Il presidente dell’Anci, dopo le lamentele di alcuni colleghi, sembra aver trovato il tempo di rilasciare un commento: “Ma serve un chiarimento”. Un proposito profondamente rassicurante e, al contempo, ridicolmente ambivalente.
Questa perla di saggezza arriva da Mario Conte, sindaco di Treviso e presidente dell’Anci del Veneto. E chi l’avrebbe mai detto? Il suo consiglio è quello di disobbedire… ehm, no, scusate, di rispettare “rigorosamente” le norme, come se queste avessero mai fatto davvero parte della discussione. E l’occasione? La sentenza numero 68 della Corte Costituzionale, che finalmente consente alle coppie omogenitoriali di includere entrambe le madri — biologica e intenzionale — nell’atto di nascita, a patto che abbiano usato fecondazione eterologa in Paesi dove è legale. Insomma, una rivoluzione che fa battere forte il cuore della legalità.
Ma, a quanto pare, ci sono sindaci come Marcello Bano di Noventa Padovana, che hanno già espresso il loro “deciso rifiuto” a questa sentenza. E qui la verità viene svelata: ovviamente, Conte non può entrare nel merito politico perché, si sa, le due cose sono come l’acqua e l’olio. Qui si tratta di amministrazione e non di opinioni, anche se le norme sembrano avere confini molto elastici.
E poi cosa dirà il nostro amico sindaco riguardo alla “questione complessa” di questa sentenza? “È un terreno scivoloso”, ci avverte, seguito da un invito a una riflessione parlamentare. Ma chi lo avrebbe mai pensato? Un appello a Roma? Certo, perché le linee chiare e nette sono sempre state l’unica specialità del Parlamento… non è vero?
Ah, sì, serve un chiarimento normativo. Perché mai dovremmo tutti adattarci a una questione di legge quando possiamo invece vederci intrappolati in un dibattito infinito? E perché, sopra ogni cosa, non dimentichiamoci del piccolo minore coinvolto? “Non è giusto che siano i piccoli a pagare”, dice Conte, mentre si perdono in giri logici che farebbero arrossire un circolo di filosofi. Certo, le conseguenze di tutto ciò ricadranno su un minore, ma chi si preoccupa? Tanto il problema è scomodo e può aspettare, no?
Sarà un vero piacere osservare come a Roma si tenterà di trovare una quadratura del cerchio, come se questo non fosse già un classico esempio di ottimismo ingiustificato. Del resto, il nostro protagonista è così gentile da offrirci la sua visione sulla questione: “è complessa e con sfumature ideologiche”. Ma certo, perché mai dovremmo complicarci la vita con dettagli così insignificanti?
La situazione è diventata quasi grottesca, visto che si deve proteggere i cittadini e, soprattutto, i bambini. Ricordiamo il caso a Treviso di un bambino nato da una donna separata, che ha poi avuto la brillante idea di sposare un’altra donna. Ma non preoccupatevi! Gli uffici stanno studiando la situazione, e voilà, il caos normativo è servito. D’altronde, neanche le norme sanno cosa vogliono, quindi perché stupirsi?
In questo frangente, la sentenza 68 è stata così magnanima da affrontare solo il tema della maternità. Già, perché non volerci complicare ulteriormente la vita con altre questioni? E voilà, ci troviamo di fronte all’inevitabile necessità di un chiarimento normativo, chi non lo vede è sinceramente cieco.
Ma non è tutto; ora le anagrafi devono registrare anche la madre cosiddetta intenzionale. Fantastico! Quindi, chi ha bisogno di chiarezza deve stare attento a non lasciare i bambini in balia di uno scontro politico che li coinvolge involontariamente. Sì, giusto, perché il faro della questione devono sempre essere i minori, che, poveretti, non hanno chiesto di essere nati e nemmeno in quale giungla familiare si trovano. È davvero un bel modo di “proteggere” i cittadini, non trovate?
Sarebbe ora di considerare che i bambini meritano un trattamento corretto e rispettoso, perché non devono essere danneggiati in questa commedia tragica. Ed ecco che torna di moda l’appello a rispettare le norme, giusto per sperare che vengano finalmente redatte regole utili, in una società che è cambiata e continua a cambiare, o almeno così dicono.



