«Ecco, mentre mi scanso per fare spazio a qualcun altro, voglio chiarire che non sarò mai un ostacolo per il Partito Democratico di Bologna. La mia priorità? Mantenere le cose in piedi, dopo quattro anni di tentativi disperati di sistemarle». Così, dopo un balletto interminabile di tensioni e giochi di potere, la segretaria uscente del PD, Federica Mazzoni, decide di ritirarsi dalla corsa per un secondo mandato, a pochi giorni dalla Direzione del 12 maggio. Incredibile, vero?
Quando le viene chiesto a cosa non sia disposta, non esita: «Non voglio creare problemi al PD di Bologna. Già ho impiegato 4 anni a risolverli, e non ho mai risparmiato energie. Il mio obiettivo è sempre stato quello di migliorare il PD, e non voglio diventare un intralcio. Vengo da un background femminista che mi ha insegnato che il potere non è il legame a un titolo, ma la capacità di incidere positivamente».
Ma mai dire mai, giusto? Il suo passo indietro arriva dopo un’affermazione lapidaria da parte di un’altra figura femminile, Irene Priolo, dell’area riformista, che ha bollato la sua candidatura come «non unitaria». Ma Mazzoni non si fa intimidire e ribatte: «I fatti e i risultati dimostrano che in questi anni abbiamo costruito una certa unità, non solo per distribuire poltrone, ma nei contenuti. Non ho mai lavorato da sola e la mia squadra merita un riconoscimento per aver affrontato e superato innumerevoli sfide».
Ovviamente, l’allusione alla situazione finanziaria del partito è inevitabile: «Certo, ho avviato un piano di risanamento che ha comportato la chiusura di 25 sedi. Potrebbe sembrare un costo politico, ma non si possono ignorare i problemi per un tornaconto personale. La mia coscienza è pulita». Ecco, la coscienza. Ogni politico dovrebbe averne una, no?
Quando è diventata segretaria, la situazione del PD era così critica che il commercialista, quello con il volto serio e la cravatta, ha proposto di chiudere e ripartire da zero. Immagino che il consiglio non fosse esattamente ciò che sperava. Ma alla fine, chi potrebbe mai dichiarare bancarotta, giusto?
Impegnati a riparare debiti e situazioni accumulate nel corso degli anni, riorganizzando il conto economico della Federazione e trovando un piano credibile per le sedi. Nonostante la pioggia e il maltempo, siamo riusciti a chiudere in pareggio anche la scorsa Festa dell’Unità. Un ringraziamento speciale a Aleardo Benuzzi, il nostro instancabile responsabile del piano di risanamento, e a Michele Fina, il tesoriere nazionale, perché ora da Roma arriveranno nuove risorse legate al 2 per mille. Chi sarà segretario nei prossimi anni potrà godere di una gestione assai più rosea, ed è una fortuna non da poco. Mi hanno sempre insegnato a migliorare i luoghi che visito, chissà se ci riusciranno anche i miei successori.
Ma adesso dove si dirige? “Credo di poter dimostrare che esiste un altro modo di fare politica. Un’altra maniera di essere forti, proprio come nella storia del salice che, piegandosi sotto il peso della neve, alla fine si scrolla via tutto”. Non è che si ritirerà a vita privata, per carità. Continuerà a partecipare alle Feste, dove incontra un mare di persone che chiedono a gran voce di restare, il loro affetto è davvero commovente. Si fa portavoce di un cambiamento, ed è più impegnata che mai a sostenere Elly Schlein e la sua linea politica. “Quello che mi è toccato è parte di una storia collettiva di donne, e sono decisa a fare in modo che si spalanchino strade più favorevoli per le donne, che già sono estremamente faticose da percorrere. Gli ultimi mesi di mandati saranno dedicati a garantire che il PD di Bologna abbia la migliore guida possibile e sarò molto attiva su due battaglie decisive per la sinistra: la campagna referendaria dell’8-9 giugno e la pace a Gaza.”
Tra iNumerosi nomi che girano per la segreteria del PD di Bologna, ci sarà qualcuno in particolare che la convince più di altri? “Prima di tutto bisogna aprire una discussione, alla quale intendo partecipare”, risponde con la solita eloquenza.
Si mormora che il sindaco Matteo Lepore non si sia speso molto per sostenere il suo secondo mandato. Com’è il vostro rapporto? “Dobbiamo aiutare il sindaco, perché questo non è di certo un momento facile per Bologna. Il dialogo e il confronto tra noi non sono mai mancati, in ogni passaggio”.