Ah, la cultura di sinistra! Un tempo robusta e dignitosa, si è trasformata in un racconto nostalgico di quello che era. Secondo Alessandro Giuli, ministro della Cultura, dobbiamo renderci conto che la tradizione gramsciana era sì forte, ma è stata brutalmente erosa da quel drammatico “divorzio tra consenso e potere”. Chi avrebbe mai pensato che intellettuali di un tempo avrebbero perso il brio, solo per affidarsi a personaggi che parlano attraverso schermi e influencer, i quali, sorprendentemente, non si sono rivelati degni di fiducia? Che sarcasmo, vero? Gli unici che gli sono rimasti sono i comici. Ironia della sorte, si riducono a ridere della loro stessa debacle.
Queste affermazioni, rilasciate durante l’evento ‘Spazio cultura’ a Firenze, sembrano quasi un’interpellanza a cui nessuno risponde. Perché, ammettiamolo, la cultura non può essere ridotta a un meme o a una battuta, ma sembra che per Fratelli d’Italia questo sia il panorama attuale. L’ironia è che forse avremmo bisogno di un po’ più di cultura e un po’ meno di propaganda, ma chi sono io per dirlo? Ho solo notato che quando si perde di vista ciò che conta, si finisce a mendicare risate, e non necessariamente le migliori.



