Terzo mandato in Trentino: Zaia prevede una Consulta che non farà regali al governo

Terzo mandato in Trentino: Zaia prevede una Consulta che non farà regali al governo

Nonostante il sole estivo che splende sui marmi tirati a lucido di Palazzo Ducale e della basilica, lunedì su Venezia si è abbattuta una tempesta perfetta. I sorrisi richiesti dall’occasione, che riunisce i governatori d’Italia (e oggi mezzo esecutivo) in laguna, non bastano certo a scacciare la sensazione che la tensione nel centrodestra stia per schizzare alle stelle. Soprattutto a Nordest. Proprio lunedì, il governo ha impugnato la legge trentina che consente il terzo mandato consecutivo per il presidente della Provincia autonoma. Ma non è tutto: Massimiliano Fedriga, presidente della conferenza delle Regioni, si trova a fronteggiare una crisi mai vista prima, dopo che gli assessori di Lega, Forza Italia e della lista a suo nome hanno rimesso le deleghe. La scintilla è stata accesa da una polemica su un ospedale a Pordenone che ha portato il ministro Luca Ciriani di FdI a rilasciare un’intervista che è stata il vero casus belli: i leghisti smentiscono con fermezza, ma il nesso con la legge trentina sul terzo mandato sembra piuttosto chiaro.

Zaia, stretto fra i suoi vicini “autonomi”, si ritrova nel bel mezzo di un bel pasticcio. Il Veneto di Luca Zaia ha sperato in un intervento della Corte Costituzionale per opporsi alla legge della Campania riguardo la possibilità di candidarsi al quarto mandato (cosa che, a quanto pare, potrebbe essere esclusa da una norma recepita successivamente). Si trova così schiacciato tra due vicini “autonomi” che sono entrati nel mirino della tempesta. E, in più, ci troviamo in un anno elettorale in cui FdI e Lega stanno già litigando come farfalle in un barattolo, cercando di trovare il candidato di centrodestra per le prossime Regionali. È inevitabile chiedersi se queste tensioni e scontri tra alleati influenzeranno anche la scelta, ormai impossibile da rimandare, in Veneto per il successore di Zaia.

Il governatore del Veneto fa una liberatoria dichiarazione: “È una limitazione della democrazia”. Appare quasi comico come tifi per Fedriga e Fugatti solo perché difendono un principio che, a questo punto della farsa politica, appare piuttosto ambiguo. Sembra che il concetto di democrazia venga piegato per far quadrare cerchi impossibili.

Il meritato capolavoro della democrazia italiana continua a stupirci, non è vero? Soprattutto quando il governatore Zaia esprime le sue perplessità sull’impugnazione della legge da parte del Trentino. Scherziamo?! Chi non si aspetterebbe che la Corte Costituzionale proprio ora abbia dei dubbi? Chissà, magari soppesa se dare ragione al governo sia un affare troppo complicato per i suoi membri. Metticela tutta, giusto?

Ma non finisce qui. Domenica sera, in quel tempio della serenità chiamato palazzo Balbi, i governatori si sono riuniti in un tentativo di unità sul terzo mandato. Risultato? Un testo soft, con tanto di auguri per un «approfondimento». Ma che spettacolo! Tutti d’accordo sul “non decidere” e poi ci si chiede perché il governo sia un cacofonico sì e no. Insomma, chi l’avrebbe mai detto?!

Il clou della serata lo offre Roberto Marcato, l’assessore regionale allo Sviluppo, che non fa mistero del suo sdegno: «Assolutamente inaccettabile impugnare la legge trentina!» Ma certo, chi non si indigna davanti a un atto così scellerato! Conclude, nemmeno troppo velatamente, che è tempo di una seria riflessione interna alla Lega sull’eventualità di restare al governo. Cosa aspettiamo? Un tweet per annunciarlo, magari?

E mentre qualcuno s’affanna a salvare la situazione, il capo dell’intergruppo Lega, Alberto Villanova, sussurra che questa è «un’occasione persa». Oh, il dramma! La vita politica è così piena di opportunità, che peccato non sfruttarla. Teneteci informati, per favore.

E passiamo ai meloniani, che di certo non stanno a guardare! Raffaele Speranzon, vice capogruppo in Senato, si lancia in un’affermazione degna di nota: «Vale il programma». Ma certo, come se i programmi elettorali non fossero una pura formalità! In fin dei conti, chi potrebbe mai essere contro le 192 pagine di sogni e speranze? E se non ci si trova d’accordo? Beh, si lascia il caso al «destino» politici! Con tutto il rispetto, naturalmente.

Intanto, la capogruppo del PD, Vanessa Camani, afferra l’opportunità con astuzia: «Il centrodestra è allo sfascio». Un bello sport, sinceramente. Non si può negare che con le divisioni interne e le contraddizioni galoppanti, la frittata sia ben rotta. Fedriga rincara la dose affermando che «il terzo mandato non c’entra nulla con la crisi del Friuli Venezia Giulia». E noi tutti che pensavamo fosse tutto collegato! Nel frattempo, il Nordest ribolle. Ogni giorno un po’ di più, e chissà se la bollente situazione porterà a una risata o a un pianto.

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