Alleanza Democratica e Autonomista e Onda sembrano decisi a sottoporre il caso al giudizio popolare. Ma chi lo avrebbe mai detto? Il capogruppo del Partito Democratico, Alessio Manica, dichiara: «Lo contestiamo perché non lo riteniamo adeguato nel merito» — un’affermazione che suona così convincente, quasi da volerci credere.
Ebbene, la notizia dell’impugnativa non ferma il referendum; non c’è alcun problema di sorta per queste minoranze. Alleanza Democratica e Autonomista e Onda, con la loro squadriglia di 13 consiglieri, si danno da fare. Addirittura Filippo Degasperi di Onda ha annunciato che «sarà della partita». E noi pensavamo che il dramma del “non abbiamo abbastanza firme” fosse un racconto da teatro dell’assurdo!
Ma non finisce qui. Per portare avanti la loro richiesta, le opposizioni hanno tempo fino al 17 luglio. Un bel regalo, non è vero? Ma attenzione, perché l’iter di indizione sembra destinato a congelarsi subito, in attesa del parere della Consulta. Tanta effervescenza per un processo che sembra più una pieta nei confronti del referendum!
Contrariamente all’evento dell’8 e 9 giugno sulla questione del lavoro e cittadinanza, questo non richiederà nemmeno un quorum. Ma chissà come reagiranno i cittadini. Se Degasperi ha qualche dubbio — del tipo che “queste elezioni non dimostrano chiaramente che i cittadini non vogliono Fugatti” — Manica esibisce un ottimismo tutto suo: «Dove ha vinto il centrodestra, ha trainato FdI. La Lega è crollata ovunque».
Passando all’impugnativa, Manica commenta: «È andata come ci si aspettava». Che sorprese! più di un esponente del governo aveva già annunciato che quella norma sarebbe finita davanti alla Consulta. Pare che il tema dell’accesso dell’elettorato passivo e del bilanciamento dei poteri sia fondamentale… chi lo avrebbe mai detto? E nel frattempo, il mondo va avanti, come sempre, con la politica che si arrampica sugli specchi.
Un vero colpo di genio! Il ritornello che l’autonomia sarebbe stata calpestata, ma chi lo dice ha delle belle frecce al suo arco. Siamo pur sempre in Italia, dove lo Statuto è all’interno della Costituzione, e ci garantisce diritti di ogni tipo. Se accettiamo il principio che qualsiasi cosa sia contraria all’autonomia, allora siamo nel regno delle leggi fatte a capocchia. Immaginate domani il bizzarro Maurizio Fugatti che decide che chi non è trentino da tre generazioni non può acquistare casa. Ridicolo? Forse, ma il concetto è chiaro: esistono dei limiti fondamentali a tutela dei cittadini.
“E Fugatti dovrebbe saperlo,” si esprime l’esimio interlocutore, “dato che nella scorsa legislatura circa dieci leggi sono state bocciate dalla Consulta perché infrangevano tali limiti.” Che straordinaria ironia della sorte! Nel frattempo, il gran Francesco Valduga (Campobase) raddoppia: “Non eravamo favorevoli all’impugnativa, parlando di attacco politico. Ma questa destra ha partorito una legge su misura, senza alcuna concertazione, ed è giusto che sia l’autonomia a proteggersi utilizzando i mezzi di cui dispone. Procederemo al referendum, come prevede lo Statuto!” Ecco a voi un piano degno di un politico nato per questo mondo!
La lotta di centrodestra
Filippo Degasperi di Onda palesa la sua visione del governo come una lotta interna al centrodestra: “Abbiamo sempre sostenuto che si tratta di una battaglia tra Lega e FdI. Eppure, i Fratelli d’Italia sono i più contraddittori, avendo abolito il limite dei mandati ai sindaci. Non appena anche loro si ritroveranno con i presidenti, reclamaranno maggiore autonomia. Proprio come hanno fatto con i sindaci!” Tradotto in termini comprensibili, è un gioco dei meloniani per eliminare i governatori scomodi: prima Luca Zaia, adesso si passa a Massimiliano Fedriga.
Eliminare l’elezione diretta
L’ex presidente Ugo Rossi, quasi un’introverso in questo turbine di dichiarazioni, ha fatto sentire la sua voce: “Proponiamo di eliminare l’elezione diretta e di seguire l’esempio dell’Alto Adige: il presidente della Provincia dovrebbe essere eletto dal Consiglio provinciale, partendo dalla proposta del partito che ha stravinto alle elezioni, con un sistema proporzionale.” Così facendo, spiega, ci sarebbero delle buone probabilità di rivedere Fugatti riconfermato e, al contempo, le forze territoriali guadagnerebbero maggiore influenza. Ma chi poteva immaginare un’idea del genere così logica e sensata?


