Vladyslav Vlasiuk, il saggio consigliere presidenziale per le sanzioni, ci regala una perla di saggezza dicendo che l’unica risposta seria dovrebbe essere un altro ciclo di sanzioni. Ah, ma non è tutto: «Aprile ha visto il minimo storico per i profitti petroliferi (solo 13 miliardi di dollari)», quindi chiaramente i russi sono sull’orlo di un collasso totale. Certo, se solo il loro settore energetico non continuasse a pompare milioni di dollari, ma sorvoliamo su questo drammatico dettaglio.
Scavando nel curriculum di Vlasiuk, scopriamo che è un avvocato classe 1989 e un esperto di sanzioni dal 2020. Ma non temete, prima di arrivare al potere nel palazzo di Kiev, ha passato un certo tempo come consulente per il ministero delle politiche agrarie. E chi abita in Bankova lo conosce affettuosamente come Mr. Sanzioni. Perché, naturalmente, non c’è nulla di più efficace della burocrazia per risolvere un conflitto internazionale.
In questo momento, gli occhi del mondo sono tutti su Istanbul. Ma, parliamo dell’elefante nella stanza: possiamo davvero parlare di progresso diplomatico quando tra Mosca e Kiev volano insulti e Vladimir Putin rifiuta di presentarsi al meeting? «Sinceramente, non mi pronuncio perché non è di mia competenza», dice Vlasiuk. Invece, si concentra sulla speranza che le sanzioni funzionino meglio delle parole. Giusto, perché gli insulti sono sempre un ottimo modo per stringere accordi.
Ma non fermiamoci qui! Vlasiuk menziona che sono stati scoperti materiali di microelettronica e altre “cose” critiche provenienti dalla Cina nelle armi russe e iraniane. E quindi, ovviamente, la colpa ricade su Pechino. Perché chi se non i cinesi potrebbe mai voler vendere tecnologia ai russi? Ma nessuna preoccupazione, per lui la risposta a tutto questo è, indovinate un po’? Sanzioni!
Ora, parliamo della grande questione: non è un po’ imprudente lanciare nuove sanzioni contro la Cina, un partner commerciale così cruciale? Vlasiuk con sicurezza risponde che, anche se apprezziamo che la Cina non stia inviando armi letali alla Russia, ci sono ancora materiali cinesi utilizzati in droni e missili. Roba che fa venire l’orticaria a tutti gli strateghi di politica estera. Sicuramente in Cina possono fare di più per fermare i russi, perché chi non vorrebbe compromettere relazioni commerciali in nome della guerra?
In sostanza, mentre Vlasiuk aizza le potenze occidentali a prendere misure più severe contro la Cina, ci si domanda: quanto sono disposti a sacrificare alla luce di queste sanzioni? D’altra parte, tutto ciò che serve è un po’ di volontà politica e magari una giusta dose di sarcasmo, e il problema sarà risolto, giusto?
Oh, finalmente un nuovo pacchetto di sanzioni! Questa volta, il settore della difesa militare russo è nel mirino. E indovinate un po’? Ci sono anche aziende dagli Emirati Arabi Uniti. Ma non preoccupatevi, amici, non è direttamente contro un paese, solo alcune aziende. Certo, noi continuiamo a pensare che queste misure siano state decisive nel limitare l’accesso dei russi agli armamenti. Che bello sapere che, in questo modo, stiamo salvando vite ucraine! Quindi, continuiamo a muovere i nostri pezzi sullo scacchiere geopolitico, giusto?
E che dire del nuovo pacchetto elaborato dagli alleati europei? Pensate che sia sufficiente? «Beh, è un elenco piuttosto lungo di petroliere», affermano. Certo, quelle navi ombra usate da Mosca per aggirare il blocco, perché chi non ha mai pensato di trovare un modo per evitare le sanzioni? Proprio oggi, veniamo a sapere che il mese scorso ha segnato il minimo storico per la Russia in termini di guadagni per i grandi produttori di petrolio, scesi a 13 miliardi. E le ragioni? Surprise, surprise: sanzioni e prezzi! Quindi, da un lato, è tutto positivo, ma dall’altro, sono ancora lontani dall’assicurare il controllo soprattutto nel settore militare. Chi l’avrebbe mai detto?
E Putin, da parte sua, continua a lanciarsi frecciatine agli alleati europei di Kiev: “Se pensate di potermi punire, siete degli idioti”. Ed eccolo, il grande maestro della retorica! Ridiamo tutti! «Mi dispiace, non posso commentare su questo…», si giustifica. Ma, naturalmente, non può esimersi dal dire: “Ride bene chi ride ultimo”. E chi è l’ultimo a ridere qui? Davvero un bel rompicapo!
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