Arco al ballottaggio: Arianna Fiorio guida, ma chi se ne frega di Alessandro Amistadi?

Arco al ballottaggio: Arianna Fiorio guida, ma chi se ne frega di Alessandro Amistadi?

L’ambientalista potrebbe davvero diventare la prima donna sindaco di un paese che, a quanto pare, è ancora convinto che il progresso si misuri in promesse e slogan. Ma chi avrebbe mai pensato che il risultato dell’inchiesta “Romeo” potesse influenzare le elezioni? Certo, nessuno lo ammetterà mai apertamente, ma il peso di certe “criticità” è innegabile. Dario Ioppi – sostenuto da una pagina di acronimi (per chi ama le sigle, questa è per voi: Pd, Campobase, Casa Autonomia, Arco Fucina Comune) – evidentemente non ha trovato la via della continuità. In effetti, il suo commento sull’astensionismo, che ha visto un calo di otto punti percentuali, suona come una delle tante autocelebrazioni della politica: “Dobbiamo rimetterci al lavoro a testa bassa”. Sarà, ma con quale risultato? La competizione si restringe ora tra l’ambientalista Arianna Fiorio e Alessandro Amistadi.

Arianna Fiorio (con un nome più lungo di un trattato di filosofia: Civica Olivaia, Onda, Europa Verde, Comunità Lavoro Ambiente, Proposta Civica Popolare, Domani Giovani In Azione) guida con un 35,57% dei voti. E pensare che potrebbe diventare la prima donna sindaco di Arco. La sua proposta di ampliare il distacco da Amistadi (sostenuto da un nutrito gruppo di sostenitori come Noi Arco, Patt, Siamo Arco, FdI, Lega e Forza Italia) che si ferma al 29,71% sembra quasi un appello disperato. Ma certo, è un “bel segnale”, come dice lei. Peccato che la realtà politica sia piena di discrimine e non solo di belle parole.

Parlando di Amistadi, l’ottimismo è palpabile. Mentre si avvicina il 18 maggio, sembra essere l’unico che si illude di poter colmare un distacco di cinque punti. “L’esperienza ci dice che possiamo recuperare”, ripete a memoria come un mantra. La sua campagna, “non ideologica”, sembra essere un classico esempio di cosa significhi perdere il contatto con la realtà: “Possiamo pensare di parlare con tutto l’elettorato”. Curioso, visto il suo già incerto consenso. Amistadi si rivolge a Mauro Ottobre (*“Arco Dinamica”*, *“Frazioni Al Centro”*) con un sorriso e la proposta di alleanze. Ma, è chiaro, “è presto parlare di alleanze”. E per fortuna, visto che l’elettorato è tanto confuso quanto disinteressato.

Nel frattempo, Ottobre, apparentemente soddisfatto, vanta il suo consenso: “Non ho mai ceduto il consenso”, dice come se fosse un titolo nobiliare. “Abbiamo il giovane più votato, Giorgio Penasa, 19 anni”, come se la giovane età fosse di per sé un’assegnazione di meriti. E quando si parla di ballottaggio? “Siamo aperti al dialogo”. Questo sì che è un approccio avanguardistico nella politica di oggi: parlare invece di ascoltare. Bravo, Ottobre, avanti così!

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