Ma guarda un po’! Taranto si è guadagnata il prestigioso premio di essere in cima alla black list per i candidati “impresentabili” alle prossime elezioni amministrative del 25 e 26 maggio. Proprio lei, la città dove si concorre a un futuro luminoso contribuendo a un passato così… “affascinante”. La black list è stata redatta secondo il rigoroso codice di autoregolamentazione delle candidature approvato dalla Commissione Antimafia, che, a quanto pare, ha dei criteri di candidabilità simili a quelli per partecipare a un reality show: solo i “migliori” possono partecipare.
Su 23 candidati impresentabili, ben cinque provengono dalla suddetta Taranto, mentre città come Genova e Ravenna gioiscono per la loro impeccabile pulizia morale. È come se una giuria avesse deciso che i candidati pugliesi meritano un posto d’onore nella hall of shame. Ma chi sono questi fieri rappresentanti? Un’ottima domanda!
Iniziamo con Rossella Basile, che con il suo splendore concorre per la lista civica “Movimento Sportivo”, attualmente impegnata in un processo per riciclaggio. Pregiudizi? No, solo garanzia di esperienza. Segue Mimma Albano. Lei è nella lista civica “Noi Taranto” e sfida la sorte con un processo per usura. L’arte della finanza creativa, chi non la vorrebbe?
Aggiungiamo a questo mix esplosivo Antonio Damiano Milella, della “Democrazia Cristiana”, condannato in primo grado per turbata libertà degli incanti. In un Paese dove il “turbamento” è d’ordinanza, chiunque può aspirare a un ruolo pubblico! Non può mancare Rosario Ungaro, candidato con Forza Italia e in attesa di giudizio per corruzione aggravata e altri reati. “A che serve fare le cose per bene quando si può fare per il bene della propria carriera?” penserà sicuramente.
Infine, non dimentichiamoci di Cataldo Renna, che ha deciso che il traffico di influenze illecite fosse la manifestazione culminante della sua capacità organizzativa. E, se pensate che i pugliesi non siano soli in questo viaggio, ecco un outsider: Francesco Paolo Lafortezza, in corsa a Matera per la lista “Io Sud”, attualmente impegnato in un dibattimento per frode informatica. Questi sì che sanno come “sortire” un effetto nelle loro comunità.
Ma non allarmatevi! C’è una luce in fondo al tunnel. La presidente della Commissione Antimafia, Chiara Colosimo, spiega con tanta passione che questa è solo un’opportunità per promuovere “liste pulite” e una maggiore attenzione nella scelta dei rappresentanti. Certo, perché la pulizia è sempre stata una priorità nella politica italiana. Bravo, Chiara, ci rendi tutti così ottimisti!
Strano come in alcuni comuni, come Giugliano in provincia di Napoli, si trovino candidati che sembrano più impegnati nel crimine che nella politica. Prendiamo ad esempio Paolo Di Nardo, candidato della lista Unione di centro adesso Giugliano, condannato per usura. E non possiamo dimenticare Gennaro Pignatelli, del gruppo civico, attualmente sotto processo per frode informatica e accesso abusivo a sistemi informatici. Chi ha bisogno di un programma elettorale quando hai un curriculum del genere?
Scendendo un po’ più a sud, a Rende in provincia di Cosenza, troviamo Franchino De Rango della lista Avanti Rende libera, in bilico su accuse di bancarotta fraudolenta. E, naturalmente, Francesco Iorio della lista Libertà in movimento, coinvolto in un bel processo per traffico illecito di rifiuti. Chissà se il suo impegno per “libertà” include la libertà di trasportare rifiuti pericolosi?
Poi c’è Lamezia Terme, in provincia di Catanzaro, dove spicca il nome di Titina Caruso di Forza Italia, anch’essa sotto processo per bancarotta fraudolenta e trasferimento fraudolento di valori. Sembrano esperti riguardo all’arte dell’evasione, non è vero?
Senza dimenticare quei candidati che, nei cinque comuni sciolti per infiltrazioni mafiose, rivestivano cariche importanti proprio al momento del decreto di scioglimento. Un ottimo esempio di come il potere e la criminalità possano danzare insieme. A Orta Nova abbiamo Francesco Russo, a Rende si segnalano Elisa Sorrentino, Fabrizio Totera e Domenico Ziccarelli. A Castiglione di Sicilia, gli illustri Antonino Camarda, Salvatore Monforte, Francesco Raiti e Salvatore Farfaglia prendono parte alla festa. Il circo del crimine si sposta a Palagonia con Salvatore Astuti, Michele Luca Francesco Lauria, Francesco Paolo Favata e Giuseppina Colomba.
Che meraviglia vedere come la democrazia fiorisca tra le ombre della criminalità! Ma chi non ha un passato scuro, d’altronde, può mai comprendere la bellezza di una campagna elettorale così intensa?


