Al via oggi 25 maggio e domani le elezioni amministrative in Italia. Si vota in quattro capoluoghi di provincia e in altri 122 Comuni. Quasi 2 milioni di italiani si preparano a esercitare il loro diritto di voto, mentre nei dieci Comuni della Puglia si rinnovano i consigli comunali. Insomma, una girandola di burocrazia e illusioni che ci ricorda quanto l’amministrazione pubblica possa essere coinvolgente.
In Basilicata, la sfida principale si concentra su Matera. Raccogliere l’eredità di Matera Capitale Europea della Cultura 2019 e trasformarla nella meravigliosa Capitale della Cultura e del Dialogo 2026? Sì, perché la pressione è alta, e l’orizzonte sembra promettere bene. Ma chi se ne frega delle promesse? Per ora, i cittadini di Matera tornano a votare dopo un periodo di commissariamento, il che è molto “normale” nel mondo politico.
A ottobre scorso, diciassette consiglieri comunali su trentadue hanno dato il benservito all’amministrazione, decretando ufficialmente la caduta del governo locale. Il sindaco uscente? Ha semplicemente rassegnato le dimissioni, aprendo la strada al commissario straordinario Raffaele Ruberto. Da novembre, dunque, la gestione dell’amministrazione è stata passata a soggetti esterni, mentre l’attenzione è tutta rivolta alle urne, dove cinque candidati e diciotto liste sono pronte a disputarsi la prestigiosa fascia tricolore, come se fosse un gioiello d’antiquariato.
Ma non è finita qui: il centrosinistra si presenta diviso in tre coalizioni, un’opera d’arte fumettistica in cui l’assente di turno è il PD, che ha deciso, oh gioia, di non presentare nemmeno il suo simbolo a Matera. E tra i nomi in campo, spunta quello di Roberto Cifarelli, un esponente che sembrava sparito nel nulla, ma che rieccheggia come un’eco in questo teatro dell’assurdo. Si presenta alla guida di una coalizione civica composta da nove liste, a dimostrazione che quando si tratta di confondere gli elettori, l’arte è tutta nel dividere.
Detto ciò, ci si aspetterebbe un voto sobrio e ponderato. Ma sappiamo bene che la politica è un gioco in cui vincere è secondario, e l’importante è far vedere il cambiamento, anche se questo cambia poco o nulla. Avanti, cittadini di Matera, fate sentire la vostra voce! Scommettiamo sul fatto che il vostro voto farà miracoli… o semplicemente un’altra serie di disastri amministrativi.
Chi avrebbe mai pensato che Matera potesse trasformarsi in un palcoscenico politico così affollato e variegato? Con una competizione elettorale per il sindaco che sembra più una sfilata di moda che una consultazione democratica, ecco i protagonisti di questo spettacolo. Da un lato abbiamo Piergiorgio Cifarelli, il grande trionfatore delle primarie «Open City», il gallo incollato su una montagna di giovani entusiasmi, che ha il talento raro di illudere intere generazioni dal 1992. Il suo curriculum è un perfetto esempio di come restare in sella sia l’obiettivo principale, piuttosto che il servizio alla comunità. Che onore, essere stato presidente del Parco della Murgia e adesso capogruppo dem!
Nel frattempo, il centrodestra, notoriamente unito e mai in conflitto, schiera Antonio Nicoletti, sostenuto da una costellazione di partiti che direbbero di voler governare, ma che in realtà si limitano a contendersi i posti migliori sul carro. Un ingegnere con la preziosa esperienza di direttore della Fondazione Matera-Basilicata 2019; perché, ovviamente, cosa c’è di meglio per governare una città se non un ingegnere che ha già dimostrato di saper gestire, inertialmente, la promozione territoriale? Non è mai troppo presto per riciclare ruoli e responsabilità.
In abiti più casual, abbiamo Domenico Bennardi, il cui volto fresco di M5S cerca di strappare un secondo mandato, dopo averci deliziato con un risultato al ballottaggio il 2020, come se l’idea di un ‘secondo atto’ fosse il massimo della novità. Con un background nei beni culturali e nelle nuove tecnologie, speriamo solo che non si faccia influenzare dal fatto che la sua carriera politica sia costellata di nomine più che di risultati. La sua formula magica? Continuare a navigare le acque tumultuose della politica locale come presidente della Fondazione Matera-Basilicata 2019, ma con più selfie.
Un altro giocatore interessante nella mischia è Vincenzo Santochirico, l’avvocato del ghetto democratico con un curriculum che potrebbe far arrossire anche il più esperto dei politici. Con il suo bagaglio di esperienze, dall’assessore comunale a Matera fino a presidente dell’Acquedotto Lucano, ci si aspetta che scaraventi tutto il suo peso in questa battaglia ideologica mascherata da elezione. Chissà, forse la sua esperienza con l’acqua gli darà la giusta fluidità per attraversare questi tumultuosi torrenti politici.
Infine, non possiamo dimenticarci di Luca Prisco, l’imprenditore del settore turistico che crede di poter arricchire la politica con eventi come il presepe vivente nei Sassi. Potrebbe sembrare strano a dirsi, ma il suo slancio per la cultura e il turismo è, senza dubbio, un tentativo di riportare gli elettori in un ambiente più sereno dopo tutto questo improbabile teatrino democratico. Un imprenditore che si tuffa nella politica, certo, perché ogni occasione è buona per ampliare il proprio ‘business’.



