Chi lo avrebbe mai detto? La situazione all’interno di Forza Italia si fa sempre più interessante. I consiglieri azzurri, ormai rinchiusi nel loro labirinto linguistico, si trovano a dover fare i conti con la realtà della loro dichiarazione di appartenenza linguistica. Se dovesse trionfare Claudio Corrarati nel ballottaggio di domenica, potrebbero anche rischiare di perdere il loro posto in giunta, ma chi ha bisogno di giunta quando si ha una bella dichiarazione da esibire?
Dunque, chi sono i fortunati? Davide Mahmudy e Patrizia Daidone, che, come si conviene, hanno presentato con orgoglio la loro appartenenza al gruppo linguistico tedesco. E non è che si tratti di un club esclusivo, eh! Con l’ingresso di un nuovo componente, i tedeschi in consiglio sonora 15, e indovinate un po’? Hanno diritto a ben due assessori! Ma se qualcuno avesse l’ardire di pensare a una modifica dello Statuto comunale per arrotondare a tre, beh, potrebbe anche scoprire che i sogni a volte rimangono sogni.
Parliamo di un tempo in cui il motto “un tricolore in ogni maso” era la bandiera della Forza Italia. Ah, l’epoca d’oro di Michaela Biancofiore che, tra una polemica e l’altra, aveva conquistato i titoli dei giornali. Oggi, dopo una lunga odissea nel deserto, Forza Italia è tornata in consiglio e, sorprendentemente, “parla Hochdeutsch”. Diciamo che è una piccola evoluzione, anche se non ci aspettavamo certo un dramma shakespeariano, eh?
Ma torniamo ai due fortunati: Mahmudy e Daidone. Non solo hanno dovuto presentare la loro dichiarazione di appartenenza linguistica, ma le cose si fanno comiche se pensiamo che tra i “tedeschi” si annoverano anche Pasqualina Marino e Samir Sekali Zine, membri della civica “Io sto con Bolzano”. Insomma, un bel gruppetto! E non dimentichiamo i “madrelingua” come Stefan Konder, Johanna Ramoser, Andreas Berger e compagnia cantante, che hanno contribuito ad allegerire la situazione portando il totale a ben 15 componenti nel gruppo tedesco. Un bel loro “bravo”!
A questo punto, ci si chiede: perché mai Forza Italia dovrebbe essere a rischio? Ebbene, perché la vita politica è un po’ come un gioco di scacchi, solo che i pezzi a volte si muovono in modo del tutto arbitrario e le regole cambiano in corsa. Nostalgia per il tempo in cui avremmo visto un tricolore dondolare su ogni maso? Sì, bene, ma chi ha bisogno di nostalgia quando si può vivere nel presente linguistico?
Nulla di politicamente problematico, vero? Ma se domenica 18 maggio dovesse imporsi il candidato sindaco del centrodestra, Claudio Corrarati, sostenuto non solo da Forza Italia, ma anche da Lega, Fratelli d’Italia e la lista Corrarati, per gli azzurri si prospetta un futuro in giunta decisamente incerto. Chissà, forse anche un paio di diritti di voto in giunta sarebbero un miraggio, viste le maglie strette dello statuto comunale!
Fino a quando, infatti, non ci sarà un cambiamento dello Statuto, la giunta deve restare un assortimento di sei assessori più il sindaco. E chi credete che se ne aggiudichi due? Sorpresa, sono sempre andati alla Svp grazie alla benedizione del coefficiente di presenza dei consiglieri tedeschi sul totale di quarantacinque. Con un attuale 2,31% e una palese avversione nell’allargare la giunta, sembra difficile che Forza Italia possa fare breccia per ottenere un posto in un esecutivo di sette membri. Non possiamo nemmeno fantasticare di una giunta da otto, nonostante il Codice regionale degli enti locali lo permetta. Ma chi ha tempo da perdere in modifiche statutarie, soprattutto se la nuova giunta deve prima insediarsi?
In alternativa, potremmo assistere a un autentico dramma, con uno dei due eletti di Forza Italia che si dimette per cedere il posto a un italiano. Che bel colpo di scena, non credete? Un’inversione di rotta da film drammatico!
Un’altra possibile soluzione
Ma non è finita qui. La presenza di così tanti tedeschi nel centrodestra ci regala una bella opportunità di riflessione. Immaginate un governo senza l’Svp tra il centrodestra e la lista di Gennaccaro: la maggioranza garantita dai 23 consiglieri della coalizione, mentre gli equilibri etnici sarebbero sostenuti dalla fitta rete di rappresentanti tedeschi. Politicamente improbabile, certo, ma è proprio questa improbabilità a fare il fascino della situazione. E chissà, il centrodestra potrebbe persino agitare questa opzione come spauracchio se l’Svp dovesse tentare di tirare troppo la corda durante le trattative.