Merano, scintille in un passaggio di consegne: la neosindaca Zeller getta la fascia tricolore e sfoggia il medaglione tirolese

Merano, scintille in un passaggio di consegne: la neosindaca Zeller getta la fascia tricolore e sfoggia il medaglione tirolese

Il gesto della neoeletta sindaca di Merano, Katharina Zeller, ha già fatto discutere più di quanto i suoi predecessori avrebbero mai potuto immaginare. Come se non bastasse il peso della tradizione, Zeller, esponente della Südtiroler Volkspartei e figlia di un nomignolo che ricorda un’epoca d’oro, ha superato al ballottaggio Dario Dal Medico con un colpo da maestro. Ma la vera attrazione del suo debutto è stato il suo insolito modo di gestire la cerimonia di passaggio delle consegne.

Durante l’acclamato rito, Zeller ha pensato bene di togliersi la fascia tricolore e di appoggiarla su una sedia, sorprendendo tutti, incluso il povero Dal Medico. La scena valeva il biglietto, con lui che lanciava sguardi di incredulità mentre Zeller, con un sorriso sornione, indossava invece un bel medaglione con lo stemma della città, un richiamo nostalgico alla tradizione tirolese.

Quando Dal Medico l’ha invitata a indossare la fascia con toni istituzionali, le sue parole, “Sei sicuro? Non credo”, hanno rimbombato nella stanza come un eco di scherno. É curioso come un simbolo di autorità diventi una questione di stile. La replica del sindaco uscente? “Non sono mica d’accordo, devi indossarla”. Già, perché il medaglione rappresenta la dimensione locale e non la sacrosanta uttificazione del potere statale, giusto?

Per chi non lo sapesse, secondo l’articolo 7, comma 2, del decreto del Presidente della Giunta regionale, questa decorazione dovrebbe sottolineare “la presenza ufficiale del primo cittadino.” In pratica, è un modo per dire: “Ehi, guardateci, siamo qui!” Ma chi ha detto che l’ufficialità e la tradizione non possano essere messe in discussione da un sia pur affascinante medaglione? Certo, Zeller potrebbe avere il primato di essere l’unica a rifiutare una tale onorificenza con tanta nonchalance.

Figlia d’arte, sì, Katharina Zeller ha servito come vicesindaca sotto Dal Medico e non ha mai nascosto un certo aroma di progressismo, un tocco di freschezza in un fiore che non appassisce. Al ballottaggio del 18 maggio scorso, ha raccolto il supporto del campo largo di centrosinistra, riportando dopo dieci lunghi anni un sindaco di marca Svp a Merano, dove la popolazione di madrelingua italiana è ben rappresentata con il 51,37%. Un bel segnale, non c’è che dire, ma chissà come evolveranno le cose con una sindaca che pare avere l’audacia di non indossare ciò che le viene imposto!

Quindi, lasciamo che Katharina Zeller si diverta a cambiare le carte in tavola mentre il resto della città osserva con un misto di ammirazione e incredulità. Dopotutto, chi ha bisogno di convenzioni quando hai un medaglione da sfoggiare?

Il teatro della politica italiana ha dato l’ennesima prova di sé, con un episodio che sa di farsa: il sindaco di Merano, Zeller, pensa bene di rimuovere la fascia tricolore non appena gli viene posta sulle spalle. Un gesto che, ovviamente, ha scatenato una reazione a catena tra le fila del centrodestra, già pronti a scagliarsi contro la “profanazione” delle istituzioni. Che meraviglioso dramma!

Immediatamente, il presidente provinciale di Fratelli d’Italia, Marco Galateo, si è sentito in dovere di esprimere il suo sdegno. Ha affermato che il gesto di Zeller è una “chiara manifestazione di disprezzo verso le istituzioni della Repubblica Italiana.” Ma chi lo avrebbe mai immaginato? Non che un sindaco, di qualsiasi schieramento, faccia dei gesti discutibili, giusto?

E non è finita qui; anche Forza Italia ha gettato il suo cappello ringhiando sulla questione. Christian Bianchi, il commissario provinciale, ha parlato di “grave atto nei confronti di tutti gli italiani di Merano.” Sì, perché non c’è nulla di più tragico che un sindaco che non indossa una fascia, dopotutto. E chissà, magari i meranesi di lingua italiana, tirati in ballo con questo discorso, cominceranno a riunirsi in protesta per la fascia tricolore non indossata. Ah, la passione civica!

A questo punto, Zeller ha deciso di rispondere con una certa grazia: “La mia reazione non deve essere interpretata come un gesto di disprezzo.” Certo, perché per chiunque indossare un simbolo nazionale e poi toglierlo immediatamente è un gesto di rispetto. E per di più, ha aggiunto che in Alto Adige il vero simbolo per i sindaci è un medaglione con lo stemma della città. Ma chi se ne frega della tradizione quando hai la possibilità di indignarti per una fascia tricolore, no?

Ha anche descritto il gesto dell’ex sindaco, Dal Medico, come “provocatorio”. Quindi, un atto di irregolarità diventa una provocazione mentre lui si erge a paladino del protocollo? Geniale! E per finire in bellezza, si è scusato per aver “urtato la sensibilità” di qualcuno. Veramente affascinante come si possa sentirsi offesi per una fascia tricolore che, te lo dico, rischia di diventare la causa di una guerra civile. Che il tricolore ci salvi!

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