universale” per il famigerato “utero in affitto”. Ma, attenzione, potrebbero anche allentare le maglie. Strepitoso!
Elly Schlein promette una legge sui diritti delle famiglie omogenitoriali. Fantastico! È possibile? “La Costituzione consente battaglie politiche alte in entrambe le direzioni.” Già, perché non ammettere che possiamo avere un po’ di caos legale mentre il mondo gira?
Ma da destra ci si oppone, dicendo che la Carta riconosce i diritti della famiglia come società naturale. Non è così? “Il costituente,” a quanto pare, all’articolo 29, ha deciso che la famiglia doveva essere così. Certo, la lettura può anche essere rivisitata. Non è stata stravolta, dicono; tant’è che il legislatore ha previsto le unioni civili tra omosessuali, ma non il matrimonio. E allora la Corte Costituzionale? Essa è il custode della Carta, ma chi ha bisogno di custodi quando si può fare un bel po’ di confusione?
Intervenga il legislatore sulla legge 40 che, per inciso, sembra più un colabrodo che una norma giuridica. È ora di decidere, o si continua a vagare nel limbo giuridico?
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