Dazi, Sefcovic lancia il suo ultimatum al Parlamento Ue: pronte tutte le carte, se non ci mettiamo d’accordo!

Dazi, Sefcovic lancia il suo ultimatum al Parlamento Ue: pronte tutte le carte, se non ci mettiamo d’accordo!

Se tutte le indagini in corso negli Stati Uniti per ragioni di sicurezza nazionale riguardo l’export dei prodotti europei si trasformassero in dazi, un’immensa fetta—il 97%—delle esportazioni dall’Unione Europea verso l’America si ritroverebbe in un mare di guai. Per un entusiasmante valore di circa 549 miliardi di euro. A calcolare questa allegra situazione è stato il commissario europeo al Commercio, Maros Sefcovic, durante un acceso dibattito alla plenaria del Parlamento europeo, dove ha messo in luce con grande fervore l’importanza di convincere Donald Trump a tornare a più miti consigli. “Desideriamo trovare soluzioni condivise, esploriamo la possibilità di ridurre le barriere, non di aumentarle” ha dichiarato, mentre chiunque ascoltasse non poteva fare a meno di pensare che le sue parole suonassero come una dolce melodia in un contesto di brutali dissonanze commerciali.

Il nostro Sefcovic ha persino avuto l’audacia di proporre tariffe zero su tutto. Sì, avete sentito bene: zero su zero! Un’idea geniale per affrontare la sovraccapacità globale in settori strategici, come se gli Stati Uniti fossero inclini ad accettare simili fantasie. Ma, a quanto pare, “ora servirebbe che gli Usa dimostrassero un minimo di disponibilità a proseguire verso una soluzione giusta e equilibrata”. È fantastico come si possano richiedere gesti di buona volontà quando si È in una situazione di ricatto tariffario.

E non è finita qui: in caso di richieste pretenziose da parte degli americani, il nostro eroe europeo ha sottolineato che “tutte le opzioni sono sul tavolo” e nemmeno le misure di contenzioso sono escluse. L’Unione Europea è pronta ad agire in modo aggressivo per “proteggere il mercato” e ripristinare le famose “condizioni di parità”. Perché, si sa, la parità è un fascicolo spiegazzato nelle mani di chi governa, pronto a volerlo riappendere alla parete della diplomazia.

Secondo fonti autorevoli come Bloomberg, l’UE starebbe pensando di ripagare il favore con dazi su 100 miliardi di merci statunitensi. Magari, chi lo sa, un simpatico modo per dire “Grazie mille” per i dolci regali di tariffe. Ma su questo argomento si discuterà più avanti, perché dobbiamo sempre fare un po’ di teatro prima di entrare nel vivo delle cose.

I segnali, però, sembrano più cupe di una tempesta. Solo ieri, Sefcovic ha riportato la notizia di una potenziale nuova tariffa del 100% sulla produzione cinematografica non americana. Un colpo da maestro! Chi non sarebbe d’accordo nel dire che una simile situazione è semplicemente inaccettabile? Nella sua infinita saggezza, ha osservato che “queste tasse sulle importazioni sono ingiustificate e creano danni economici su entrambe le sponde dell’Atlantico”. Certo, come no. Danni a chi, esattamente? Chi ferisce prima, infonda la paura e poi chiede la grazia.

Nuove misure da parte degli Stati Uniti hanno portato a una temporanea diminuzione dei dazi universali dal 20 al 10%. E cosa ha risposto Bruxelles? Con una dolce sospensione di 90 giorni delle proprie misure di riequilibrio. “Vogliamo dare spazio ai negoziati”, ha affermato Sefcovic, lasciando tutti con un dolce sapore di speranza mentre i dazi americani continuano a coprire ben 380 miliardi di euro di esportazioni europee. Ma chi ha bisogno di serenità quando si vive in un panorama commerciale così gradevole?

Nel frattempo, la UE sta disperatamente cercando di diversificare i propri mercati. Gli accordi con Messico e l’area del Mercosur promettono “opportunità significative”. E nel frattempo, che dire degli altri paesi? Sì, stanno accelerando anche i negoziati con India, Indonesia, Filippine, Thailandia e Malaysia. Perché non passare da un ostacolo all’altro? Dopo tutto, l’USA rappresenta solo il “13%” del commercio globale. E non dobbiamo dimenticare che il “restante 87%” potrebbe essere un fantastico buffet di opportunità. Ma chissà, forse prima dovremmo mandare un “Grazie” ai Emirati Arabi Uniti per i colloqui che potrebbero essere un “forte catalizzatore” per i Paesi del Golfo. Che bel sogno! Ma sogni realistici sono difficili da trovare, in effetti.

Sefcovic si metterà in viaggio verso Singapore e Giappone dal 7 al 9 maggio, perché, ovviamente, non c’è niente di meglio che ridurre le distanze commerciali tra partner chiave dell’indo-pacifica e le loro azioni politiche. Un vero festival dei rapporti bilaterali, non trovate?

Nel frattempo, negli USA, la musica sembra essere cambiata: i colossi dell’industria, tra cui i nostri amati produttori di scarpe sportive, si sono messi a supplicare Trump. “Per favore, esentateci dai dazi, altrimenti ci estingueremo!” Non è adorabile vedere come l’economia possa trasformare i giganti in supplici?

Ma non è tutto. La BCE avverte: “I dazi possono provocare rischi al ribasso significativi per l’economia.” Ah, le previsioni di crescita globale e quella per l’Italia sono già in caduta libera! Chissà come mai tutto questo pessimismo…

Le notizie continuano a scorrere come un buon vino: Ford ha registrato un calo del 65% degli utili nel primo trimestre. Certo, l’azienda ha citato come scusa l’incertezza legata ai dazi, ma chi non lo farebbe? Hanno perfino stimato un impatto annuale di circa 1,5 miliardi di dollari. Diciamo solo che, in un mondo perfetto, avrebbero preferito non avere nuovi veicoli da lanciare in un clima tanto incerto!

Gli utili di Ford si sono fermati a 471 milioni di dollari, superando le aspettative degli analisti. Ma aspettate, è solo un terzo di quello che si erano prefissati per il 2024! Ottimo lavoro, ragazzi! E per aggiungere insulto al danno, il fatturato è calato del 5%, arrivando a 40,7 miliardi di dollari. Le vendite all’ingrosso? Hanno visto una diminuzione del 7% rispetto all’anno precedente, cosa che il gruppo aveva già prevedibilmente annunciato in nome di un rallentamento produttivo nei loro stabilimenti del Kentucky e del Michigan.

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