Poco dopo le sette del mattino, il **sindaco** sta già percorrendo via Belenzani, come se fosse un allenamento pre-campionato, diretto verso palazzo Geremia. L’ufficialità non è ancora arrivata, ma chi poteva mai mettere in discussione il 54% e oltre di **Franco Ianeselli**? Il suo volto, una miscela di emozione e sonno, è un vero capolavoro: un sorriso permanente maschera le occhiaie di chi ha passato la notte in bianco. Più tardi, con una leggerezza che solo un politico può permettersi, Ianeselli commenta: «La settimana scorsa ho incontrato per caso **Donzelli**, responsabile nazionale di **Fratelli d’Italia**, che mi ha detto: “Le porto una bella notizia, potrà riposarsi per i prossimi cinque anni”. Ma adesso mi sa che mi tocca ridurre il riposo: proverò a chiudere occhio questa sera, ma da domani si riparte!».
La domanda sorge spontanea: è soddisfatto, **sindaco**? Con un tono che rasenta l’autocelebrazione, risponde: «Certo che lo sono, vincere al primo turno in una città in fermento è tutto tranne che una passeggiata. Ma attenzione, non è stata una mia vittoria personale, è stata una vittoria per una comunità politica. Grazie a chi ha votato, a chi ha corso per la campagna, ai volontari, e ai candidati. Senza di loro, sarei solo un tipo che passeggia».
E a chi non l’ha votato? «A loro dico che ci sarà sempre spazio per l’ascolto da parte mia. Le critiche? Fondamentali per migliorare», dice come se avesse trovato la formula magica per risolvere ogni problema. Chiaro, il modo migliore per gestire la disaffezione è parlarne come se si trattasse di un consiglio per la salute.
Si aspettava una vittoria così schiacciante? «In verità, ieri ho passato gran parte della giornata a pensare a come organizzare un eventuale ballottaggio. Ho tenuto in considerazione ogni possibilità. Insomma, non ero così certo». Scoprire che, nell’era della certezza assoluta, esiste ancora un margine di insicurezza è, di certo, un colpo di scena.
Ma davvero? «Sì, avevo una certa preoccupazione perché gli altri cinque candidati hanno trasformato queste elezioni in una sorta di referendum su di me. Se ascolto tutto quello che mi è stato detto, potrei anche pensare di aver vinto il concorso per “il sindaco più criticato dell’anno”. Da chi sostiene che distruggo l’ambiente a chi dice che sono un affarista, oh, che complimenti!»
Cosa risponde ora, **sindaco**? «Rispondo con il monito che si trova all’ingresso di palazzo **Thun**: chi entra abbandona l’interesse privato e si dedica al bene comune». Una frase che, ovviamente, porta con sé una vento di idealismo: come se bastasse una scritta a risolvere le complessità e le contraddizioni della politica moderna. Se solo fosse così facile!
Vediamo, cari lettori, un’amore non ricambiato per la cosa pubblica. Il nostro povero stratega ha dedicato gli ultimi anni a questo ardente amore e, incredibile ma vero, promette di continuare nel futuro. Sarà mai corrisposto oppure resterà deluso come un Romeo senza Giulietta?
Dopo tanta fatica, la sua coalizione ha doppiato quella del centrodestra, il che non mancherà di far arrabbiare chi ha sempre saputo fare il suo, ovvero attaccare. Forse ai trentini non è piaciuta l’immagine apocalittica di Trento che gli avversari hanno dipinto? Sì, pare di sì. Ha vinto un ritratto meno catastrofico, da cui il ludibrio dei suoi oppositori è stato respinto con grande nonchalance. Peraltro, che irresponsabilità! Descrivere Trento come un incubo è da veri esperti di narrazione raccattavoti!
Un bel risultato, direi, da una campagna racimolata. I trentini hanno risposto a questo grido disperato di allarme rimanendo a casa, con un’affluenza in caduta libera. Che sorpresa! Solo un elettore su due è andato a votare, un calo dell’11% rispetto al 2020. Il nostro eroe fa notare che—guarda caso—nel 2015 gli elettori si erano presentati al 54%, mentre nel 2020, quando si è votato su due giorni, si era saliti al 60%. Chiaramente, votare alla fine del ponte più lungo della storia repubblicana non è stata proprio un’idea geniale! E poi si chiedono perché le persone si disinteressano della politica…
È preoccupato? Oh, certo. Sa benissimo che se i cittadini si allontanano dalla politica, in parte la colpa è dei politici stessi. Ma guai a chiunque tenti di mettere in dubbio l’integrità di chi ha cercato di incollare l’immagine di un affarista al suo volto! “Colpevoli!”, dice, fomentando il pensiero popolare secondo cui tutti i politici siano, in fondo, dei ruffiani, incapaci di motivare le genti al voto. Meraviglioso, non trovate?
Il futuro? Promette bene. La priorità nei prossimi cinque anni non sarà il cambiamento del mondo, ma il “riattivamento” dell’attivismo e del civismo, perché, chiaramente, è la responsabilità della collettività risvegliare il senso di responsabilità. Quale brillante strategia! Intanto passeremo dalla discussione su parcheggi a quella sulla crisi climatica, perché, a quanto pare, sono cose di fondamentale importanza, anche se nessuno ha scommesso un centesimo su di esse in campagna elettorale.
Parliamo di sicurezza e accoglienza. Si preannuncia un’impresa titanica modificare il sistema, cercando di convincere la Provincia a smettere di ammassare persone fragili senza alcun servizio. Incredibile come certe equazioni non tornino; è da matti pensare che chiudere le persone fragili in strutture inadeguate possa portare a un aumento di difficoltà. A chi lo importa, dopotutto?
Menzioni speciali vanno ai cantieri aperti e le grandi opere. “Sindaco, se vuoi farti riconfermare, non avere cantieri aperti”, dicono saggiamente. Certo, non ha la sfera di cristallo, ma scommette che ricominceranno a circolare voci di opposizione al bypass. La verità è che si è presentato un panorama ben definito: c’era la possibilità di premiare chi si opponeva acerbamente al progetto. E lui? Meglio massimizzare le opportunità e minimizzare i problemi per la città, ovviamente, mentre si presta attenzione all’ambiente e alla salute dei cittadini. Un piano brillante, senza dubbio.