La grande giostra politica continua a girare e, a sorpresa, Alessandra Mussolini ha deciso di salire sulla carrozza di Matteo Salvini e della sua Lega. Dimenticate il passato con Forza Italia, il suo addio è stato annunciato con la solennità di un passaggio di proprietà, e tutto ciò è stato svelato dall’ufficio stampa della sezione laziale del Carroccio. Ma in fondo, chi ha bisogno di coerenza quando si può semplicemente cambiare bandiera, giusto?
Salvini, in tutta la sua magnanimità, ha già dato il suo benvenuto, sottolineando che non esistono problemi di cognome, ma solo di affiliazione. Dopo tutto, il suo motto potrebbe essere: “La politica è un gioco di contatti, non di principi”. Ha affermato: “Non stiamo a fermarci ai cognomi, per me è benvenuta”. Chissà, probabilmente pensa che il cognome Mussolini sia solo un’etichetta alla moda da sfoggiare.
Ma la meravigliosa adesione di Mussolini alla Lega non è l’unico segno di cambiamento. Recentemente abbiamo visto il partito partecipare con entusiasmo a eventi sulla “remigrazione” e promuovere la nomina di personaggi controversi come Roberto Vannacci e Silvia Sardone come vicesegretari. Sembra che la Lega stia diventando un accogliente rifugio per la destra, un vero e proprio club esclusivo di chiacchiere e contraddizioni.
Alessandra Mussolini non è nuova ai cambi di casacca, un’abilità così rara da sembrare un superpotere politico. La sua carriera ha avuto inizio negli anni ’90 con il MSI e in seguito con Alleanza Nazionale. Eppure, la sua ultima avventura come europarlamentare per Forza Italia si è conclusa in un modo talmente spettacolare che avrebbe meritato un applauso. Ricandidata per le elezioni del 2024, si è vista però snobbare i voti come un ristorante che rifiuta clienti in jeans.
Dopo tutto, chi può dimenticare il clamoroso scossone del 2003? Gianfranco Fini, quel paladino della moderazione, ebbe il coraggio di etichettare il fascismo come “male assoluto” dopo una visita in Israele. Naturalmente, Mussolini non ha mai facilmente accettato critiche per il suo nome e ha colto l’occasione per fondare un nuovo partito: Azione Sociale, insieme a esponenti della destra più estrema. Un’impresa che la portò a guadagnare seggi in parlamento e persino a Strasburgo. D’altronde, la carriera politica è come un circo: hai bisogno di un sacco di acrobazie per stupire il pubblico.
Ora, l’adesione alla Lega sorprende non solo per il cambiamento di fronte, ma anche per le sue dichiarazioni recenti a favore dei diritti LGBT e del matrimonio egualitario. Forse ha pensato che schierarsi con Salvini potesse far dimenticare tutto quel “progressismo”. A questo punto, chissà quali altre sorprese ci riserva il futuro, ma una cosa è certa: nel teatrino politico italiano, la coerenza è un’opzione non inclusa nel pacchetto.
È davvero incredibile come il Partito di Matteo Salvini riesca a restare così fermo sulle sue posizioni, nonostante i cambiamenti del mondo che ci circonda. Ogni tema, dalla gestione dell’immigrazione ai diritti civili, è trattato con un’inflessibilità che sembra un tesoro nazionale. Forse è un modo per dire che la loro visione è tanto cristallina quanto antiquata?
La Sinistra ha ormai l’abitudine di accusare il Centrodestra di avere una politica da muro di Berlino. Ma chi ha bisogno di un muro quando si può semplicemente chiudere gli occhi e fingersi che il resto del mondo non esista? Anziché affrontare la realtà, il partito pare preferire una roccaforte della negazione.
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Immaginate, quindi, lo spirito combattivo con cui il partito affronta le problematiche sociali. Una chiusura totale che potrebbe essere applaudita se appartenesse a una qualche competizione sportiva per il ‘muro più impenetrabile’. Tuttavia, ci si chiede se il Popolo Italiano rimarrà seduto a guardare, o se un giorno deciderà di abbattere questo muro di silenzio e inazione.


