Ah, che meraviglia! Non c’è niente di meglio di un sano litigio tra turisti e ristoratori per accendere le polemiche. Chi avrebbe mai pensato che una lite tra due turisti israeliani e la titolare de “La Taverna a Santa Chiara” finisse in Tribunale? Ma non preoccupatevi, l’opinione pubblica si è già spaccata in due, come un melone maturo a ferragosto. E naturalmente, non potevano mancare i sit-in per sostenere la nostra eroina gastronomica, Nives Monda, mentre nel centro storico di Napoli alcune vetrine sfoggiano adesivi pro Gaza: “Sionisti non benvenuti.” Che classe! Ma d’altronde, chi ha bisogno di coerenza quando si ha una causa da sostenere?
In questa pièce drammatica entra in scena Sandro Ruotolo, eurodeputato del Pd e fiero membro della segreteria nazionale. Suo l’illuminante commento: “Non sono antisemita se esprimo solidarietà ai gestori di Taverna a Santa Chiara, accusati di essere antisemiti per aver condannato i massacri dei civili palestinesi a una coppia di israeliani.” Ah, l’incredibile arte della giustificazione. In effetti, chi non ha mai provato a fare il contorsionista verbale quando ci sono in ballo argomenti delicati?
Ma proseguiamo con il suo pensiero incantevole: “Se dico che il premier Netanyahu è un criminale di guerra, non è antisemitismo.” Ovviamente! Dopotutto, gli insulti bon ton non sono antisemitismo. E chi non desidererebbe chiederci se c’è un limite a ciò che possiamo dire nei confronti di Stati e governi? La risposta, evidentemente, è: mai!
“Se affermo che il governo israeliano si sta macchiando di crimini contro l’umanità…” prosegue il nostro eroe della parola. Beh, chi non si è mai trovato a contemplare il proprio prossimo come un criminale? La nostra moralità è sempre così elastica, non è vero? Il coro di indignazione, però, suona stimolante: “Se chiedo il riconoscimento dello stato palestinese, non significa negare l’esistenza dello stato di Israele.” Un concetto semplice, perfetto per chi ama complicare il mondo a piacimento.
“Sono contro il terrorismo di Hamas e contro l’occupazione di Israele dei territori palestinesi. Due popoli e due stati.” Ah, la dolce melodica di una soluzione che molti invocano, ma che è tanto lontana dalla realtà quanto lo è un pasto caldo in un campo profughi. E mentre tutti cercano di alzare la voce e occupare il palcoscenico, il dramma umano continua a svolgersi in un panorama che, di sicuro, non sembra comportare un finale felice.