Alto Adige: il labirinto della legge elettorale e l’eterna corsa all’etichetta etnica

Alto Adige: il labirinto della legge elettorale e l’eterna corsa all’etichetta etnica

Dal 1972, in un angolo d’Italia, precisamente nel Trentino Alto Adige, esiste una regione a Statuto speciale. Certo, perché chi se ne frega di una semplice autonomia, quando si possono creare labirinti burocratici che nemmeno un Minotauro saprebbe attraversare? Lo Statuto di Autonomia è il frutto di una lunga trattativa, quasi un gioco di scacchi tra Alcide De Gasperi e il ministro austriaco Gruber, dove l’Italia si è impegnata a riconoscere i diritti della minoranza di lingua tedesca del Sudtirolo, perseguitata durante il ventennio fascista — sì, quelle bellissime pagine della nostra storia che preferiremmo rimuovere.

Ah, gli anni ’60! Un periodo di grande fervore e promesse. È lì che arriva l’ Onu, sempre pronto a mettere becco nelle faccende interne italiane, ricordando che l’Italia aveva sì preso impegni, e se non lo faceva, sarebbero venute giù le stelle. E così nacque nel ’72 un sistema di regole talmente complicato che nemmeno il migliore dei matematici saprebbe districare. Il concetto? La rappresentanza etnica è un diritto sacrosanto, e ogni gruppo ottiene la propria fetta di torta in base alla consistenza. Un bel labirinto, ma chi non ama le sfide?

Ogni censimento è un evento straordinario, una passerella per le etnie. Tutti devono presentarsi per dichiarare la propria appartenenza etnica. Nella rilevazione del 2024, i numeri parlano chiaro: i tedeschi costituiscono il 68,6% della popolazione, gli italiani il 26,98% e i ladini il 4,41%. Se non sei uno di questi gruppi, beh, le porte ti si chiudono in faccia. Alex Langer lo ha sperimentato sulla propria pelle: candidarsi senza scegliere una lingua equivale a essere depennato da qualsiasi lista. Una sorta di esclusione sociale che non può che farci sorridere, vero?

Ma non finisce qui! La dichiarazione di appartenenza etnica è obbligatoria anche per chiunque desideri mettersi in gioco nelle elezioni. Cambiare idea? Macché, dovrai aspettare 18 mesi affinché il tuo nuovo ‘Io’ venga accettato legalmente. Davvero una meraviglia della burocrazia, che si fa beffe di qualsiasi impazienza.

Insomma, chi avrebbe mai pensato che la legge proporzionale, lo Statuto e il censimento potessero diventare il trio più affiatato del Trentino Alto Adige? Un grande applauso a un sistema che lascia le persone a discutere su chi siano, mentre il ‘gioco’ continua. Un capolavoro di ironia e contraddizioni che merita di essere esaltato.

Le elezioni, quelle che portano tutti a gridare “democrazia!”, si svolgono con un sistema proporzionale, perché ovviamente il sistema maggioritario è stato ritenuto un’offesa alla Costituzione dalla Consulta. Quindi, mentre i gruppi etnici si affrettano a formare le loro giunte, siano esse comunali o provinciali, l’articolo 61 dello Statuto ci ricorda che ogni gruppo linguistico deve essere rappresentato in giunta, a patto che in Consiglio comunale ci siano almeno due consiglieri di quel gruppo. Un bel modo per organizzare una giunta, non trovate?

Ma, attendete, c’è di più! L’articolo 54 del codice degli enti locali regola la rappresentanza etnica nelle giunte, seguendo criteri rigorosamente proporzionali. È così che si scopre che nei comuni con oltre 13.000 abitanti in provincia di Bolzano, il vicesindaco deve sempre appartenere al gruppo linguistico più numeroso (escludendo quello del sindaco, chiaramente, perché mai dovremmo complicarci la vita?). E il comma 8 non fa dormire sogni tranquilli: clarisce che il numero dei posti spettanti ad ogni gruppo viene definito includendo il sindaco, con buona pace delle percentuali. Dobbiamo sempre tenerci informati sul consiglio comunale al momento della convalida, ovvio.

Ora, parliamo dei consiglieri italiani a Bolzano: sono stati eletti ben 15 su un totale di 45. Fantastico! Ma attenzione, il 33,33% deve necessariamente andare al gruppo tedesco. E per Forza Italia, che nonostante il nome ha eletti di origine tedesca, significa che non possono entrare in giunta. Riuscite a immaginare la frustrazione di essere un partito italiano in una giunta dove l’italiano è una rarità?

Ed ecco che l’articolo 34 dello Statuto del Comune di Bolzano entra in gioco dicendo che la giunta deve avere sindaco, vice e 5 assessori. Totale: 7 componenti, con almeno un terzo che dev’essere tedesco. Perfetta proporzione o una scusa per fare calcoli improbabili? Si parla di 2,31 assessori a rappresentare il gruppo tedesco, il che, arrotondando, diventa 2. A questo punto, è divertente pensare che per la giunta provinciale si è deciso di allargare la giunta a 11, così che gli italiani potessero avere il loro bel 1,4 contro 8,3. Genius!

Ma tornando alla giunta di Bolzano, lo Statuto è chiaro: non si può allargare oltre i 7 componenti. Questo significa che, mentre il centrodestra gongola all’idea di dimostrare che 2,49 è uguale a tre (per magia, suppongo), risulta che Forza Italia potrebbe restare fuori. Per esempio, se 2,31 deve valere solo 2, che disastro! Chissà, forse un parere legale non basterà; sarebbe meglio consultare un matematico e metter due e due insieme, sempre che l’idea di far affari con i numeri non scappi di mano.

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