Elezioni in Trentino: la sfida tra Lega e Fratelli d’Italia potrebbe affondare la maggioranza provinciale

Elezioni in Trentino: la sfida tra Lega e Fratelli d’Italia potrebbe affondare la maggioranza provinciale

La tornata di elezioni amministrative del 4 maggio ha regalato a tutti la consueta sorpresa: un tasso di astensionismo da record. In un luogo dove l’autogoverno dovrebbe essere una sorta di hobby locale, nemmeno la vita dei comuni riesce più a smuovere il corpo elettorale, come se il voto fosse diventato un mero optional.

In Trento, hanno votato meno di un elettore su due (un modesto 49,9%); a Riva del Garda, Arco e Pergine si è avuta una partecipazione da milione di dollari: un elettore su due, ma non è certo un numero da festeggiare. La caduta della partecipazione rispetto alle elezioni del 2020 è come una pietra miliare, un piccolo evento da brivido per chi si ostina a credere nel potere del voto.

Secondo alcuni commentatori, le candidature hanno avuto il loro ruolo: ad esempio, a Trento, la generosa Ilaria Gioio non sembrerebbe all’altezza di sfidare un sindaco in carica come Franco Ianeselli. Inoltre, chi ha avuto l’idea geniale di far votare in un solo giorno dopo un lungo ponte? Davvero un mastermind del fallimento elettorale! E non parliamo delle inchieste giudiziarie che, come fosfati, gettano un’ombra sul legame tra interessi pubblici e privati a Riva del Garda e Arco. Contingenti eppure così strutturali: che contraddizione affascinante!

C’è da dire che, pur non negando la rilevanza di questi fattori del momento, ci troviamo di fronte a un fenomeno più profondo. È come se il disinteresse per la politica avesse preso piede come una nuova moda. Le elezioni europee, nazionali e persino provinciali vedranno sicuramente ribadito questo trend. Ah, come ci siamo dimenticati che dal 1978 in poi l’astensionismo nelle elezioni provinciali è cresciuto a dismisura, salvo una flebile flessione nel 2020, un vero e proprio miraggio nel deserto del coinvolgimento elettorale!

È probabile che dovremo accettare che i bassi tassi di partecipazione diventeranno la norma, così come accade in altri paesi dove il diritto di voto è stato trasformato in un’idea nostalgica. Ma, naturalmente, ci aspettiamo che i politici si strappino le vesti in segno di incredulità, mentre noi continueremo a goderci questo spettacolo tragicomico delle urne che si svuotano. Magari anche con un po’ di popcorn in mano!

Certo, i sistemi politici presentano sempre problemi affascinanti, ma chi avrebbe mai pensato che si potesse discutere anche di come affrontarli? La nascita di scuole che “avvicinano” alla politica, o l’idea rivoluzionaria di sperimentare nuove forme di voto — come il voto per corrispondenza o elettronico — non sono certo soluzioni definitive, ma oh, quanto ci hanno fatto riflettere, soprattutto il giorno dopo le elezioni! È come girare su un carosello e sperare di scendere a una fermata diversa. Sorprendentemente, in questo ultimo ballottaggio, la scarsa affluenza dell’elettorato attivo è andata di pari passo con la totale invisibilità dell’elettorato passivo. Ricordiamo che in ben 85 comuni su 154 si è presentato soltanto un candidato sindaco e una lista, con un meraviglioso incremento del 36% rispetto al 2020. Che trionfo per la democrazia!

Ma andiamo al sodo: dal punto di vista politico, i risultati sono stati, come dire, “interessanti”. Soprattutto per il centrodestra, che si è presentato come una maggioranza in Provincia, ma divisa nei comuni di una certa rilevanza, eccezion fatta per Arco, Pergine e Trento. Certo, la competizione tra Lega e FdI è ormai diventata palese e, chissà, potrebbe persino corrodere la stabilità della maggioranza provinciale. Ma chi ha bisogno di stabilità quando si può osservare che FdI ha più che doppiato la Lega a Trento e a Riva del Garda? O che ha sovrastato il partito del presidente della Provincia, Maurizio Fugatti, ad Arco e ha catturato oltre il 19% dei voti a Cles? Magari non è consolante per la Lega, ma ci si può sempre rifugiare nei numeri. Senza contare che nel centrodestra si discute anche del rapporto con il Patt, che in queste elezioni ha fatto un elegante balletto per smarcarsi.

Passando ad argomenti più “scottanti”, è interessante notare come a Trento il sindaco Franco Ianeselli abbia dichiarato prioritari i temi dell’immigrazione e della sicurezza. Temi di grande interesse per il centrodestra e, a quanto pare, anche per il centrosinistra, sorprendentemente. Ma il fatto che Ianeselli metta l’accento su soluzioni alternative a quelle proposte dal centrodestra ci ricorda che nemmeno su questo fronte il centrodestra detiene il monopolio. Entrambi gli argomenti sono cruciali in vista delle elezioni nazionali del 2027 e delle provinciali del 2028, e senza una vera riflessione corretta, ricorderemo nuovamente le ragioni della nostra scarsa partecipazione. Che divertimento!

Siamo SEMPRE qui ad ascoltarvi.

Vuoi segnalarci qualcosa? CONTATTACI.

Aspettiamo i vostri commenti sul GRUPPO DI TELEGRAM!