Referendum sul terzo mandato: Grosselli della Cgil sbotta, ma forse sarebbe stato meglio tacere fino a quando il governo decidesse!

Referendum sul terzo mandato: Grosselli della Cgil sbotta, ma forse sarebbe stato meglio tacere fino a quando il governo decidesse!

La mossa del centrosinistra sembra non piacere affatto a un certo sindacalista. Davvero sorprendente, non è vero? Si parla della consultazione popolare, usarla per questioni “importanti” piuttosto che per noiose tecnicalità. Chi mai lo avrebbe mai detto!

Ah, referendumi, che bel regalo dell’amministrazione pubblica. Ma con un’inalienabile incognita proveniente dalla capitale. Un passo in avanti, ci dicono, ma il segretario della Cgil Trentino, Andrea Grosselli, è in piena campagna promozionale per la consultazione popolare dell’8 e 9 giugno. Giusto in tempo per l’estate!

Il segretario Grosselli si scaglia contro il centrosinistra, che ha scelto la via referendaria per opporsi alla legge sul terzo mandato. E tutto questo, senza neanche aspettare l’illuminante giudizio di Roma, atteso per lunedì. Chissà cosa ne pensa…

«La premessa è che le regole del gioco dovrebbero essere scritte insieme», spiega con un candore che fa sobbalzare. Ah, il tema della democrazia! E chi non ama una legge elettorale ben congegnata? La verità è che l’effettivo errore qui, secondo lui, è stato voler rifilare un pezzo di riforma mentre si chiudeva gli occhi a un dialogo vero. Un po’ come se la legge fosse stata scritta a misura del presidente Fugatti. E via, il centrodestra ha sicuramente il suo bel regolamento di conti interno da sistemare.

«Fino all’ultimo giorno utile», continua, il centrosinistra avrebbe dovuto chiedere un’impugnazione del governo, giusto per far chiarezza sulle regole. Ma chi ha tempo per occuparsi di dettagli noiosi come l’anti-costituzionalità? E ora, in questa selva di confusione, sarebbe preferibile attendere l’illuminata decisione del Consiglio dei Ministri, perché, chiaramente, tutte le forze politiche – anche quelle di maggioranza – dovrebbero necessariamente richiedere un giudizio di costituzionalità.

E quindi, niente referendum? «Secondo noi, la consultazione popolare è da riservare solo per scelte di grande spessore politico e sociale», afferma con l’aria di chi conosce il mondo e le sue meraviglie. «Però, tutti sanno che si è optato per il referendum sapendo che anche senza l’impugnazione del Cdm ci sarebbero stati problemi. Scegliere in questo modo? Ecco, un disastro annunciato che si tramuterà in debolezza. Sembra quasi che per vincere le elezioni del 2028 debbano ostacolare premier e alleati con furbizie da oratori da bar!»

Ah, ma guarda un po’! Si parla di un referendum, e non un ogni giorno, ma uno che riguarderebbe il nostro amato Fugatti e la sua aspirazione a un terzo mandato. Chissà se questo referendum, che potrebbe essere visto come una specie di reality show politico, riuscirà a risvegliare gli elettori dal loro torpore, soprattutto dopo l’imbarazzante affluenza alle ultime elezioni comunali.

Ma, parlando seriamente, secondo l’oracolo della situazione, “tutte le consultazioni che polarizzano smuovono le persone.” Ogni volta che si tratta di una battaglia personale, beh, i cittadini potrebbero trovare il coraggio di uscire di casa e recarsi alle urne. Non suona forse un po’ contraddittorio? Gli elettori devono essere motivati da chi spera di rimanere al potere? Che bel gioco!

E sul tema affluenza, ecco che affiora la brillante idea delle fusioni comunali come panacea di tutti i mali. “Crescere la dimensione dei comuni” per risolvere problemi amministrativi e riportare la “partecipazione democratica” in auge. Una soluzione geniale che ignora solo un piccolo dettaglio: i comuni con meno di 3.000 abitanti, ovviamente, già non hanno alcuna minoranza. Partecipazione democratica? Sì, certo, come no!

Un po’ di numeri, giusto per non smentire il tema di discussione: ci sono stati 20 comuni che hanno visto un aumento nell’affluenza al voto. Ma sorpresa! Queste realtà sono perlopiù composte da comunità piccole, dove magari ci sono più di un paio di candidati. Evidentemente, l’idea che un dibattito può accrescere la partecipazione è così innovativa da far venire i brividi.

Ma non finisce qui! Si va avanti con piani grandiosi per combattere l’astensionismo. Grazie a un misterioso potere chiamato Autonomia, ci si promette di sperimentare forme di voto “differito”. Votare su più giorni? Voto per corrispondenza? L’unico aggiornamento che manca è la notizia che questi metodi si applicano già in altre democrazie… Ma scommettiamo che non ci arrivano mai!

La vera soluzione, ci dicono, è lavorare sulla partecipazione! Non solo prima delle elezioni, ma “tutti i giorni”! Forse pensano che basta lanciare frasi sagge per far sentire i cittadini più coinvolti nelle istituzioni. Quale meraviglia! Un approccio così illuminato!

Ah, a proposito di referendum, l’8 e 9 giugno ci attende un appuntamento sul lavoro e la cittadinanza promosso dalla Cgil. E sapete qual è la novità? Se ne parla poco! Ma non temete, il nostro eroe si è già messo in moto per non farci perdere l’occasione: volantinaggi in ogni angolo! “Stiamo portando un messaggio importantissimo,” diranno. Opzioni validissime sulla stabilità lavorativa e il diritto a non essere licenziati a casaccio, tutto condito con una bella dose di retorica su come i cittadini stranieri contribuiscano alla vita democratica! Davvero un messaggero di democrazia, non trova?

Infine, l’assenza di partecipazione a questo referendum non è solo un peccato, ma configurerebbe un “vulnus democratico”. Quindi, strappatevi via dal divano e andate a rimandare il vostro disinteresse. Che la corsa alle urne abbia inizio!

Siamo SEMPRE qui ad ascoltarvi.

Vuoi segnalarci qualcosa? CONTATTACI.

Aspettiamo i vostri commenti sul GRUPPO DI TELEGRAM!