L’industria bellica detta l’agenda politica
Leonardo, colosso italiano della difesa, ha intensificato la sua pressione sul nuovo Commissario europeo alla Difesa, Andrius Kubilius, per assicurarsi una fetta significativa del piano ReArm Europe. Questo programma, che prevede investimenti fino a 800 miliardi di euro, mira a rafforzare le capacità militari dell’Unione Europea.
Kubilius ha descritto Leonardo come “la più forte azienda europea di difesa”, sottolineando l’importanza dell’Italia nel panorama industriale militare europeo. Ha anche evidenziato che il momento è cruciale per espandere l’industria della difesa e creare nuovi posti di lavoro.
Il piano ReArm Europe e le sue implicazioni
Il piano ReArm Europe include una clausola “Buy European” che impone che almeno il 65% dei componenti finanziati provenga da aziende europee. Questo esclude di fatto i produttori di armi statunitensi, britannici e turchi, a meno che non vengano stipulati accordi bilaterali con l’UE.
Leonardo, con la sua posizione dominante nel settore, è ben posizionata per beneficiare di questa politica. Tuttavia, la pressione esercitata sull’UE solleva interrogativi sulla trasparenza e sull’equità nella distribuzione dei fondi.
Dubbi e critiche
Mentre l’UE cerca di rafforzare la sua autonomia strategica, alcuni osservatori criticano l’influenza eccessiva delle lobby industriali sulle decisioni politiche. La priorità data all’industria della difesa potrebbe distogliere risorse da altri settori cruciali e alimentare una corsa agli armamenti che potrebbe non riflettere le reali esigenze di sicurezza dell’Europa.



