L’ex ministro Costa afferma: «Il candidato sarà finalmente chiarito entro giugno». E i renziani, che scoppiano di entusiasmo al solo pensiero di un Terzo polo con il governatore, dicono un secco no. Ma chi può biasimarli? In fondo, è difficile immaginare una coalizione che riesca a mettersi d’accordo, anche se si tratta di un governatore, per di più fantomatico.
«Come centro-sinistra e Movimento 5 Stelle, noi ci concentriamo sui programmi e sui contenuti». Roberto Fico sembra sempre più pronto a scendere in campo. E quando Vincenzo De Luca si agita e pone il veto, Fico replica: «Se si lavora seriamente pancia a terra, non si ha paura di niente, né di nessuno». Certo, parliamo di un uomo che non può fare a meno di essere sostenuto dal suo più grande sponsor, proprio il governatore, il quale, con i suoi insulti affettuosi — «ciucci», «molluschi» e varie bestialità — ha in realtà stimolato Giuseppe Conte, lì a interrogarsi sull’ex presidente della Camera. Davvero un paradosso che ha dell’incredibile.
La vera notizia, però, è il giro di boa in arrivo. Un passaggio formale necessario per la candidatura alle Regionali. Ieri, il leader pentastellato ha portato al consiglio nazionale del Movimento proposte di modifica al protocollo interno. Sì, stiamo parlando delle attesissime nuove regole, tra cui l’eterna questione dei limiti ai mandati elettivi. Con buona pace della democrazia, queste novità dovranno passare per l’approvazione degli iscritti, attraverso il consueto sistema infallibile del voto online. Ma il passaggio di ieri è fondamentale, perché apre la strada a ben un terzo mandato in un altro ruolo: due in Parlamento e il permesso di candidarsi a sindaco o presidente della Regione. E voilà, ecco servito su un piatto d’argento il candidato per il «campo largo» in Campania.
Non sarebbe l’unico ostacolo superato dal pentastellato. Innegabile che il sindaco Gaetano Manfredi sia sempre stato il nome giusto per tenere uniti PD, 5Stelle e vari alleati con convinzione. Insomma, è il garante del modello Napoli. Ma, tra una coppa America e l’altra, continua a ripetere che nel 2026 intende ricandidarsi a Palazzo San Giacomo, come se sperare in un altro trionfo fosse cosa semplice. Magari ha anche delle ambizioni che guardano al 2027, chissà.
Per quanto riguarda Sergio Costa, che è in vetta alle preferenze di De Luca, ieri ha affermato: «Piuttosto che un semplice centrosinistra, io la chiamerei Alleanza per la Campania», cercando di fare il lavoro di maestro di cerimonie al posto di chi ha perso la bussola. E non dimentica di menzionare i tempi: «Siamo arrivati alla deadline. Entro fine maggio o primi di giugno…» chissà che cosa ci riserverà il futuro, ma è facile immaginare che sarà tanto sfarzoso quanto inaspettato.
C’è un piccolo caos in casa De Luca, e non stiamo parlando di un semplice dibattito sul colore della vernice. No, qui pare che Italia Viva abbia ufficialmente detto al governatore che un possibile Terzo Polo è da escludere. I renziani, tranne forse l’ultimo delle meraviglie, quel Nicola Caputo, sembrano decisamente incollati al centrosinistra. Ma chi se ne sorprende?
Con Manfredi a dirigere l’orchestra, pare che abbiano già avuto un’incursione nel mondo di Roberto Fico. Ma il vero dramma è il simbolo, che per esempio non si vede neanche con il telescopio nella coalizione a sostegno di Ilaria Salis a Genova. Tra l’altro, Matteo Renzi in Campania ha un vero e proprio serbatoio di voti: il miglior risultato di sempre alle ultime regionali con un brillante 7%. E adesso? Rinuncerà anche questa volta in nome del campo largo? Scommettiamo che per farsi un selfie sia probabile, ma solo se i 5 Stelle non alzeranno il cartello “stop”.
In arrivo nel team di Italia Viva c’è sicuramente anche il futurista Ciro Buonajuto. Il sindaco di Ercolano sarebbe pronto a “traslocare” nell’assemblea del centro direzionale rassegnando le sue dimissioni come se si trattasse di una semplice operazione di facciata. Ma non è finita qui! Da qualche telefono misterioso di Palazzo Santa Lucia è emersa una catena di Sant’Antonio che parla di un fantomatico sondaggio. Risultato? De Luca presidente al 15%, Azione al 6%, i Socialisti al 4%, e tenetevi forte: una lista di de Magistris al 3%, alla pari con Potere al popolo. È questa la nuova frontiera della politica campana?


