Il generale, eletto eurodeputato come indipendente, ha già trovato il modo di mettere il naso nell’organizzazione del movimento, cosa che, ovviamente, non ha stupito nessuno. Si è tesserato solo un mese fa, ma chi mai potrebbe opporsi a qualcuno che sembra deciso a muovere le redini della situazione? Una mossa astuta, senza dubbio.
Ma parliamo del vero evento: l’“organizzazione del movimento”. L’ordinanza del giorno del Consiglio federale leghista è un colpo di scena notevole: Roberto Vannacci diventerà uno dei quattro vice segretari della Lega il 15 maggio. La sua proposta di “ritorno al gas russo a basso costo” per sostenere la competitività delle imprese è la ciliegina sulla torta. Chi se ne frega delle sanzioni, quando i costi energetici sono alle stelle? Facile dirlo, no? Chi se ne importa delle sanzioni che sono state messe in atto per motivi che, evidentemente, non riguardano l’interesse del partito.
Fino al congresso leghista del mese scorso, sarebbe stato impensabile per un neo tesserato assumere ruoli politici interni. Ma tutti i leghisti presenti al congresso che hanno acclamato Salvini, cioè praticamente tutti, hanno accolto questa piccola innovazione epocale. Ironico, non trovate? Il cambiamento è la nuova costante, e nessuno sembra avere nulla da dire.
Giovedì, è difficile immaginare voci contrarie che si sollevino. Invece, il primo punto all’ordine del giorno riguarderà la pace fiscale e la rottamazione delle cartelle esattoriali, il cavallo di battaglia leghista da oltre un decennio. Senza giri di parole, il partito sta chiedendo al governo di fare finalmente qualcosa. Armando Siri, l’inventore della proposta fiscale, ha la soluzione: “Non c’è più tempo. Vogliamo dare un segnale concreto a tutti quei contribuenti onesti in attesa di una boccata di ossigeno”. Da notare che hanno anche fissato una scadenza: “Entro la fine di maggio”. Che tempismo!
La questione è stata discussa in una riunione con Giancarlo Giorgetti al ministero dell’Economia. Adesso, ci si aspetta che la proposta si traduca in numeri e decisioni. Ma ci sono domande, ovviamente, che potrebbero rivelarsi piuttosto urgenti. Per esempio, la rateizzazione in 120 rate riguardo dieci anni di esercizi fiscali e quante rate sarà possibile saltare senza invalidare tutto il processo di pace fiscale. Ma chi ha tempo per occuparsi di dettagli noiosi come questo?
Le sanzioni sull’Iva, tassa europea per eccellenza, non possono essere semplicemente eliminate con un colpo di penna, così come la possibilità di un tetto agli importi rottamabili. E a quanto pare, non ci sarà nemmeno la possibilità di evitare il coinvolgimento degli enti. Ma chi li ascolta, d’altra parte? Siamo tutti qui per divertirci, dopotutto.
Ma certo, chi non vorrebbe sottrarsi a una rottamazione del genere? I calcoli iniziali, da considerarsi niente più che pettegolezzi, prospettano la necessità di un miliardo per questa operazione. Ma non temete, perché, ovviamente, ne parleremo giovedì. E chi se ne frega se dovremo farlo con gli alleati?
E nel frattempo, in Veneto, la domanda di punta è: «Ehi, il tavolo dove sta?» Ah, il tavolo dei leader, un vero oggetto di culto, soprattutto quando si parla dei candidati alle Regionali. Ieri, Matteo Salvini ha espresso il suo saggio pensiero: «Gli incontri che abbiamo a breve sono sui temi economici; sulle Regionali parleremo quando sarà il momento…». La vera chicca è stata la risposta a Antonio Tajani, il quale ha confermato l’assoluta candidatura di Flavio Tosi; il leader leghista ha sentenziato: «Squadra che vince non si cambia». Tornando a parlare della Lega, di Zaia e del centrodestra, è impossibile non sentire un briciolo di orgoglio.
Ma attenzione, qui le cose si complicano: da un lato, c’è l’affannosa ricerca di un riconoscimento – che, sia chiaro, non arriva gratis – per la «specialità» leghista del Veneto, compresa l’imminente indicazione del successore di Luca Zaia. Dall’altro, il peso stesso del governatore uscente si fa sentire. La situazione è diventata scottante: le elezioni sono previste, oh sorpresa, per il 16 novembre. E mentre il centrodestra si avventura in acque tumultuose, il centrosinistra si sta coalizzando attorno a un candidato che già brilla, l’ex sindaco di Treviso Giovanni Manildo.
Alla fine, chi vincerà questa lotta di gladiatori politici? Restate sintonizzati, perché qui il dramma è assicurato!



